Accorpamenti scolastici, il sindaco non ci sta:
«Logica punitiva contro le aree interne»

CALDAROLA - Il primo cittadino Giuseppe Fabbroni attacca la Regione: «Delusi e ignorati, la Regione tira dritto nonostante la sospensiva del Tar». Secondo le decisioni della Giunta Acquaroli, la direzione dell’Istituto comprensivo De Magistris verrebbe integrata con quella dell’omnicomprensivo Frau-Leopardi di Sarnano

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Giuseppe Fabbroni, sindaco di Caldarola

«Profondamente delusi dal comportamento e dalle dichiarazioni dell’assessore regionale Chiara Biondi». Non usa mezzi termini il sindaco di Caldarola, Giuseppe Fabbroni, che prosegue la sua battaglia per scongiurare l’accorpamento che dal prossimo anno – secondo le decisioni della Giunta regionale – vedrà la direzione dell’Istituto comprensivo De Magistris del suo comune accorpata con quella dell’omnicomprensivo Frau-Leopardi di Sarnano.

L’assessore Biondi, infatti, dopo la sospensiva del Tar rispetto alla delibera sugli accorpamenti in regione, ha sì integrato il documento sulla programmazione scolastica 2025-2026, ma è rimasta ferma sulle sue decisioni. E questo non è piaciuto al sindaco Fabbroni: «Siamo delusi dalla documentazione integrativa presentata al Tar dalla Regione Marche – esordisce il primo cittadino -, poiché si continua ad andare avanti senza ravvedimenti rispetto a un dimensionamento della rete scolastica che taglia le autonomie degli istituti in un’area montana e terremotata, per di più senza preavviso, come avvenuto a dicembre scorso. Una decisione che mette in seria difficoltà la nostra realtà territoriale, incidendo negativamente sull’accessibilità ai servizi per le famiglie e sulla qualità del servizio scolastico».

Il sindaco evidenzia come «la Regione non si fermi neppure davanti alla decisione del Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva rispetto alla Dgr 2052/2024, bloccando di fatto l’efficacia dell’accorpamento, in attesa della decisione definitiva che sarà pronunciata a luglio (il 10, ndr)». Il primo cittadino di Caldarola sostiene dunque che si tratti di una «logica punitiva perseguita dalla Regione nei confronti delle aree interne e montane. L’ente – critica – sembra non avere alcun interesse ad ascoltare le ragioni dei Comuni, delle Province, dei sindacati, degli istituti interessati e delle famiglie: tutti contrari alle decisioni regionali». Una precisazione anche rispetto all’incontro che si è svolto la scorsa settimana tra Regione e amministrazioni dei Comuni interessati dagli accorpamenti: «È stata una riunione online – precisa Fabbroni -, convocata frettolosamente, solo per illustrare il documento regionale a cura dei tecnici. Non c’è stato alcun intervento da parte dell’assessore regionale e quindi il confronto non ha avuto alcun significato politico-amministrativo. È chiaro – conclude – che anche anche in quella occasione, noi sindaci abbiamo ribadito fortemente le posizioni di contrarietà al provvedimento, ma senza ricevere ancora una volta alcun riscontro».

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