A sinistra il sindaco Rosella Sensi
di Monia Orazi
A nove anni dal terremoto è partita la ricostruzione del primo aggregato di sei edifici nel centro storico di Visso, che si affaccia sulla piazzetta di fronte al palazzo comunale.
«Visso è come una fenice, distrutta più volte ma sempre rinata dalle sue ceneri. È la perla dei Sibillini e siamo felici di contribuire alla ricostruzione del centro storico». Con queste parole, l’architetto Barbara Baiocco, progettista architettonica e coordinatrice dell’intervento, ha commentato la posa della prima pietra del cantiere, nel cuore del centro storico.
Presenti alla cerimonia il sindaco Rosella Sensi, i proprietari, l’impresa esecutrice Marino Costruzioni di Spoleto, i tecnici e i progettisti. Il cantiere è stato avviato di fronte al comune, in largo Gaola Antinori, che ricorda il primo sindaco illuminato di Visso, a cui si deve la presenza dei manoscritti leopardiani in paese.
L’aggregato edilizio comprende sei unità abitative per un totale di otto abitazioni, di cui due prime case. Il costo totale dei lavori è previsto in 2,9 milioni di euro e la durata stimata dei lavori è di due anni.
«Tornare qui fa sembrare che il tempo si sia fermato a nove anni fa – ha detto Rosella Sensi – ma oggi per noi è un segnale di rinascita e speranza per il futuro. Durante il mio mandato, non voglio che siano ricostruiti solo gli edifici, ma si deve anche accompagnare la ricostruzione con servizi, lavoro e opportunità per i giovani, per far tornare Visso importante come lo è sempre stata. Presto sarà realizzato un tunnel su via Galliano per permettere ai mezzi delle imprese della ricostruzione di accedere agevolmente al cuore della piazza, per effettuare i lavori».
«Mia madre, mia zia e io siamo felici di vedere l’inizio dei lavori di questo edificio. Qualcuno doveva pur iniziare a ricostruire nel cuore del centro storico – spiega Alessandro Morani, figlio e nipote delle due proprietarie -. Per abitarci si dovrà aspettare che finiscano i lavori degli altri edifici intorno. Ci vorranno anni per ottenere l’abitabilità a causa del persistere del rischio esterno. Tuttavia, oggi per noi è un momento emozionante e significativo che ci apre alla speranza di poter tornare a casa».
L’architetto Barbara Baiocco, coordinatrice e progettista dei lavori, spiega: «Questo è un edificio storico, un aggregato distrutto dal terremoto del 1328 e ricostruito dall’architetto veneto Girolamo Dati. C’è un vincolo storico diretto dovuto alla presenza di un affresco del 1570. Rispetteremo l’estetica storica rinascimentale mantenendo gli elementi architettonici originali come muri storici, portali, cornici delle finestre. Abbiamo fatto scelte precise in fase di progettazione.
I muri portanti saranno rinforzati con reti in nuovi materiali e intonaci armati per rendere l’edificio più resistente al tempo e alle intemperie naturali. Rimuoveremo tutti i calcestruzzi interni e alleggeriremo i solai sostituendoli con coperture in legno. Le scale saranno ricostruite in legno e acciaio per garantire la durabilità negli anni a venire – dice la professionista – Abbiamo studiato la storia dell’edificio per comprenderne le origini ed intervenire al meglio. Nel 1328 fu distrutto da un violento terremoto, ma restano tracce nei portali e al piano terra. I tramezzi interni saranno in cartongesso. Insieme agli altri progettisti abbiamo deciso di fortificare la muratura e alleggerire il tetto per rendere il palazzo pronto a sfidare il tempo. Il cappotto sarà in intonaco termico permettendo al naturale fluire dell’umidità per mantenere l’equilibrio termico. Guardare indietro è essenziale per andare avanti».
Bella notizia, era ora
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