Spostamento dello stadio, città divisa.
Marzetti: «Opportunità da valutare»
Silenzi: «Civitanova non è in vendita»

POLISPORTIVO - La proposta di un gruppo milanese di abbattere e ricostruire la storica struttura in un'altra area divide politica e cittadini. Tra i sostenitori del cambiamento l'ex consigliere comunale: «Il Comune non ha le capacità finanziarie per intervenire sullo stadio, che sia il privato a farlo è un’opportunità da cogliere al volo, serve però trasparenza». Invita alla mobilitazione pubblica l'ex assessore Giulio Silenzi (Pd): «Spostare lo stadio è una proposta irricevibile». Manola Gironacci (Viviamo Civitanova): «Sarebbe più logico ristrutturarlo»

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Il Polisportivo

di Laura Boccanera

Spostamento dello stadio, abbattimento e nuova edificazione in un’altra area della città. La proposta di un gruppo imprenditoriale milanese sottoposta all’amministrazione comunale di Civitanova divide la città. Un’ipotesi che da tempo gira sebbene a proporla in prima battuta era stato proprio il sindaco Fabrizio Ciarapica, idea poi subito archiviata per la scia polemica che ne seguì. Ma uno spiraglio si è di nuovo aperto sulla base di questa nuova ipotesi progettuale che prevede l’abbattimento dello stadio storico, lo spostamento delle attività in esso contenute (calcio e pista di atletica) in un’altra area ancora non definita (nel progetto è definita nell’area dietro al Cosmopolitan, ma Ciarapica ha detto che potrebbero esserci altri spazi idonei in zona industriale o a Santa Maria Apparente) e nello spazio liberato strutture con destinazione turistico ricettiva, un parcheggio sopraelevato sopra altri impianti sportivi e parte commerciale.

Dopo le prime reazioni del mondo della politica due ex consiglieri comunali suggeriscono posizioni completamente agli antipodi: possibilista Sergio Marzetti, ex consigliere comunale di centrodestra: «bisogna avere coraggio»; totalmente contrario Giulio Silenzi, ex assessore al turismo e vicesindaco «proposta irricevibile, Civitanova non è in vendita».

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Sergio Marzetti

«Ritengo che la proposta non debba essere liquidata in quattro e quattr’otto – sottolinea Marzetti – va discussa, approfondita e valutata alla luce di diversi fattori. Innanzitutto le condizioni dello stadio polisportivo. Esso è fatiscente non solo nelle sue strutture murarie, ma anche e soprattutto nel tappeto verde. Un problema già posto non solo di recente ma anche decenni fa. Lo stato del campo di gioco è pietoso cosa comprensibile se si considera che in quasi settant’ anni non c’è stato mai un intervento radicale per rinnovarne la capacità di drenaggio. Precario anche lo stato delle tribune, gradinate e spogliatoi. Il Comune non ha le capacità finanziarie per intervenire e questo tutti lo capiscono. Che sia il privato a farlo, quindi, è un’opportunità da cogliere al volo, a meno che non ci siano condizioni seriamente avverse. E su questo c’è da discutere».

Secondo Marzetti sarebbe una soluzione, ma è necessario il coinvolgimento anche della tifoseria e dei cittadini illustrando con trasparenza il progetto per lo stadio e per l’area liberata ad uso turistico ricettivo. «Ovviamente occorre far conoscere la società proponente, dopo aver verificato la sua potenzialità finanziaria e, di conseguenza, la capacità di portare a termine l’intero progetto. Essenziale sarà la scelta dell’ area dove realizzare il nuovo stadio con tutte le altre attività ad esso connesse. Capisco benissimo che la scelta non è facile ma sono anche dell’ avviso che è nelle difficoltà che bisogna avere coraggio. Bisogna considerare che la Civitanova di 70 anni fa non è più quella di oggi, perciò le scelte di allora non sono più adeguate ad ad una città in continua crescita come la nostra. Non diciamo no solo per prevenzione, istinto e affezione».

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Giulio Silenzi

Su posizioni diametralmente opposte invece la riflessione di Giulio Silenzi: «Spostare lo stadio è una proposta irricevibile, Civitanova non è in vendita per far arricchire qualcuno, ci sia una reazione forte». L’ex vicesindaco e assessore al turismo evidenzia l’assenza di una proposta del genere nel programma politico del centrodestra sulla base del quale Ciarapica è stato votato: «la domanda preliminare da porsi è perché c’è bisogno di spostare lo stadio comunale? Se nel programma elettorale del sindaco, di Forza Italia e della coalizione di centro destra è chiaramente scritto che l’impianto va ristrutturato e riqualificato dove si trova, come è possibile discutere oggi di uno spostamento solo perché un’impresa milanese vuole fare speculazione a Civitanova? Si vuol vedere bene la proposta? Ma quale proposta se la condizione è edificare sull’area dello stadio e del parcheggio. Si tratta di una proposta irricevibile che neanche doveva essere portata in discussione in maggioranza con l’avallo dell’interessato e del sindaco. Come si può mettere in discussione una memoria storica e identitaria della nostra città?  Come è possibile che un sindaco accetti di valutare una proposta irricevibile a dieci mesi dalla sua sempre più annunciata candidatura al consiglio regionale delle Marche, ancora una volta con Forza Italia? Civitanova non è in svendita, preda di imprese innominate che non si sa da dove vengono e che si portano dietro chissà chi. Non è in vendita per far arricchire qualcuno che fa da intermediario. Dev’esserci una reazione forte, non solo da parte dei tifosi ma da tutta la città. Giù le mani dallo stadio, senza se e senza ma, mobilitiamoci».

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Manola Gironacci

Sullo spostamento dello stadio interviene anche l’associazione Viviamo Civitanova di Manola Gironacci: «il problema è la superficialità con cui si vorrebbe radere al suolo un pezzo di storia civitanovese. Come associazione ci chiediamo se Civitanova ha bisogno di nuove abitazioni e altri metri cubi di cemento. La crescita della città è in inversione negativa, i residenti stanno calando. Sarebbe stato più logico ristrutturare lo stadio esistente in una posizione unica vicino al mare, renderlo ancora più attrattivo anche turisticamente per mantenere l’identità Civitanovese con il suo “ippodromo” storico. Civitanova non ha bisogno di nuovi progetti ma è indispensabile concentrare le energie e la spesa per rendere più accogliente e ricettivo il centro storico, servono più parcheggi per i residenti e per le attività commerciali oltre ad una nuova viabilità e, certo, servono strutture turistiche, tutte quelle smantellate e con varianti destinate ad abitativo».

 

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