Massimiliano Sport Bianchini
di Luca Patrassi
Un museo tira l’altro, Macerata è fortunatamente sede di strutture di grande rilievo ma comunque si cerca di aprirne di nuove o di sdoppiare alcune di quelle già esistenti. Operazione che ha i suoi vantaggi ma anche molti costi con i quali bisognerebbe confrontarsi partendo da piani di azione, studi, simulazioni. Pochi giorni fa si è scritto dell’aggiudicazione a una coop toscana per diverse centinaia di migliaia di euro dei servizi di Palazzo Buonaccorsi e della biblioteca comunale.
Come dire: i musei ci sono, vengono visitati e hanno un costo che può essere un investimento. L’investimento avrebbe ulteriori riflessi positivi per la città se, oltre al richiamo turistico, producesse occupazione e reddito per le imprese locali. Nulla contro la coop toscana che ha vinto una gara di appalto ma non si può non notare come da dodici anni l’appalto del Buonaccorsi finisca nelle mani (e nelle tasche) di imprese non maceratesi. C’è un problema di base, legato al fatto che in tutti questi anni le amministrazioni di turno, i vertici degli istituti di formazione (Accademia, Università, scuole varie) non sono riusciti a fare sinergia e a promuovere una realtà imprenditoriale fatta da giovani, maceratesi e non, che si sono formati nel settore seguendo magari i corsi universitari.
E così – per fare il caso del Buonaccorsi ma è un po’ il simbolo della situazione – si è passati dalla coop di Offida a Perugia ed ora a Pontassieve. Ben vengano le nuove energie, bene l’internazionalizzazione ma è il caso che anche i giovani maceratesi possano beneficiare, dal punto di vista economico, di un qualcosa – un museo, una struttura, un festival – che i loro antenati hanno ideato, progettato, costruito e pagato. Attualmente, oggi come diversi anni fa, Macerata sembra subire il fatto di essere lontana periferia dell’impero e di non essere riuscita a costruire nulla sul fronte del lavoro legato alla cultura.
A riflettere sull’argomento è oggi l’ex assessore comunale e provinciale alla cultura Massimiliano Sport Bianchini che osserva: «Questa è una battaglia che ho fatto anni fa anche contro alcuni esponenti del centrosinistra, però è la classica situazione di cui si può dire che si fanno cose perchè tutto cambi ma non volendo in realtà cambiare nulla non volendo mai costituire e valorizzare cooperative locali. E’ folle che una città come Macerata che vuol essere l’emblema della cultura (Sferisterio, Università Accademia) non è capace di lavorare a un progetto tra Comune e le varie forme di coop, si chiacchiera di coprogrammazione nei convegni e poi non si è capaci di sostenere una realtà con cooperative locali. Ai maceratesi magari si subappaltano lavori ma la governance, il guadagno, va fuori città, prima era Offida ed ora altrove».
Beh ma se si hanno amici in confindustria Fermo capisciamme .
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