Il commissario sisma Guido Castelli
di Monia Orazi
«Dieci giorni per aderire all’ordinanza 222? Non è un termine perentorio», un chiarimento, quello dell’Ufficio speciale per la ricostruzione che fa respirare i terremotati.
Una scadenza non più tassativa, mentre i professionisti denunciano disparità di trattamento tra i territori colpiti dal sisma, annunciando che sul tema è stata presentata un’interrogazione in Consiglio regionale. E sull’ordinanza 222 i professionisti dicono: «Non risolve nulla e rischia di affossare la ricostruzione».
L’Usr in una lettera chiarisce, sull’ordinanza 222: «del commissario straordinario per la ricostruzione sisma 2016, si chiarisce che, il termine di 10 giorni indicato per manifestare la volontà di adesione alle disposizioni di maggior favore previste dall’ordinanza 222/2025, è da considerarsi puramente informativo e a carattere ordinatorio e non vincolante. Questo termine è stato stabilito per garantire la massima diffusione delle opportunità offerte dalla nuova ordinanza e per migliorare la funzionalità dell’ufficio, a beneficio dell’utenza esterna e dei professionisti coinvolti nella ricostruzione».
A pochi giorni dalla scadenza ora divenuta non più definitiva grazie alla nota diffusa dall’Usr, i terremotati si trovano davanti a una scelta difficile riguardo la nuova ordinanza che ridefinisce i parametri del contributo di ricostruzione dopo la sospensione del superbonus. L’ordinanza 222 ha creato una classe di cittadini definiti “esodati del superbonus” – coloro che hanno presentato pratiche tra il 20 e il 31 dicembre 2024 – ora esclusi dai benefici e costretti a decidere rapidamente se accettare i nuovi contributi ridotti, come nel caso di Tullio Belli a Visso (di cui abbiamo scritto ieri). «La disparità che denunciamo viene attuata dalla conversione del decreto legge 76/2024 dell’8 agosto 2024, un provvedimento vergognosamente varato mentre l’Italia era distratta dalle vacanze estive, con conseguenze devastanti per migliaia di famiglie» dicono i professionisti tecnici ricostruzione sisma Centro Italia dalla loro pagina social. I dati della relazione per l’ordinanza 222/2025 mostrano una situazione critica: «Il 75,23% degli interventi di ricostruzione richiede un significativo accollo economico da parte dei proprietari», con percentuali ancora più elevate per gli edifici gravemente danneggiati.
Lavori a Visso
«In questa categoria, che rappresenta il 36,38% del totale degli interventi, l’84,91% dei proprietari deve mettere mano al portafoglio per cifre che raggiungono in media il 22-25% del costo totale, con punte fino al 45%», sottolinea l’ingegner Roberto Di Girolamo dal suo studio di Camerino.
La questione più controversa riguarda la differenza di trattamento tra L’Aquila e le aree del sisma 2016. «Siamo di fronte a una vergognosa disparità di trattamento con i terremotati del sisma 2016 lasciati con accolli pesanti e crescenti», denunciano i tecnici.
L’ordinanza presentata come soluzione viene duramente criticata: «non ha risolto nulla. Non copre gli accolli, riduce la qualità degli interventi, rischia di affossare la sicurezza strutturale, l’efficienza energetica e l’intera ricostruzione». I professionisti parlano di «un misero aumento del 5% per i danni gravissimi e un ridicolo 3% in più per la riparazione dei danni meno gravi», definendole «maggiorazioni che, nella sostanza, sono solo uno specchietto per le allodole». I tecnici chiedono un intervento immediato della Regione Marche presso il governo e il commissario straordinario per «ottenere pari dignità per i cittadini del sisma 2016, copertura integrale dei costi e garantire trasparenza nella gestione dei fondi. Questa non è solo una questione tecnica. È una questione di giustizia, di pari diritti e di rispetto per chi ha già pagato abbastanza», concludono i professionisti.
«Avevo diritto al superbonus ma erano finiti i soldi: ora mi tocca demolire la casa»
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Non sara mica che qualcuno dovendoci mettere i soldi (in parte) di tasca proria comincierà chiedere conto dei costi esageratamente assurdi
Se una ditta ha accettato e firmato un contratto di costruzione di quel costo, e quei materiali(nei calcoli, c’è tutto scritto), non possono inventarsi costi così, che non esistono, modifiche permettendo ! Il soldo, se hanno sbagliato, lo metterà loro.