Raffaele Trimarco e Leonardo Evangelisti, titolari del Cave Club
Il Cave Club di Macerata si ferma. Non per sempre, come magari vorrebbero alcuni residenti di vicolo Tornabuoni, che nei mesi passati si erano lamentati per i rumori e gli schiamazzi del locale, ma per un piccolo restyling volto, spiegano i titolari, «a rinnovare i suoi spazi e migliorare la convivenza con il vicinato».
I titolari, Raffaele Trimarco e Leonardo Evangelisti, hanno annunciato la sospensione temporanea delle attività per effettuare dei lavori che possano rendere il locale ancora più accogliente e funzionale. Ma l’obiettivo non è solo quello di rispondere alle criticità sollevate, ma anche di migliorare l’esperienza degli stessi clienti. «Abbiamo riscontrato grande collaborazione da parte della maggior parte dei vicini, tranne qualche eccezione – sottolineano i due – per noi, è fondamentale garantire una convivenza serena tra chi vuole divertirsi e chi ha bisogno di riposare. Il Cave Club, fin dalla sua apertura, si è posto come punto di riferimento per la vita notturna e culturale di Macerata, offrendo un luogo di aggregazione per giovani e adulti. Con questa pausa, vogliamo investire ulteriormente nel progetto, rendendolo ancora più inclusivo e sostenibile».
Oltre agli interventi, il locale sta lavorando a un nuovo calendario artistico, che vuole portare in città eventi innovativi e coinvolgenti. «Stiamo preparando tante novità per il nostro pubblico, con iniziative che possano coinvolgere un pubblico ancora più ampio, dai giovani agli adulti – anticipano Trimarco ed Evangelisti – nel frattempo ringraziamo chi ha sempre sostenuto il Cave Club, sia sui social che partecipando agli eventi organizzati finora. Il nostro locale è nato per dare a tutti la possibilità di divertirsi insieme, nel rispetto reciproco. Ci prendiamo una pausa per tornare con un Cave Club rinnovato e ancora più attento alle esigenze di tutti».
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Il problema non è il Cave Club il problema è la maleducazione della gente
Pretendere che un capoluogo di provincia, sede di una Università che ha avuto riconoscimenti e quindi attira studenti anche da fuori, possa godere della presenza dei ragazzi soltanto quando affittano gli appartamenti o fanno acquisti, credo che sia un pochino ipocrita e forse miope. Da ragazzi tutti siamo andati in discoteca e per locali vari, poi stava alla nostra educazione comportarci dentro e fuori in maniera corretta perchè i gestori non erano né nostri genitori né insegnanti. Pertanto, se dei giovani hanno il coraggio e l’intraprendenza per aprire e gestire delle attività commerciali invece di essere mantenuti, personalmente li stimo, poi invece, se i clienti sono maleducati allora il codice penale prevede anche delle ipotesi di reato contravvenzionale, ma il gestore non può e non deve sostituirsi alle Forze dell’Ordine cui spetta intervenire qualora il riposo ed il sonno dei cittadini sia turbato da schiamazzi che superino la tollerabilità. Però, lo ripeto, se si vuole affittare agli studenti si sappia che vogliono anche divertirsi come da sempre avviene.