Teatri patrimonio Unesco,
Carancini: «Passati da 62 a 14.
Sonora sconfitta e beffa per lo Sferisterio»

POLITICA - Il consigliere regionale del Pd Romano Carancini dopo la candidatura annunciata dal governatore Acquaroli: «Ancora una volta la filiera della destra ha danneggiato i marchigiani facendo annegare le prospettive del progetto, non solo elimina definitivamente i piccoli centri della nostra regione ma include anche teatri dell’Umbria e dell’Emilia Romagna». E sull’arena di Macerata: «Mai avviato il percorso promesso, vergognosa esclusione»

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Romano Carancini

«Da 62 teatri storici a 14 una proposta che è stata drasticamente stravolta sia nei suoi obiettivi che nella sua filosofia iniziale» così il consigliere regionale del Pd, Romano Carancini sulla candidatura per i teatri a patrimonio Unesco. «Ha dell’incredibile – dice Carancini – come il presidente Francesco Acquaroli e l’onorevole Giorgia Latini vogliano far passare come un grande successo una loro sonora sconfitta, frutto di approssimazione e scarsa attitudine alla cultura. Sì, perché di fatto questo ci dice la notizia dell’avanzamento della candidatura a patrimonio Unesco di 14 teatri storici delle Marche. Solamente 14, di fronte a una proposta iniziale che prevedeva una lista di ben 62 teatri».

Carancini ricorda che «secondo Acquaroli e Latini il riconoscimento Unesco per i 62 teatri avrebbe rafforzato il tratto identitario delle Marche su scala mondiale e valorizzato soprattutto i piccoli comuni che ospitano, è vero, scrigni architettonici di una bellezza unica. Invece, ancora una volta, la filiera della destra ha danneggiato i marchigiani facendo annegare le prospettive del progetto in una candidatura che non solo elimina definitivamente i piccoli centri della nostra regione, lasciandone appena un quinto di quelli proposti, ovvero i più grandi, ma che include anche teatri dell’Umbria e dell’Emilia Romagna, cancellando ogni specificità marchigiana.

D’altra parte – aggiunge Carancini – anche l’iniziale progetto era nato morto. Va ricordata l’ingiustificata esclusione dello Sferisterio di Macerata che, sin dal 2022, la giunta Acquaroli ha inspiegabilmente tagliato fuori dalla lista di candidatura, sebbene si tratti del monumento simbolo della nostra regione, il più conosciuto e apprezzato al mondo, che rientra a pieno titolo nel circuito dei teatri storici marchigiani sin dal 1868.

Se lo avesse inserito da subito, oggi lo Sferisterio sarebbe stato certamente nella lista finale stilata dal ministero. Un altro gravissimo errore della destra, che, in questo caso, mortifica e umilia anzitutto Macerata». Carancini parla anche di beffa: «Acquaroli, Latini e l’attuale assessore alla cultura Biondi, nonché vari esponenti politici maceratesi, avevano assicurato che per lo Sferisterio sarebbe stato intrapreso un percorso ad hoc di riconoscimento a patrimonio Unesco. Percorso mai avviato e neanche lontanamente programmato» e la definisce una «vergognosa esclusione». E aggiunge «il tutto – conclude Carancini – nell’assurdo silenzio del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, completamente appiattito sulla linea degli amici politici in Regione e in Parlamento, che ha accettato supinamente l’esclusione in cambio di una legge che finanzia lo Sferisterio per colmare i buchi dei bilanci di questi ultimi anni di sua gestione».

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