di Francesca Marsili
La sua assenza nel Consiglio comunale di ieri lo aveva lasciato immaginare: con una lettera consegnata poche ore prima dell’assise, l’assessore Fabiano Gobbi è stato cacciato dalla giunta, e la maggioranza si spacca. E’ nelle molteplici e discordanti motivazioni e in chi ne ha avallato l’espulsione, che ieri pomeriggio si è palesata una frattura latente tra le due liste di maggioranza “Tolentino popolare”, la stessa di Gobbi e del presidente del Consiglio Alessandro Massi che ne ha chiesto le dimissioni, e “Tolentino civica e solidale”, che si è «dissociata» da tale scelta al punto di uscire dall’aula.
Fabiano Gobbi
Nel decreto di revoca firmato dal sindaco Mauro Sclavi, si legge che Gobbi «nel corso del 2024, ha posto in essere iniziative e ha tenuto comportamenti non in linea con le direttive impartite dall’organo di governo, in particolare contrastando e disattendendo richieste considerate strategiche dall’amministrazione, e si è rifiutato di avviare/attuare punti importanti del programma amministrativo con cui si è presentata la coalizione». Inoltre, «che l’espressione di disagio di Tolentino Popolare ha trovato l’adesione ed è stata accompagnata da paritetiche manifestazioni di disappunto da parte di tutte le liste di maggioranza che hanno chiesto al sindaco di prendere provvedimenti nei confronti di Gobbi».
Motivazioni, lette in diretta appena pubblicato il decreto, che hanno lasciato di stucco gli esponenti di Tolentino civica e solidale. «Non discuto la decisione, ma alla lista di cui faccio parte è stata imputata una responsabilità – ha precisato l’assessora Elena Lucaroni – vorrei sottolineare che con l’assessore Gobbi non ho mai avuto delle controversie, mi dissocio da questa decisione che non mi appartiene». Il neo consigliere Federico Pieroni: «Non approvo che venga tirata in mezzo la lista Tolentino civica e solidale, non ho mai chiesto le sue dimissioni e non ho mai avuto problemi con lui, disconosco la frase riportata all’interno del decreto».
L’assessora Flavia Giombetti si è detta «esterrefatta. Leggo il decreto in questo momento e nego categoricamente quanto scritto: non ho mai avuto problemi con Fabiano – ha detto – Ricordo bene però che le motivazioni date da Massi sulla richiesta di dimissioni di Gobbi erano legate ad una questione interna al loro gruppo, ma qui c’è scritta tutta un’altra cosa, e vorrei anche capire perché sono basita». Nei giorni scorsi infatti, il presidente del Consiglio Alessandro Massi ha dichiarato che la richiesta di dimissioni di Gobbi, che evidentemente non lo ha fatto, erano frutto di un accordo stipulato con lo stesso ad inizio mandato: dopo due anni e mezzo avrebbe dovuto lasciare il posto alla consigliera Benedetta Lancioni. Sembra invece che l’ex assessore alle Attività produttive e Commercio sia stato accompagnato alla porta per ben altre motivazioni che la stessa lista del sindaco disconosce. Massi, visibilmente irritato, ha preso la parola: «Se il problema sono io, e lo dico a una certa parte della maggioranza, lascio. Non mai visto una scena vergognosa come quella in cui avete preso la parola criticando un atto del sindaco, è inaccettabile».
«Assumiti le tue responsabilità», ha ribattuto l’assessora Giombetti che assieme a Lucaroni e Pieroni hanno abbandonato l’aula. Tra l altre motivazioni che hanno portato alla defenestrazione di Gobbi c’è che «spesso, alle richieste di chiarimento avanzate dal sindaco, dai colleghi di giunta e dai consiglieri di maggioranza inerenti le scelte politiche e amministrative, non sono seguite risposte da parte del medesimo, tanto da costringere un consigliere del gruppo di maggioranza a formulare una richiesta di accesso agli atti per ottenere informazioni. Un comportamento – si legge – che ha creato divergenze e tensioni nei confronti dei funzionari dell’Ente e, in maniera ancor più grave, ha ingenerato malumori nella componente consiliare che sostiene la maggioranza di governo del Consiglio comunale e che tale situazione ha accentuato una instabilità politico-amministrativa con ripercussioni sulla funzionalità dell’Amministrazione comunale». Gobbi, nonostante gli incontri col sindaco che lo invitava a dimettersi, non ha avuto alcuna intenzione di lasciare la carica e ha in qualche modo legittimato Sclavi a procedere con “le maniere forti”. Di certo c’è che ora la maggioranza ha qualche problema.
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Quanto non si mantengono gli accordi presi è giusto prendere provvedimenti definitivi, chi manca di parola è bene che se ne assumi le responsabilità e venga cacciato….
Anche i sindaci quando superano i due contrasti con la cittadinanza dovrebbero essere cacciati via. Evidentemente è stato votato un generico qualcuno da cui ci si aspettava un soggetto dedito alla cittadinanza e non a se stesso. Invece nel male e nel peggio si arriva quasi sempre ai cinque anni anche perché chi avrebbe il dovere di intervenire su un non certo lineare comportamento specie dal punto di vista giuridico compreso il famoso abuso d’ufficio da rimettere immediatamente. Non mi riferisco all’articolo ma troppi ce ne sono per avallare questo comportamento che sarebbe del tutto normale. Un amministratore pubblico dovrebbe essere immediatamente rimosso quando non ha più il consenso della cittadinanza o il consiglio non vota una qualsiasi delibera da lui appoggiata e soprattutto voluta specie quando il personale interesse è sfacciatamente palese. Invece bisogna assistere continuamente a comportamenti talmente arroganti che non sarebbero assolutamente tollerati in un mercato ittico, o in qualsiasi assemblea pubblica dove si vorrebbero far valere. Figuriamoci in una fabbrica dove nessuno ti regala niente ma anzi visto che abbiamo gli stipendi più bassi in Europa, ti sottrae. Europa, che quando fa comodo qualcuno con gli occhi di fuori, sguardo da internato psichiatrico, dice che siamo stati tra i primi fondatori e quando sarebbe da nascondere il muso da qualche parte diventa cinica e bara. Adesso per fare un esempio, ci sono in provincia cittadine dove si formano continuamente comitati contro il sindaco di turno per fargli cambiare idea. Non sarebbe più facile, decisamente più opportuno cambiare. Comunque visto che non sono di Tolentino mi sembra educato spedire il commento anche ai paisà.