Dentro, a Palazzo Leopardi, il Consiglio regionale delle Marche celebrava in seduta aperta la ricorrenza che rende omaggio alle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata dal confine orientale. Fuori, sul piazzale nel piazzale Emanuela Loi, la Cgil Marche e le associazioni studentesche, stamattina protestavano in presidio contro l’apertura della Link Campus University, l’università privata con le facoltà di Medicina (a Fano e Ascoli) e Odontoiatria (Macerata). Le Marche sono una regione con un milione e e mezzo di abitanti e sono già sede dei quattro atenei pubblici di Ancona, Macerata, Camerino e Urbino.
Il parere positivo della Regione aveva scatenato un vespaio tra addetti ai lavori, sindacati e medici, anche per via della ricostruzione fatta da Cronache Maceratesi sui finanziamenti degli atenei privati alla Lega per la campagna elettorale delle Politiche del 2022.
Le ragioni per il no della Cgil sono varie, hanno ribadito i sindacalisti stamattina. «Intanto si contribuisce a disgregare il sistema universitario regionale, si drenano risorse pubbliche per la formazione affidata a provati, si perseguono logiche di mercato, non si aumenta il numero di medici, mancanza di trasparenza nel rapporto con i cittadini».
Eleonora Fontana, segretaria regionale di Cgil Marche evidenzia come «la formazione a tutti i livelli, deve essere pubblica e l’accesso al privato apre a un mercato dell’istruzione che non va nemmeno a supportare il sistema sanitario. Un sistema sanitario è forte se anche la formazione dei medici che avviene nella nostra regione è pubblica». Aggiunge Giuseppe Santarelli (Cgil Marche) che «è in atto un de-finanziamento all’università pubblica. La Legge di Bilancio ha tagliato 700 milioni al fondo nazionale ordinario e questo avrà una ricaduta anche negli atenei marchigiani. Nel frattempo si introduce questa università privata e chi chiediamo a vantaggio di chi, se le rette ammontano 0mila euro l’anno. Quante sono le famiglie marchigiane che potranno iscriversi i propri figli?» si è domandato.
Udu – Unione degli universitari, Gulliver, Udu Ancona, Udu Urbino Officina Universitaria, Asi – Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia e Adi Macerata Rete degli Studenti Medi hanno invece scritto una lettera al presidente Acquaroli (che si può sottoscrivere al seguente link) con la quale denunciano il parere favorevole concesso all’ateneo privato con rette che arrivano ai 20.000 euro annui, che minaccia il sistema pubblico e l’accesso equo alla formazione.
«Abbiamo reso pubblica la lettera inviata al presidente Acquaroli per chiederne la revoca immediata del parere favorevole. – spiegano le associazioni studentesche – La Link Campus è stata coinvolta in inchieste su irregolarità accademiche e finanziarie. L’unica vera soluzione per la formazione e la sanità nelle Marche è il rafforzamento dell’università pubblica e del sistema sanitario, non il sostegno a modelli elitari. Chiediamo al presidente Acquaroli di revocare il parere favorevole e garantire investimenti pubblici per un’istruzione di qualità, accessibile a tutti. Siamo qui stamattina, davanti alla sede della Regione Marche, per ribadire il nostro no alla privatizzazione dell’istruzione e difendere il diritto allo studio».
Secondo Sabrina Brizzola (Gulliver) la soluzione non è quella di «istituire corsi di laurea privati di for profit ma semmai finanziare il sistema sanitario nazionale e finanziare le università pubbliche che mesi fa hanno subito un taglio di più di mezzo miliardo di euro a livello nazionale e poter aprire e aumentare progressivamente il numero di studenti che possono iscriversi alle facoltà pubbliche di Medicina del nostro Paese». Ad portare la solidarietà ai manifestanti, questa mattina anche la capogruppo regionale del M5S, Marta Ruggeri e diversi consiglieri del Gruppo regionale Pd.
«L’esperienza mi dice che si possa fermare tutto ma non credo che lo farà la giunta regionale di centrodestra, che ha dato il nulla osta senza avviare una condivisione con docenti, studenti, ricercatori. – ha commentato Marta Ruggeri – Anche il M5S è per il potenziamento dell’Università pubblica e siamo a fianco di chi ritiene che la facoltà di Medicina di Ancona sia un fiore all’occhiello e i nostri futuri medici devono essere formati lì».
«L’insediamento nelle Marche della Link University con due corsi di Medicina è un’operazione squisitamente politica, voluta dalla Lega e avallata dalla giunta regionale. Ma soprattutto è un’operazione dannosa, perché non servirà, come sostengono il presidente Acquaroli e l’assessore Saltamartini, ad aumentare il numero di medici. Questa sciocchezza è stata già confutata da tante associazioni e sindacati del settore sanitario». A dirlo è stata la capogruppo regionale del Partito Democratico Anna Casini, che questa mattina insieme ad altri colleghi di gruppo, ha preso parte insieme agli altri consiglieri regionali del Pd al sit in di protesta degli studenti contro l’insediamento nelle Marche della Link University.
«Molto preoccupante, invece, è l’impatto che questa realtà avrà sul sistema universitario regionale. Con tutte le strutture regionali sotto pressione e l’Azienda ospedaliera di Torrette già convenzionata con l’Università Politecnica delle Marche, dove verrà svolta la formazione clinica dei nuovi medici? Non è un caso che a questo cruciale problema nessun esponente della maggioranza abbia ancora dato una risposta. – prosegue Casini – Temiamo che il centrodestra e la giunta Acquaroli, come evidenziato anche dagli studenti che hanno manifestato questa mattina davanti al consiglio regionale, stiano avviando un processo di privatizzazione del sistema universitario regionale che porterà a un drastico ridimensionamento degli attuali standard formativi e che, se non arrestato per tempo, potrebbe presto coinvolgere altri rami del sapere».
(Redazione CA)
(foto/video Giusy Marinelli)
Se, come sostiene la CGIL, il sistema sanitario è forte se anche la formazione è pubblica, viene spontaneo chiedersi quale sia la loro opinione sulla strategia fallimentare che ha portato allattuale carenza di personale sanitario. Cosa pensano le sigle riunite davanti a Palazzo Leopardi della mancata pianificazione e delle chiusure degli ospedali pubblici, scelte attuate proprio per volontà della sinistra?
Matteo Carbone In primis non cè carenza di personale sanitario e basta,ma cè carenza nel servizio sanitario pubblico! Il che è ben diverso! In secundis deviare largomentazione è una tecnica che non funziona più! Chiediamoci invece perché sono state cambiate le regole del gioco allultimo! Perché dal 17 gennaio il parere del Comitato regionale di coordinamento delle università non è più vincolante?! Perché?! Comitato di cui fanno parte anche i rettori e tre rappresentanti degli studenti! Diciamo che slogan e deviazioni dal merito li masticate bene democrazia e confronto un po meno! Che la scelta passata della sinistra in materia sanitaria sia discutibile è fuori da ogni ragionevole dubbio ma questo non comporta una risposta alle ultime vicende relative alle università! Tralasciando le zone dombra che presenta la scelta della regione,tralasciando la non trasparenza,tralasciando il fatto che lannuncio è stato riservato al post di Carloni tralasciando pure tutto questo! Chi esce dalle università oggi non è allettato dallidea di lavorare nel pubblicoergo la contestazione mossa è solo una provocazione misera che nulla ha a che fare con la manifestazione di questa mattina! E se fosse sfuggito era anche una manifestazione che intrecciava il tema del diritto allo studioe contro la privatizzazione del sapere! Capisco che per una parte politica che alimenta la competizione tra privato e pubblico sia di difficile comprensione
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Matteo Carbone nel 2025 leggere ancora l'equazione sanità pubblica = ospedali fa davvero cascare le braccia. La sanità pubblica oggi è e deve essere molto di più. Cronicità, emergenza-urgenza, socio-sanitario, richiedono risposte sul territorio ben diverse dagli ospedali, che in quanto macchine tecnologiche complesse drenano una marea di risorse umane e finanziarie a tutte queste altre strutture ugualmente necessarie. Avere ospedali con macchinari che lavorano al 30% o reparti semivuoti danneggia i cittadini, ai quali farebbe spesso molto più comodo avere nelle vicinanze una casa di comunità con medici di medicina generale presenti 7 giorni su 7 o una farmacia dei servizi. Cose ormai risapute ma negate solo da chi vuole coprire un fallimento quinquennale catastrofico.
Ma agli studenti cosa gli importa? Quali interessi si celano dietro questa protesta, dove erano questi perditempo quando la sinistra chiudeva gli ospedali, povera Italia,se questo è il futuro sarà l'estinzione dei cervelli.
Paolo Balducci ad aspettare la destra che li riaprisse ma così non è stato. Al governo sia della nazione che della regione che della città. È ancora parlate di sinistra. Davvero,0 pietà!
Simone Paciarotti riaprire 23 ospedali e ripotenziare gli altri dopo aver mandato a casa medici e infermieri le sembra semplice, è lei che fa pietà e non si vergogna di quello che scrive, si riprenda che il criceto è fuso e al posto di zippettare su un social cerchi di informarsi.
Paolo Balducci mandato a casa o forse se ne sono andati dall Italia e gli ospedali hanno chiuso? Lunico criceto che vedo è il suo.
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bravi!
Dagli oggi, dagli domani che alla fine le proteste non finiranno, solo che non sarò il povero Acquaroli a subirle. Lui si rifarà una vita dopo aver massicciamente fatto scoppiare il laboratorio politico della Meloni ,prototipo nelle Marche. Gli farà da assistente in qualche altro fallimentare progetto.
Come si possono accusare i giovani che hanno protestato davanti al palazzo Raffaello, di essere dei perditempo quando la sinistra chiudeva gli ospedali….ma erano dei ragazzini…..dove erano gli adulti e dove sono ancora….si lamentano e basta….dove era l’ opposizione…..