La cerimonia a Civitanova
di Laura Boccanera (Foto di Federico De Marco)
Liberazione e urbanistica, a Civitanova il 25 Aprile ha coinciso con la manifestazione di dissenso verso le nuove operazioni di variante previste, da Stella Maris all’area dello stadio con spostamento del Polisportivo. Accanto ai fazzoletti rossi e tricolori sono comparsi anche uno striscione con scritto “25 Aprile non si cancella la storia” con sotto le foto delle aree oggetto dei possibili futuri interventi urbanistici e, a sorpresa, è riapparso anche lo striscione di “No alla guerra” tolto da palazzo Sforza nonostante lo avesse deliberato all’unanimità il Consiglio comunale dopo gli attacchi in Ucraina e Palestina.
La celebrazione degli 80 anni dalla Liberazione è stata l’occasione anche per condividere infatti l’appello alla pace e il no al riarmo, con la firma di uno striscione da parte dei partecipanti nel quale era citato l’articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra”.
Lo striscione contro le operazioni urbanistiche esposto durante la manifestazione del 25 aprile
Insomma vecchia Resistenza e nuove resistenze si sono incrociate in piazza Gramsci dove si è svolta la cerimonia ufficiale dopo la mattinata di deposizione delle corone d’alloro, prima che la pioggia allontanasse tutti i presenti. Per gli 80 anni l’ex sindaco Tommaso Corvatta ha organizzato un momento conviviale con un piatto di tagliatelle al bar Giardino, citazione della pastasciutta antifascista burro e parmigiano.
Presente alla manifestazione, immancabile, anche Vanda Pagani, la staffetta partigiana che a giugno compie 103 anni, che in compagnia di Umberto Pancotto, di Montecosaro, 89 anni, ex cecchettaro hanno dato corpo e materia al significato vero del 25 aprile.
Vanda Pagani, ex staffetta partigiana di 102 anni assieme al sindaco Fabrizio Ciarapica e al consigliere comunale Francesco Micucci
Ma non sono mancati i “rumors” di malcontento per l’anticipo della celebrazione (prevista per le 10,30, a quell’ora invece è terminata) e per il mancato accompagnamento da parte della banda del canto “Bella ciao” intonato alla fine dai partecipanti, come era già avvenuto anche lo scorso anno.
Nelle parole del sindaco Fabrizio Ciarapica il valore del 25 aprile: «E’ il giorno della Liberazione, il giorno in cui l’Italia ha ritrovato se stessa, dopo anni di guerra, di oppressione, di violenza, di paura. Sono passati ottant’anni da quando il nostro Paese, grazie al coraggio e al sacrificio di migliaia di donne e uomini, è uscito dal buio del fascismo e dell’occupazione nazista – ha detto -. Il 25 aprile non è una data qualunque. È una radice profonda della nostra Repubblica, il momento fondativo che ha aperto la strada alla Costituzione, al diritto di voto per tutti, ai valori di uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale. È stata conquistata, con coraggio, spesso a caro prezzo. Ma il 25 aprile non appartiene solo al passato. È anche una bussola per il presente, un richiamo al dovere di riconoscere e respingere, ancora oggi, ogni forma di odio, razzismo, intolleranza, autoritarismo. È un invito a vigilare, a non cedere all’indifferenza, a non restare mai in silenzio davanti alle ingiustizie».
Il sindaco ha poi voluto proporre anche un ricordo per la morte di Papa Francesco: «un uomo che, pur non avendo vissuto la Resistenza, ne ha incarnato i valori più profondi. Le sue parole contro la guerra, contro lo sfruttamento, contro l’indifferenza ci hanno toccato il cuore, e ci spronano a essere cittadini più consapevoli e solidali. E dobbiamo anche ricordare che la memoria non è un esercizio retorico, né un semplice omaggio rituale. È una responsabilità. È un impegno che ci chiede di fare i conti con il nostro tempo, con le sfide che abbiamo davanti».
Il sindaco Fabrizio Ciarapica
A chiudere la cerimonia Francesco Peroni presidente dell’Anpi Civitanova: «In questa data, gli italiani sono diventati liberi – ha sottolineato – liberati dal fascismo, dal nazismo e dal carico di distruzione che il fascismo aveva prodotto. Da quelle macerie è rinata l’Italia. Siamo cresciuti in un clima di pace e prosperità, ma ottant’anni dopo assistiamo a guerre, invasioni ed esodi sotto i nostri occhi: il popolo ucraino vive nel terrore, il popolo palestinese subisce un genocidio portato avanti da Israele. La nostra patria è nata dal manifesto di Ventotene: con tutte le sue forze, oggi più che mai, è chiamata ad essere in prima fila per un’Italia, un’Europa e un mondo di pace, solidarietà e dignità della persona. Abbiamo portato uno striscione, l’Italia ripudia la guerra, firmiamolo in tanti».
La giornata di ricordo si è poi conclusa nella sala consiliare dove il docente Riccardo Piccioni ha tenuto una lezione di approfondimento.
Il presidente dell’Anpi Francesco Peroni
Cosa che fa più ridere è lo striscione con i comunisti dietro
In una giornata importante per tutta la nazione, fare polemiche sull'urbanistica locale da il senso di quanto sia bassa la levatura della politica di opposizione .... Invece di onorare i morti per la libertà, si fa propaganda spicciola !!!
Miracolo!
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Qualcuno stavolta ha esagerato. Prendere la Storia e farne oggetto di sberleffo sapendo di non poter essere creduto visto un passato che parla da solo è un’ostentazione di ridicolo che mi costringe a provare un forte senso di pena per chi ha potuto partorire una simile scemenza.
Ciarapica, a Macerata hanno tranquillamente cantato “Bella ciao”. Tu con il discorso che hai fatto potevi tranquillamente far suonare e cantare ” L’Internazionale”, ” Bandiera Rossa” e pure “Romagna mia”.
Chi e se qualcuno ha vietato di far suonare alla banda il famoso motivo, cosa poi successa in varie parti della zona dove comanda il centro destra e dove anche senza l’accompagnamento musicale è stata cantata lo stesso, dovrebbe mettere la testa sotto terra che così darebbe al fotografo il tempo di riposarsi.