Il 25 Aprile “visto” da Fausto Troiani:
«Dopo la cosiddetta Liberazione,
seguì una guerra civile durata anni»

LEZIONE - Il presidente del Consiglio comunale di Civitanova ha citato un testo di Carlo Silvestri, poi ha letto un proprio messaggio: «Il 25 Aprile è la data ufficiale in cui gli anglo-americani entrarono a Milano, l'Italia da subito divenne un protettorato americano. La Seconda guerra mondiale finì poco dopo, ma in Italia si protrassero per alcuni anni eccidi, ritorsioni di ogni genere e deportazioni a danno degli sconfitti»

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Fausto Troiani durante il suo discorso

di Laura Boccanera

Per Troiani la festa della Liberazione è «cosiddetta» e la Resistenza una «guerra civile in cui ognuno sfogò la propria rabbia e i propri rancori». La destra? «Ghettizzata, discriminata nelle scuole e nei luoghi di lavoro». Anche quest’anno Fausto Troiani presidente del Consiglio comunale di Civitanova riscrive la storia e nell’anniversario dell’80esimo anno dal 25 Aprile e dalla Liberazione (senza cosiddetta) non ce la fa proprio a non offrire la sua ricostruzione.

Lo fa lontano da piazza Gramsci dove invece il sindaco Fabrizio Ciarapica ha tenuto oggi un discorso in cui ha sottolineato l’importanza della festa della Liberazione che sancisce l’uscita dal buio del fascismo e dell’occupazione nazista.

Di tutt’altro calibro l’intervento di Troiani che, come aveva già fatto anche lo scorso anno quando citò i «molti fascisti innocenti uccisi» nell’aula consiliare, quasi come una provocazione, torna a formulare le tesi abiurate dalla storia.

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Troiani prima cita lo scrittore Carlo Silvestri e passi di uno suo libro, e poi nel suo discorso, che anticipa la lezione del docente di Unimc Piccioni, si pone in maniera critica verso l’antifascismo. Una sorta di provocazione che però rivendica con orgoglio e dallo scranno del consiglio dice: «Commemoriamo oggi il 25 aprile, la cosiddetta Festa della Liberazione – esordisce –  data ufficiale in cui gli anglo-americani entrarono a Milano, ultimo baluardo della presenza dei nazisti nelle città del nord Italia, durante il tragico periodo che segnò la fine del secondo conflitto mondiale sul suolo italiano.

L’Italia, da quella data e nei giorni successivi, fu completamente liberata dalle truppe di occupazione germaniche, cadde definitivamente il regime fascista e divenne l’Italia da subito un protettorato americano. La Seconda guerra mondiale finì poco dopo, non finì però la guerra civile in Italia, che si protrasse ancora per alcuni anni, con eccidi, ritorsioni di ogni genere e deportazioni a danno degli sconfitti. Decine di migliaia di morti, anche con la farsa di processi sommari e condanne a morte emesse da quelli che furono chiamati tribunali del popolo, gestiti esclusivamente dai partigiani comunisti. Tutto questo, fino a oggi, non ha trovato spazio nella storiografia ufficiale. Durante la guerra civile, ognuno sfogò la propria rabbia e i propri rancori. Sappiamo tutti che gli italiani sono storicamente specializzati nel salire sul carro del vincitore. Dopo 80 anni credo che il 25 aprile possa finalmente diventare una ricorrenza che unisca gli italiani, e non che li divida ancora sulla base di quella guerra civile voluta dal Partito comunista, che si è protratta per decenni con ghettizzazioni, discriminazioni e soprusi nelle scuole e nei luoghi di lavoro ai danni di uomini e donne di destra».

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