Stop a “Bella Ciao” al 25 Aprile,
il Comune: «Scelto un tono sobrio
Nessuna presa di posizione ideologica»

SAN SEVERINO - L'amministrazione comunale interviene con una nota: «Nessuna censura, solo rispetto istituzionale». L'Anpi esprime «indignato stupore per il permesso negato alla banda. Un inno di cui essere fieri anche perché nato tra i partigiani del Monte San Vicino»

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La cerimonia per il 25 Aprile a San Severino

di Monia Orazi

La banda cittadina di San Severino non ha potuto eseguire “Bella Ciao” durante la commemorazione del 25 aprile al monumento alla Resistenza, scatenando una vivace polemica politica (leggi l’articolo). L’amministrazione comunale respinge le accuse di censura, dichiarando che la decisione è stata presa per rispettare il lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco.

«La celebrazione del 25 Aprile rappresenta per la nostra comunità un momento solenne di memoria, unità e rispetto istituzionale. Come ogni anno, anche quest’anno il Comune ha organizzato una cerimonia che si è svolta in un clima di raccoglimento con la partecipazione delle autorità civili, militari e religiose, nel rispetto della ricorrenza e del significato storico che essa porta con sé, in particolar modo in una Città che ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Merito Civile», dichiara l’amministrazione comunale in una nota.

25-aprile-San-Severino-3-325x244La cerimonia si è svolta regolarmente, ma verso la fine dell’evento i presenti hanno spontaneamente intonato “Bella Ciao”. «L’amministrazione non ha “vietato” alcun brano musicale, né ha inteso sminuire in alcun modo il valore della Resistenza e della Liberazione. Semplicemente, nel programma ufficiale della cerimonia istituzionale si è ritenuto opportuno dare seguito all’indicazione proposta dalla presidenza del Consiglio dei ministri in occasione dei cinque giorni di lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco e di privilegiare l’esecuzione dell’Inno nazionale e del silenzio al momento della deposizione della corona d’alloro», precisa l’amministrazione.

La questione è stata sollevata dalla consigliera comunale Alessandra Aronne e dal segretario Pd Giovanni Chiarella, le cui critiche hanno portato l’amministrazione a voler chiarire l’accaduto. «La scelta di non far suonare la banda durante la sfilata del corteo e di non includere “Bella Ciao” non rappresenta una presa di posizione ideologica, ma una volontà di garantire un tono sobrio e rispettoso, in linea con il carattere istituzionale dell’evento», sottolinea la nota del Comune.

L’Anpi locale ha espresso ferma opposizione alla decisione: «La sezione Anpi “Cap. Salvatore Valerio” esprime indignato stupore per il permesso negato, alla banda cittadina, durante le celebrazioni in occasione dell’80 anniversario della Liberazione, di suonare Bella Ciao, inno alla Libertà per eccellenza ed adottato da tutti i popoli oppressi. Un inno di cui essere fieri anche perché nato tra i partigiani del Monte San Vicino e cantato non solo in Italia».

L’amministrazione comunale ha ribadito la propria posizione: «Riconosciamo il valore simbolico e storico di “Bella Ciao”, canto popolare associato alla lotta partigiana e patrimonio della memoria collettiva. Tuttavia, riteniamo che la libertà e la democrazia si celebrino anche attraverso il rispetto delle istituzioni, evitando di trasformare momenti condivisi in occasione di scontro politico».

«Rammarica constatare – conclude la nota del Comune – che, ancora una volta, si scelga la strada della polemica anziché quella del dialogo costruttivo. L’amministrazione comunale continuerà a lavorare per onorare la memoria della Resistenza e dei valori fondanti della Repubblica, con il massimo rispetto per tutte le sensibilità e nella convinzione che la libertà si affermi anche nel rispetto delle scelte altrui».

 

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