L’avvocato Giuseppe Bommarito
di Giuseppe Bommarito*
Da mesi è in corso la procedura per il rinnovo del Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr) scaduto nel 2021, che ha causato grandi polemiche fra le forze politiche per alcune scelte impiantistiche, soprattutto quelle legate alla realizzazione di un inceneritore a servizio dell’intero territorio regionale.
Tale ipotesi, sin da quando è stata ventilata, aveva suscitato critiche e preoccupazioni soprattutto nelle aree limitrofe all’impianto del Cosmari, perché, indicativamente, lo studio a supporto del Piano, aveva in tutto il territorio marchigiano identificato cinque potenziali luoghi idonei all’ubicazione dell’inceneritore; e, tra questi, il sito del Cosmari a Tolentino sembrava avere molte delle caratteristiche previste per renderlo prioritario e quindi favorito per la scelta definitiva. Sembrava quasi una decisione ormai presa, alla quale mancava solo l’ufficializzazione.
Da qui le apprensioni e i timori che subito si erano diffusi in zona tra le amministrazioni comunali e i cittadini coinvolti, di certo non catalogabili nelle reazioni del tipo “not in my back yard” (cioè: non nel mio cortile), considerato che le frazioni di Sforzacosta, Pollenza, Colbuccaro da decenni già sopportano le puzze, gli olezzi e l’imponente traffico di camion che tutti i giorni vanno e vengono dall’impianto del Cosmari, scaricando tonnellate di rifiuti (e di macerie del sisma).
Ora però c’è una grossa novità. Durante la fase di consultazione con le rappresentanze degli enti ed associazioni del territorio è emerso con chiarezza che l’inceneritore marchigiano non potrà essere ubicato nell’area del Cosmari. Questa è la svolta che farà infine tirare un sospiro di sollievo soprattutto a chi abita nei dintorni.
Il parco dell’abbadia di Fiastra
Infatti, anche a seguito di specifiche osservazioni al Piano Rifiuti proposte dalla Fondazione Bandini, ente gestore della Riserva naturale statale dell’Abbadia di Fiastra, con Decreto dirigenziale del Settore ambiente della Regione n.15 del 5 febbraio scorso è stato chiarito che: “… la proposta di Piano non avanzi alcuna ipotesi localizzativa del nuovo impianto; vengono solo proposti criteri di priorità nella scelta del sito attraverso l’individuazione di specifici fattori di carattere territoriale, socio-economico ed urbanistico. Si conferma che le aree naturali protette e i siti della Rete Natura 2000 rientrano tra i criteri escludenti per la realizzazione di nuova impiantistica”.
Inoltre, per fugare ogni e qualsiasi dubbio al riguardo, tagliando così la testa al toro, si aggiunge espressamente che: “…quanto riportato sopra… rende l’area della Riserva non idonea alla realizzazione di nuovi impianti”.
Difatti, dopo la valutazione delle oltre 500 osservazioni al Piano regionale di gestione dei rifiuti presentate da ben 65 enti, associazioni ed organizzazioni di rappresentanze del territorio, si è finalmente chiarito da parte degli uffici tecnici regionali che nelle Marche verrà sì realizzato un inceneritore da 370mila tonnellate per un costo di 370 milioni, ma che non sarà possibile ubicarlo nell’area del Cosmari, come si temeva e come si era pensato, perché i vincoli e le tutele ambientali previste a difesa della Riserva dell’Abbadia di Fiastra lo impediscono.
Va infatti ricordato – visto che qualcuno sembrava essersene dimenticato – che il Cosmari è interamente incluso nel perimetro della Riserva dell’Abbadia di Fiastra e, ancor più, situato in prossimità della “Selva dell’Abbadia di Fiastra”, facente parte della Rete Natura 2000. Questa Rete, menzionata nel decreto dirigenziale sopra menzionato, è lo strumento principale della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, e quindi degli habitat naturali e delle specie di flora e di fauna minacciati o rari a livello comunitario, siti rigidamente protetti nei quali è preclusa ogni attività umana.
Ciò ovviamente comporta che nei pressi del Cosmari non potrà mai essere realizzato non solo l’inceneritore, di cui molto si è favoleggiato, ma neanche alcun nuovo impianto di recupero o smaltimento dei rifiuti.
Conseguentemente, con buona pace di chi lo scorso anno aveva previsto di spenderci sopra circa 60 milioni di euro, non potrà essere costruito in zona nemmeno il tanto reclamizzato biodigestore. Tramonterà dunque pure questa velleitaria pretesa degli amministratori del Cosmari perché, come sopra chiarito, non solo le norme impediscono ulteriori impianti, ma anche perché il Piano Regionale di cui sopra è detto ha confermato che nelle Marche sono già previsti ed autorizzati ulteriori otto impianti (due per Provincia) con funzioni di biodigestori, che renderebbero comunque superfluo in via di fatto, inutile ed antieconomico quello previsto a Tolentino.
L’ipotesi circolata fra i sindaci presenti in una recente assemblea del Cosmari di riproporre un nuovo progetto di biodigestore, magari di dimensioni inferiori e con costi più contenuti rispetto al progetto “bocciato” dalla Provincia lo scorso settembre, sarà quindi da ripensare e, soprattutto, da indirizzare verso scelte di miglioramento e sviluppo degli impianti esistenti.
In Italia vince sempre il partito dei NO a prescindere vincoli su vincoli per non cambiare mai nulla
No inceneritori, intanto 45 mila tonnellate verso Tavullia, e io pagodoppio
· La risposta della Regione che cita lavvocato è la conseguenza logica dellapplicazione delle leggi esistenti. Quindi tutto a posto? Tutto risolto? Purtroppo no, infatti la presenza dellarea protetta in passato non ha impedito la realizzazione dellinceneritore o di altri impianti per la selezione dei rifiuti. Per andare a tempi più recenti, il progetto del biodigestore presentato dal Cosmari stava quasi per essere approvato ed stato fermato grazie allintervento dellavvocato della Fondazione Giustiniani Bandini (con la quale ho collaborato) non per la presenza delle aree protette, ma bensì per un difetto di procedura sui tempi e per i conti che non tornavano. Inoltre non dimentichiamoci che cera e cè la possibilità che la Riserva naturale sia ridimensionata e riperimetrata come è stato già paventato e richiesto. Infine ricordiamoci che linceneritore può essere fatto un metro più in là del Cosmari, nel rispetto di tutte le leggi. Quindi, purtroppo, non è proprio così tranquilla la situazione e occorre continuare a tenere alta la guardia e a lottare per evitare la sua realizzazione.
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La risposta della Regione che cita l’avvocato è la conseguenza logica dell’applicazione delle leggi esistenti. Quindi tutto a posto? Tutto risolto? Purtroppo no, infatti la presenza dell’area protetta in passato non ha impedito la realizzazione dell’inceneritore o di altri impianti per la selezione dei rifiuti.
Per andare a tempi più recenti, il progetto del biodigestore presentato dal Cosmari stava quasi per essere approvato ed stato fermato grazie all’intervento dell’avvocato della Fondazione Giustiniani Bandini (con la quale ho collaborato) non per la presenza delle aree protette, ma bensì per un difetto di procedura sui tempi e per i conti che non tornavano.
Inoltre non dimentichiamoci che c’era e c’è la possibilità che la Riserva naturale sia ridimensionata e riperimetrata come è stato già paventato e richiesto.
Infine non dimentichiamoci che l’inceneritore può essere fatto “un metro” più in là del Cosmari, nel rispetto di tutte le leggi.
Quindi, purtroppo, non è proprio così tranquilla la situazione e occore continuare a tenere alta la guardia e a lottare per evitare la sua realizzazione.
Dopo le forti preoccupazioni per l’ubicazione dell’’inceneritore nelle arre limitrofe al Cosmari finalmente e’ stato definito che la Riserva Naturale dell’Abbadia di Fiastra non risulta idonea alla realizzazione di nuovi impianti in quanto facente parte della Rete Natura 2000. Ovviamente c’è da vigilare attentamente che non vengano trovate modalità’per aggirare quanto definito. Grazie all’Avv. Bommarito per le puntuali precisazioni.
Scusate l’errore: intendevo dire aree limitrofe
“Bene avvocato Bommarito,
lei ha chiarito perfettamente la portata del Decreto n. 15 del 2025 e delle
disposizioni riportate nel Piano Regionale dei Rifiuti.
Non ci sono dubbi sul fatto che le regole attualmente stabilite ed alla
luce del Decreto 15 del 2025 ESCLUDONO la possibilità di realizzare
l’inceneritore.
Già infatti a pag. 354 e 355 dell’allegato 1) del Piano è detto che i
criteri escludenti generali hanno vincolo assoluto e non consentono la
realizzazione di nuovi o modifica di impianti
Quindi CRITERI DI TUTELA INTEGRALE alle aree naturali protette e siti di
Rete Natura 2000 come la Riserva dell’Abbadia di Fiastra.
Non ci toccano le insinuazioni di chi vuole mettere paura alla cittadinanza
perché l’amministrazione comunale come quella regionale di centro destra
faranno valere i suddetti motivi ostativi.
Quanto affermo è testimoniato dal mio impegno personale sul Cosmari che ho
portato avanti e sto portando avanti da anni non da sola”.