Ast, polemiche sull’atto aziendale
Oncologia non si sdoppia
Potenziati i servizi a Civitanova

MACERATA - Le novità presentate ai primari e ai sindacati. Unità di Chirurgia della tiroide, Pneumologia e Neurologia in riva all'Adriatico. Il consigliere regionale Carancini: «Spostano il baricentro sulla costa. Mi appello al direttore generale Marini per porre rimedio a queste criticità»

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Alessandro Marini, nuovo direttore generale dell’Ast Macerata

di Luca Patrassi

Il nuovo direttore generale dell’Ast di Macerata Alessandro Marini, in un recente incontro con i sanitari, ha tenuto a sottolineare che si tratta di un atto provvisorio, resta il fatto che l’atto aziendale appena presentato ai primari e alle forze sociali è molto simile a quello annunciato mesi fa e subito al centro di contestazioni. Una sessantina di pagine, in ognuna delle quelli c’è bene in evidenza in sovrimpressione la parola “bozza”. E’ anche vero che dalle nostre parti il termine provvisorio è usato come sinonimo di definitivo. Qualcosina è cambiato dalla prima stesura provvisoria a quella che circola in questi giorni.

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Nicola Battelli, primario dell’unità operativa complessa di Oncologia dell’Ast di Macerata

L’ipotesi del raddoppio in Ast delle unità operative complesse di Oncologia: sembra saltata la proposta del salto di categoria del reparto civitanovese diretto da Giovanni Benedetti.

Resterebbe in Ast una sola unità complessa di Oncologia: quella di Macerata guidata da Nicola Battelli che si dice non abbia manifestato entusiasmo all’insorgere dell’ipotesi raddoppio. Per il resto le novità provvisorie di alcuni mesi fa compaiono ancora. La Neonatologia di Macerata sarebbe tolta dalla gestione dell’Unità operativa complessa di Pediatria guidata dalla primaria Martina Fornaro, per diventare una autonoma Uosd (Unità operativa semplice dipartimentale). Formalizzata la “retrocessione” di Geriatria che non sarà più una unità complessa. I vantaggi che si evidenziano nell’atto aziendale per Civitanova: indicate nuove Uosd di Neurologia e di Pneumologia.

Dalla Regione hanno sempre detto che il piano sanitario si sarebbe fatto sulla base delle indicazioni degli operatori e dunque la nascita di una unità operativa di Chirurgia della tiroide a Civitanova lascerebbe intendere che ci sia stata una richiesta in tal senso dalla Chirurgia di Macerata e dal suo primario. Impossibile avere un commento dagli interessati, ma è difficile credere che ci possa essere stata una indicazione in tal senso. L’esternalizzazione della chirurgia della tiroide è anche stata al centro di forti polemiche anche per una questione legata alla sicurezza dei pazienti, è evidente che chi ha dato questo tipo di indicazione provvisoria fornirà anche gli elementi sanitari di sostegno. Servizi in più o in meno, sigle, reparti, opere edili.

Giova ricordare una frase che alcuni anni fa un luminare della sanità maceratese ribadiva: «Gli ospedali li fanno i bravi medici, non i muri». Non solo in sanità, per la verità. In sessanta pagine di atto c’è spazio, ovviamente provvisorio, per obiettivi quasi da Nobel unificato per la pace e per la medicina: «L’integrazione delle cure domiciliari comporta un approccio multidisciplinare, con team composti da medici, infermieri, fisioterapisti e assistenti sociali che collaborano per fornire un’assistenza personalizzata e mirata alle necessità individuali dei pazienti, specie quelli cronici e fragili. Grazie alle nuove linee guida regionali, si adottano standard tecnologici e organizzativi avanzati per garantire un’assistenza coordinata e continua. Questi standard includono tecnologie di telemedicina che permettono il monitoraggio a distanza dei pazienti, favorendo interventi tempestivi e riducendo i trasferimenti in ospedale. L’obiettivo di prossimità dei servizi viene ulteriormente supportato da percorsi agevolati di accesso alle prestazioni e da iniziative di sensibilizzazione e informazione per avvicinare la comunità alle risorse disponibili». Sul significato di “avvicinare la comunità alle risorse disponibili” si può chiudere un consulto.

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Romano Carancini, consigliere regionale dem

Intanto arriva l’opinione del consigliere regionale del Pd ed ex sindaco di Macerata Romano Carancini: «Sono 57 pagine quasi esclusivamente di aria fritta visto che non fa altro che riportare indirizzi e ruoli dei vari organismi decisionali. L’atto aziendale della Ast di Macerata è una profonda delusione, parlare di delusione è anzi riduttivo, ci sarebbero da chiedere le dimissioni di chi lo firmerà se non fosse che il direttore generale precedente se ne è andato e quello nuovo è appena arrivato. Siamo di fronte a un pessimo atto aziendale».

Non è una questione di campanile tiene a osservate l’esponente Dem: «Non ne faccio una questione pro Macerata o pro Civitanova: è semplicemente evidente il tentativo di spostare il baricentro della sanità maceratese a Civitanova. I segnali in tal senso sono questi: a Macerata non c’è più l’unità operativa complessa di Geriatria e la cosa più incomprensibile è che questa scelta sancisce la fine della storia di una delle unità più importanti della sanità maceratese. Poi lo smantellamento di Pediatria a Macerata: senza spiegazione si porta Neonatologia a Civitanova e si stravolge l’impostazione de Dipartimento guidato da Mauro Pelagalli che ora si chiama “della salute della donna e del bambino”. Anche in questo caso si fa una scelta senza motivazioni e senza il sostegno dei numeri: il reparto di Ostetricia di Macerata è tra i primi delle Marche, è una scelta inaccettabile e la città si dovrebbe ribellare. Altro elemento grave riguarda la Chirurgia. Cosa fanno? Spostano alcuni volumi a Civitanova nonostante Civitanova e Camerino insieme non raggiungano i numeri di Macerata: tre unità semplici di chirurgia a Civitanova e due a Camerino. C’è tra queste anche l’unità di chirurgia tiroidea spostata a Civitanova nonostante Medicina nucleare sia a Macerata, così come le altre unità connesse».

Il consigliere regionale del Pd Romano Carancini conclude: «Manca un’analisi della appropriatezza ospedaliera, manca un’analisi delle cure sanitarie, manca la programmazione con i comuni per le case di cura. Il giudizio di sintesi: è un atto aziendale profondamente deludente che sposta incomprensibilmente il baricentro di alcune situazioni, ci sono delle forti criticità. Bene invece il dipartimento di Oncoematologia. Mi appello al direttore generale Marini per porre rimedio a queste situazioni macroscopische».

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