Una via per Sergio Ramelli:
«Forzatura per un atto che divide»
L’opposizione lascia il Consiglio

RECANATI - I gruppi Recanati Insieme, Civici Vivere Recanati, Pd e Uniti per Recanati avevano controproposto di intitolare una strada a tutte le vittime degli anni di piombo. Senza successo. «Fratelli d'Italia doveva mettere una bandierina, su input di Roma». Ribatte il sindaco Emanuele Pepa: «Gesto incomprensibile, così si fa perdere la fiducia dei cittadini verso la politica e le istituzioni»

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Sergio Ramelli

È finita in bagarre la discussione in Consiglio comunale sull’intitolazione di una via a Sergio Ramelli, lo studente militante del gruppo giovanile dell’Msi che nel 1975 fu ucciso a Milano da alcuni esponenti dell’estrema sinistra. L’opposizione ha lasciato in segno di protesta «dopo la Commissione cultura che ha perpetrato forzature regolamentari ed atteggiamenti arroganti di chi vuole solo divisione».

I gruppi consiliari Recanati Insieme, Civici Vivere Recanati, Pd e Uniti per Recanati avevano avanzato una controproposta: intitolare una via a tutte le vittime degli anni di piombo. Che però è stata rispedita al mittente. «Fratelli d’Italia doveva mettere una bandierina, su input di Roma, e lo ha fatto nelle giornate del lutto nazionale per Papa Francesco e alla vigilia della Festa della Liberazione – sottolinea la minoranza in una nota congiunta – arroganza, provocazione, violazione di qualsiasi regola e della tradizione della nostra città.

Le intitolazioni di piazze, vie e scuole sono avvenute sempre per rendere omaggio a uomini e donne recanatesi che con il loro esempio, il loro atteggiamento costruttivo, i loro valori umani, sociali e culturali hanno contributo alla crescita della comunità recanatese. Negli ultimi anni sono state valutate altre figure illustri, soprattutto di donne, che meriterebbero un ricordo indelebile. Recanati nel corso dei decenni ha reso omaggio anche a non recanatesi, pensiamo a San Giovanni Paolo II, al quale è stato intitolato il giardino del Rione Le Grazie, Nelson Mandela, Carlo Urbani. Avremmo pensato ad una convocazione d’urgenza per Papa Francesco, uomo di pace e di vera carità cristiana. Non ad un atto che divide. Non possiamo assistere a forzature simili e ad un atteggiamento provocatorio. Per nulla sobrio».

Per il sindaco Emanuele Pepa «quanto accaduto ieri in Consiglio comunale rappresenta un brutto episodio nella politica recanatese e un gesto davvero incomprensibile da parte dell’opposizione, anche perché si è volutamente mescolato argomenti diversi da quelli all’ordine del giorno del Consiglio. Il Consiglio comunale è per definizione il luogo del confronto e della partecipazione, dove le idee e le diverse posizioni politiche si confrontano per un unico bene collettivo. Pertanto, uscire dall’aula durante il dibattito, tra l’altro in concomitanza di un punto importante per la città come il conto consuntivo, è un atto che rischia di far perdere la fiducia dei cittadini verso la politica e le istituzioni. Trovo singolare inoltre che ciò avvenga per una motivazione che nulla ha a che vedere con l’ordine del giorno. Ritengo che i cittadini si aspettino da tutti noi, maggioranza e opposizione, senso di responsabilità e rispetto per le sedi istituzionali. Uscire dall’aula durante una discussione su temi importanti per la città non è il modo giusto di onorare il mandato ricevuto».

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