I componenti di Tolentino Visione Futura: Flavia Giombetti, Stefano Servili, Federico Pieroni e Elena Lucaroni
Dopo l’opposizione di centrodestra, anche il gruppo Tolentino Visione Futura interviene sulla mancata convocazione del Consiglio comunale di marzo per assenza di atti. Il gruppo, che racchiude gli ex alleati del sindaco Mauro Sclavi, sostiene: «Quando un Consiglio comunale smette di riunirsi con regolarità o non porta avanti proposte concrete, è inevitabile interrogarsi sullo stato di salute dell’amministrazione». Il Consiglio è l’organo centrale della democrazia locale, il luogo dove si discutono e si approvano le scelte fondamentali per la città.
«Se viene meno la sua funzione, le conseguenze sono gravi: mancanza di trasparenza, assenza di programmazione e una città che resta ferma al palo – afferma Tolentino Visione Futura -. Ma come è possibile che proprio Tolentino, il Comune più grande dell’entroterra maceratese, non abbia nulla da discutere? Una città che dovrebbe essere un punto di riferimento per le comunità colpite dal sisma, invece si trova paralizzata, senza atti concreti, senza risposte».
Per il gruppo, di cui fanno parte le due ex assessore cacciate: Elena Lucaroni e Flavia Giombetti, oltre all’ex componente dello staff del sindaco Stefano Servili e il consigliere comunale passato al gruppo misto Federico Pieroni, la domanda è inevitabile: «questa amministrazione ha ancora una visione per il futuro?». Invitano la maggioranza «a smettetela di addossare le responsabilità alla macchina comunale e agli uffici. L’assenza di proposte in assise consiliare è il primo grave segnale di un’amministrazione che non funziona – proseguono -. Governare significa pianificare e decidere, significa portare avanti progetti, risolvere problemi, migliorare la vita dei cittadini. Se invece le sedute si svuotano di contenuti o vengono rimandate, vuol dire che la giunta non ha idee chiare su cosa fare o, peggio, non ha la capacità di tradurle in azioni concrete».
Per Tolentino Visone Futura un’altra possibile causa di questo stallo «è l’incapacità della maggioranza di trovare un accordo. Quando una Giunta è forte e determinata, i Consigli comunali sono vivaci e ricchi di provvedimenti. Quando invece la maggioranza è divisa, il blocco diventa inevitabile. È forse questo il caso di Tolentino? – domandano -. Tensioni interne, giochi di potere, assessori e consiglieri che si ostacolano a vicenda invece di pensare al bene della città? Ora non hanno più neanche l’alibi per dire che eravamo noi a frenare oppure, e sarebbe imbarazzante. Si sono resi conto di non avere i numeri perché qualcuno non può essere presente? Infine, la terza è peggiore ipotesi, è una precisa strategia per evitare il confronto. Se non ci sono sedute, non ci sono interrogazioni, mozioni e dibattiti pubblici. Nessuno può chiedere conto delle scelte fatte o, come in questo caso, delle scelte non fatte. La politica è confronto, discussione e trasparenza, e se chi governa Tolentino pensa di poter evitare il giudizio dei cittadini semplicemente non facendo nulla, si sbaglia di grosso. L’assenza di attività consiliare è un segnale grave, che dovrebbe preoccupare ogni cittadino – concludono -. Tolentino non può permettersi un’amministrazione fantasma, se non hanno il coraggio di affrontare le proprie responsabilità, allora forse è il momento di farsi da parte».
(Fra. Mar.)
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