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«Atto aziendale Ast, scelte dannose
per l’ospedale di Macerata»

MACERATA - Il consigliere del gruppo misto Giordano Ripa ha analizzato i cambiamenti dei reparti: «un radicale ribaltamento dei ruoli tra il nosocomio del capoluogo e quello di Civitanova per quanto riguarda alcune specialità»

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Giordano Ripa, consigliere del Gruppo misto

«Scelte discutibili nell’atto aziendale dell’Ast di Macerata, persino dannose a discapito dell’ospedale di Macerata privandolo di servizi che ne hanno segnato anni di eccellenza», così il consigliere Giordano Ripa del gruppo misto e coordinatore della lista civica “Futuro per Macerata”.

L’atto aziendale è stato presentato nei giorni scorsi e il consigliere ha analizzato il testo e tratto le sue conclusioni. «Con il nuovo atto aziendale si procederà, nell’ambito dei dipartimenti, ad un radicale ribaltamento dei ruoli tra l’ospedale di Macerata e quello di Civitanova per quanto riguarda alcune specialità. Una scelta inaccettabile per una gestione razionale e funzionale del percorso di prevenzione e cura che va garantito ai cittadini».

Ripa parla di «frammentazione di servizi, strutture e personale che non ha niente a che fare con le reali necessità della popolazione che dovrebbe essere al centro delle scelte per risposte efficaci, rapide ed organiche e che possono essere trovate solo in strutture sanitarie organizzate e consolidate nel tempo». Per Ripa anche se la politica «si chiama fuori dalle decisioni prese è chiaro che alcune scelte che stanno per concretizzarsi hanno poco a che fare con quelle che andrebbero fatte in campo medico. Gli ospedali dell’Ast di Macerata avrebbero bisogno di essere riqualificati puntando sulle tante potenzialità presenti in ognuno di essi piuttosto che eseguire modesti “trapianti” di cui beneficeranno sicuramente certi territori e sanitari, ma che sono inutili e persino dannosi se guardiamo alla salute dei cittadini».

Attualmente a Macerata c’è una Unità operativa complessa di Pediatria e Neonatologia, articolata in Unità operativa semplice di Neonatologia e follow-up neonatale, Unità operativa semplice di patologie urgenze-emergenze pediatriche, Unità operativa semplice di pediatria ambulatoriale ed integrazione ospedale territorio, ma le tre Unità operative semplici sono vacanti perché non è mai partita la procedura per riassegnarle dopo pensionamenti e licenziamenti.

A Civitanova è attiva una Unità operativa semplice dipartimentale che il nuovo atto aziendale prevede di trasformare in Unità complessa di Pediatria e Neonatologia mentre l’Unità complessa di Pediatria di Macerata verrà decurtata della Neonatologia creando una Unità semplice dipartimentale disarticolando l’attuale organizzazione con conseguente frammentazione della presa in carico che è sempre stata univoca dalla nascita per tutta l’età pediatrica e gestita con continuità dall’equipe medica con competenze pediatriche e neonatologiche. Oltre a crescere il sospetto che l’aumento della complessità sia solo il preludio di un progressivo spostamento di attività tra Macerata e Civitanova, c’è la certezza di un problema di presenza di personale. Teoricamente una Unità semplice dipartimentale dovrebbe avere personale a sé il che amplifica il problema di reperire pediatri».

Secondo Ripa con questa rivisitazione «appare chiaro che non si guarda ai reali bisogni dell’assistenza pediatrica che ne avrebbe di cose da implementare, primo tra tutti il lavoro sui bambini con patologie croniche inguaribili. Si smonta qualcosa che funziona e, come specchietto per le allodole, si usa lo scorporo del dipartimento maceratese per giustificare un miglioramento che, in realtà, non è necessario né sostenuto da numeri». Poi c’è la Pneumologia: «Civitanova salasserà anche la pneumologia di Macerata per attivare una Unità operativa semplice dipartimentale di diagnostica bronco-pneumologica utilizzando personale medico formato ed esperto della Unità operativa complessa di malattie dell’apparato respiratorio del capoluogo. Un chiaro indebolimento del reparto maceratese». Tra le modifiche l’addio di Macerata all’Unità complessa di Geriatria, «in barba all’incremento progressivo dell’età media della popolazione con pluripatologie riacutizzate che spesso necessitano di ricovero ospedaliero. L’atto aziendale avrebbe dovuto prevederne la riqualificazione in Unità complessa».

Altre modifiche, continua Ripa: «Nel dipartimento chirurgico salta all’occhio la presenza di due Unità operative semplici afferenti all’Unità complessa di Chirurgia di Civitanova: chirurgia tiroidea e chirurgia vascolare. La creazione di un centro per la chirurgia della tiroide sbandierato, nei mesi scorsi, in cui si diceva che sarebbe stato un Centro di alta specializzazione con valenza regionale ed extraregionale in realtà è soltanto una Unità operativa semplice, quindi molto meno di quello che si voleva far credere. Ma il reale e gravissimo problema è che per creare l’Unità operativa semplice di Civitanova, la chirurgia della tiroide è stata eliminata dalle competenze della Unità operativa complessa chirurgica di Macerata privando di un efficace punto di riferimento  i cittadini vietando la possibilità di poter essere operati all’ospedale di Macerata dove storicamente è nato e cresciuto un circuito clinico funzionale molto efficiente e riconosciuto dai sistemi di controllo nazionale».

Infine Ripa sottolinea che sarebbe stato «essenziale istituire una Unità operativa complessa di Chirurgia Vascolare o almeno una struttura operativa semplice Dipartimentale autonoma all’interno dell’ospedale di Macerata. Invece hanno operato la scelta paradossale di creare una Unità operativa semplice di Chirurgia vascolare a Civitanova. Perché l’Ast non ha puntato a completare a Macerata il circuito di altissimo livello costituito dalla Unità operativa di Medicina, che ha un forte indirizzo vascolare, e dalla Unità Operativa di Radiologia interventistica che rappresenta una eccellenza nel settore?».

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