Il grido d’aiuto dei commercianti:
«Senza Zona franca urbana chiuderemo»

SISMA - Alessandro Morani, vissano: «Toglierla e non riconfermare la possibilità di usare il vecchio credito d'imposta sarà una mazzata». Samuela Caponera, titolare di un centro estetico a Camerino: «O si mangia o si chiude»

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Alessandro Morani

di Monia Orazi

Zona Franca Urbana, commercianti del cratere lanciano l’allarme: «Senza proroga saremo costretti a chiudere». I commercianti delle aree più colpite dal sisma del 2016 denunciano il mancato rinnovo della possibilità di utilizzare il credito d’imposta per il 2025, mentre la ricostruzione è ancora in corso.

«Togliere la Zona franca urbana e non riconfermare la possibilità di usare il vecchio credito d’imposta riconosciuto dallo Stato sarà una mazzata che potrà dare un colpo abbastanza forte all’attività e all’economia locale», afferma Alessandro “Sasha” Morani, commerciante di Visso.

La situazione è particolarmente critica nei comuni più danneggiati, dove la ricostruzione, sebbene avviata, richiederà ancora «almeno 3-4 anni affinché questa ricostruzione veda la possibilità di far rientrare le persone all’interno delle abitazioni» continua Morani.

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Samuela Caponera

Drammatica è anche la testimonianza di Samuela Caponera, titolare di un centro estetico al Sottocorte Village di Camerino.

«O si mangia o si chiude. I contributi significano che io non mangio, allora o pago i contributi o sono costretta a non pagare le tasse». La commerciante evidenzia come il suo territorio abbia «perso più della metà degli abitanti» e come la sua attività sia stata ridimensionata: «Mi ritrovo in 30 metri quadrati di negozio, dove le attività non hanno mai ripreso».

Gli operatori chiedono una revisione del cratere che tenga conto delle zone più colpite. «Dovrebbero ripensare magari a ridurre il cratere così l’esborso economico sarebbe minore, però devono comunque riconfermare la Zona franca urbana e lasciare la possibilità di dare ossigeno alle attività che sono sul posto», propone Morani.

«Non starei qui ad elemosinare 4mila euro l’anno perché fa ridere, ma questi soldi a me servono per mangiare – afferma Caponera – finché non abbiamo una stabilità come prima, distruggere questi 10 negozi rimasti in piedi significa far morire un paese». Una decisione sulla proroga della misura dovrebbe arrivare entro il 21 marzo.

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