Elcito ha la sua guida,
i segreti del piccolo Tibet

SAN SEVERINO - Curiosità e nuove scoperte nel testo a cura dell'architetto Luca Maria Cristini che tratta pure di Canfaito e dell'abbazia di Valfucina. Dalla “Fiera dei Garzoni”, al cabreo del Settecento rinvenuto all'Archivio diocesano, alle vicende della croce del Monte San Vicino

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L’architetto Luca Maria Cristini presenta la nuova guida di Elcito

Elcito ha la sua guida turistica, 192 pagine per raccontare un luogo affascinante e curiosità sconosciute. Non solo si parla del Tibet delle Marche (come è soprannominato il paesino semideserto che sorge su di un’altura nel settempedano) ma anche l’abbazia di Valfucina e Canfaito.

Partendo dai dati tecnici, dette delle 192 pagine, il volume è stato curato dall’architetto Luca Maria Cristini, ed è stato realizzato dall’editore Claudio Ciabochi per la collana “Marche in tasca”. Nei cinque capitoli della guida viene trattata una vera e propria monografia di quei luoghi per focalizzare l’attenzione sul valore storico, naturalistico e antropologico che questi ambienti hanno.

La guida svela tante curiosità. Perché Elcito ha questo nome dal sound vagamente spagnoleggiante? Da quando e perché viene definito “il Tibet delle Marche”? Se sul nome Elcito è caduto da tempo il mistero, derivando questo da “Elce”, nome arcaico del Leccio, se molti possono ricordare la performance dei monaci tibetani che nel 2001 scesero nella piazzetta dal monte la Pereta, forse non tutti sanno che nel secolo XIX il 16 agosto – giorno del patrono San Rocco – nella piazzetta di Elcito si teneva la curiosa “Fiera dei Garzoni”, che richiamava partecipanti da tutto il circondario. I ragazzi in età da lavoro si proponevano in quell’occasione come aiutanti nella pastorizia o nell’agricoltura, a seconda delle proprie attitudini, rivelate dal tipo di bastone che recavano quel giorno in mano. Sono questi gli argomenti trattati nei paragrafi e in alcuni “box” di approfondimento del volume, che illustrano alcune novità emerse dalle ricerche eseguite in occasione della stesura del testo.

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Elcito

Uno di quelli descrive il cabreo del ‘700, rinvenuto di recente nell’Archivio diocesano di San Severino, che aiuta a scoprire l’antica viabilità dell’area, le sorgenti, i toponimi antichi ancora oggi in uso e testimonia come l’attuale Comunanza agraria di Elcito esista da oltre settecento anni. Altre scoperte recenti rivelate nella guida sono la posizione della torre del castello, ancora esistente agli inizi dell’Ottocento e demolita completamente prima della fine di quel secolo.

Antichi documenti, suffragati da recenti scavi, hanno permesso di fare l’ipotesi sulla pianta e sulle dimensioni della chiesa abbaziale di Valfucina, oggi ridotta ad una piccola cappella rurale: nell’epoca di massimo splendore dell’Abbazia aveva una pianta a “Tau” e dimensioni ragguardevoli, almeno triple di quella odierna, opere d’arte e con affreschi oggi perduti.

Leggendo il volume si scoprirà che, oltre al notissimo “foliage”, Canfaito offre ben altro in ogni stagione. Prima di tutto il faggio più vecchio delle Marche, il cosiddetto “Patriarca” e, soprattutto, una ricca biodiversità animale e vegetale. Tra le altre curiosità che la guida svela, ci sono le vicende che hanno riguardato l’erezione della Croce del Monte San Vicino e che la vetta del monte è un preciso riferimento, un turning point, per il volo a vista degli aerei militari.



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