Maceratese, festa grande in centro e bilanci.
Serangeli: «La D? Il minimo per questo club,
Possanzini destinato a categorie superiori»

TRIONFO BIANCOROSSO, altre immagini dei festeggiamenti - Nella storia degli ultimi dieci anni entrano i gol di due stranieri, quello di Kouko nel 2015 che segnò la promozione in Serie C, e il rigore trasformato da Lucero ieri. Il racconto di una giornata in cui non si poteva perdere e il pensiero del direttore generale: «Quello che mi porterò come ricordo è il gran pubblico arrivato al Del Conero. Ci godiamo il momento, non pensiamo ora subito al futuro»

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Mister Matteo Possanzini

di Mauro Giustozzi

Dal gol di Kouko del 3 maggio 2015 a quello di Lucero dell’11 maggio 2025. Le promozioni della Maceratese portano sempre il timbro di calciatori stranieri destinati a restare nella storia di questo club. L’attaccante ivoriano consegnò all’Helvia Recina la serie C alla Rata, il gol iniziale e l’ultimo rigore della serie realizzato dall’argentino al Del Conero ieri è valso il ritorno in un campionato nazionale, la serie D, al club biancorosso.

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Il presidente Alberto Crocioni con l’assessore allo sport Riccardo Sacchi

In una giornata che resterà storica per l’esodo di tifosi al seguito della squadra di Possanzini, paragonabile solamente a quello che avvenne a metà anni Sessanta a Perugia quando oltre 4mila sportivi invasero il ‘Santa Giuliana’ per sostenere la squadra di Giammarinaro. Stavolta alla fine sono stati anche oltre i 2.500 annunciati alla vigilia i maceratesi che si sono messi in macchina per raggiungere il capoluogo di regione. Intere famiglie, macchinate di amici, addetti ai lavori, ex allenatori e calciatori biancorossi, dirigenti sportivi e politici comunali e regionali sono arrivati allo stadio per sostenere la Maceratese.

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Anche persone che raramente, o magari mai, hanno messo piede in uno stadio stavolta non sono volute mancare all’appuntamento con un evento lungamente atteso e che ha avuto il finale che tutti speravano, anche se la sofferenza sugli spalti è stata palpabile per tutti i 120 minuti della partita e anche nel momento dei calci di rigore.

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Sulle tribune e gradinate del Del Conero i tifosi avevano vinto la partita prima ancora che si fosse iniziata. Troppa la differenza numerica, di tifo e cori, di scenografie tra i supporters biancorossi e quelli del KSport Montecchio. Due realtà troppo lontane e differenti per storia calcistica, blasone, importanza della città, per essere paragonate e per questo va dato atto al club pesarese di averci provato fino all’ultimo a sbarrare la strada verso la D alla squadra di Possanzini. Maceratese che con questa vittoria diventa pure la società che ha vinto più tornei regionali di Eccellenza, ben 4: a quello della stagione chiusasi ieri vanno aggiunti i successi nei campionati 1991-92, 2004-05 e 2011-12. Spettacolo che domenica è arrivato soprattutto dagli spalti prima, durante e dopo il termine della partita che ha offerto sussulti ed emozioni ma che certo non verrà ricordata per la sua bellezza visto che la tensione agonistica e anche la stanchezza fisica e mentale delle due squadre per il lungo campionato ed il duello giunto sino allo spareggio ha prevalso. Ma come spesso dicono allenatori e dirigenti, queste sono partite da vincere più che da giocare e questo è accaduto ieri al Del Conero.

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Dove la festa finale è stata davvero entusiasmante, coi tifosi della Rata rimasti a lungo sulle tribune dello stadio quasi come se nessuno volesse andar via per godersi sino in fondo il gusto di un momento atteso da dieci anni. Perché è vero che la Maceratese aveva già vinto un campionato, quello di Promozione nel 2022, ma vuoi mettere fare il salto nella categoria nazionale ed abbandonare i troppo spesso stretti, sconnessi, angusti e spelacchiati campi di periferia. Un serpentone di clacson delle auto ha poi accompagnato il rientro in città dei tifosi biancorossi accolti a loro volta da chi, tanti, non erano potuti andare ad Ancona, o perché non avevano trovato il biglietto oppure perché bloccati da cerimonie come cresime e comunioni che hanno imperversato a Macerata proprio ieri.

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Per l’apoteosi finale che c’è stata in piazza della Libertà quando dal balcone del Comune capitan Luca Cognigni e compagni si sono affacciati per salutare la propria tifoseria che aveva invaso il cuore del capoluogo. In una giornata dove la gioia dei tifosi della Rata si è raddoppiata perché al successo nel campionato di Eccellenza della propria squadra ha fatto seguito la retrocessione dalla serie D dei ‘cugini’ della Civitanovese che ha ribaltato di fatto l’egemonia calcistica della provincia riportando il calcio che conta dal mare in collina.

«Quanto avvenuto al Del Conero è stato un bellissimo epilogo di una stagione entusiasmante, difficile, con qualche alto e basso – ha sottolineato il direttore generale della Maceratese, Stefano Serangeli che ha costruito con il diesse De Cesare e mister Possanzini un gruppo vincente- perché è vero che a dicembre avevamo sette punti di vantaggio che abbiamo perso strada facendo, ma li abbiamo persi anche perché dall’altra parte c’è stato un Montecchio che ha fatto qualcosa di incredibile, non ha mollato mai e merita gli onori perché ha disputato un grandissimo campionato e meritavano anche loro la promozione in serie D.

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Da parte mia c’è tanta soddisfazione perché quello che ci eravamo messi in testa la scorsa estate era arrivare qui a giocarci una partita così importante: non sempre si realizza questo, peraltro con un gruppo giovane che ha seguito un allenatore che non centra niente con queste categorie. Sono contento in particolare per Matteo Possanzini che è un allenatore davvero speciale e non posso che fargli i complimenti e sono certo che lo vedremo in ben altre categorie».

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Il ritorno della Maceratese sul palcoscenico del calcio nazionale è l’altro obiettivo raggiunto dallo staff tecnico arrivato la scorsa estate per risollevare un club che veniva da due stagioni negative. «La serie D conquistata è il raggiungimento di un grandissimo obiettivo -ha ribadito Serangeli – che secondo me è però la categoria minima in cui deve stare una società come la Maceratese ed una città come Macerata.

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La tifoseria della Maceratese ieri al Del Conero

Per storia, blasone, per i tanti tifosi che ci hanno accompagnato sempre in questa annata. Quello che mi porterò come ricordo di questa bellissima giornata è il gran pubblico arrivato al Del Conero, un pubblico di ben altre categorie. Ci godiamo il momento, non pensiamo ora subito al futuro: c’è sempre questo vizio in Italia di parlare immediatamente del futuro ed invece in questi giorni è giusto godersi appieno questi momenti e questa bellissima vittoria».

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La Maceratese è in Serie D Spareggio vinto ai calci di rigore

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