Spazio pubblicitario elettorale

Comune, il messaggio di Micucci Cecchi:
«Dignità e spazi a Pensiero e Azione.
Ritiro delle deleghe a Iommi e Cassetta»

MACERATA - Il coordinatore dell'ex civica Parcaroli chiede la sostituzione degli assessori eletti con la sua lista. Sul mancato voto al bilancio: «L'atto è arrivato troppo tardi e senza confronto, così si è capito che noi siamo essenziali per la maggioranza. Non c’è un piano B, c’è voglia di ristabilire serenità in maggioranza, se nel futuro non ci saranno gli spazi, ognuno prenderà la propria strada. Non vogliamo “buttare tutto a coppe”, pensiamo si possa risolvere ma vanno mantenuti gli equilibri che l'elettorato ha voluto»

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Gianluca Micucci Cecchi (a sinistra) alla guida dell’ex civica Parcaroli che ha rotto con il sindaco Sandro Parcaroli (a destra)

di Luca Patrassi

«Dignità politica, rispetto dell’elettorato e spazio negli organismi decisionali»: il coordinatore della lista civica “Pensiero e Azione” Gianluca Micucci Cecchi fa il punto sulla loro posizione all’interno, o all’esterno, della maggioranza di centrodestra. La lista civica era stata voluta dal sindaco Sandro Parcaroli a sostegno della sua candidatura a sindaco risultata vincente al primo turno, poi uscite varie ed ora il cambio di nome, da lista Parcaroli a “Pensiero e Azione”. Non è la Giovane Italia e nemmeno, in piccolo, la Giovane Macerata. L’altra settimana i due consiglieri comunali superstiti del gruppo già parcaroliano (la lista ne aveva eletti quattro, Romina Leombruni passata a Fratelli d’Italia, Sabrina De Padova passata al Gruppo misto e i due rimasti che sono Cristina Cingolani e Alessandro Bini) non si sono presentati al Consiglio comunale sul bilancio facendo mancare il numero legale. Il problema però non sarebbe politico ma amministrativo: il Consiglio si sarebbe dovuto svolgere a metà dicembre ma il bilancio non era pronto e il Consiglio era stato rinviato al 27 con diverse persone che avevano già programmato turni di lavoro e vacanze natalizie. Fatta la premessa, il dubbio però resta. “Pensiero e Azione” è in maggioranza o no?

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Alessandro Bini e Cristina Cingolani, gli unici consiglieri rimasti dell’ex lista Parcaroli

Il coordinatore è Gianluca Micucci Cecchi ed è lui a spiegare la situazione del gruppo civico, nel centrodestra ma anche no, in maggioranza ma fino a un certo punto, con il sindaco ma nel rispetto reciproco. «La lista civica è una delle componenti di questa maggioranza che sin dall’inizio ha creduto nel sindaco e nella sua progettualità. Il programma è stato oggetto di un lavoro di squadra, il mio obiettivo è cercare di mantenere questa coerenza, attualmente non vedo la compiutezza di questa coalizione. C’è stato un qualcosa che ha fatto in modo che una componente, importante ai fini del risultato elettorale, che oggi non ha quella considerazione che avrebbe dovuto avere e che all’inizio aveva. C’era un certo equilibrio anche nella rappresentanza nell’amministrazione comunale, questa cosa strada facendo si è persa. Non ci sono contrapposizioni da parte nostra nei confronti di alcuno, non del sindaco, non degli assessori, non dei rappresentanti politici. Il mio ruolo è quello di chiedere di mantenere gli equilibri che l’elettorato ha voluto. Se avessimo avuto una voce in capitolo migliore, non solo in termini di rappresentanza in giunta, oggi non ci troveremmo qui a discutere. Il problema è che noi siamo esclusi da tutti i tavoli di consultazione. Nella mia testa c’era il desiderio di costruire insieme il percorso per la realizzazione del programma, le linee guida. Non ci sono consultazioni, siamo chiamati ad esprimere il voto nella fase finale, credo sia svilente come ruolo. Come distribuire cariche e incarichi è una questione che è venuta fuori ma io non ho mai chiesto nulla al sindaco, nemmeno per me. Il sindaco lo sa, testimoni molte persone: non ho chiesto di andare all’Apm, non ho chiesto di fare il capo di gabinetto. Ho inteso il mio ruolo come di sostegno, io ho dato molta fiducia al sindaco».

Fiducia non ricambiata? «Credevo che percepisse che poteva contare su di me, le cose sono cambiate, non so cosa è successo veramente, non ho mai avuto screzi con il sindaco e con la maggioranza se non quando sono stato alla guida dell’Apm e pensavo che dovessero ascoltare le ragioni dell’azienda». La cronaca più recente, le assenze al Consiglio sul bilancio: «Le possiamo leggere in tante maniere. La seduta era stata fissata per il 16-17 e 18, molte persone si sono organizzate per il lavoro e per i viaggi. Noi siamo il centrodestra, la parte forse più moderata, quella meno vincolata dai rigidi schemi di partito. La nostra appartenenza alla maggioranza è subordinata al verificarsi di alcune condizioni come il riconoscimento della pari dignità. Con un passo indietro della maggioranza questo rapporto si può mantenere, desidero che vengano ristabiliti gli equilibri di dignità e di rispetto, le cariche e gli incarichi sono la traduzione di questo rispetto, la rispondenza al dato elettorale». In sostanza non riconoscere più i vostri rappresentanti in giunta? «Attenzione, la cosa più profonda è lo svilimento di questo gruppo politico. Quando sei il sindaco e hai necessità di discutere un problema, imposti una azione condivisa e non la cali dall’alto».

Il vostro giudizio sul bilancio? «Di questo abbiamo iniziato a discutere, i giudizi non sono uniformi. Non do un giudizio estremamente positivo anche per la piccola esperienza che ho maturato: ad esempio iscrivere a bilancio come dividendo l’utile dell’Apm è un errore, l’utile deve essere investito».

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Gianluca Micucci Cecchi, ex presidente dell’Apm

In mancanza di segnali da parte della maggioranza che farete, un centrodestra di opposizione? «Non siamo una vera opposizione, fino ad oggi sarà capitato due volte che ci siano stati momenti di non perfetta coerenza. Il bilancio andava condiviso prima di andare in aula».

Il centrosinistra dice che la maggioranza si è ridotta a 15 consiglieri, quindi vi considera all’opposizione: «Quello che è successo il 27 con la mancanza del numero legale sul bilancio non ha fatto altro che mettere in luce due situazioni: si è arrivati troppo lunghi e senza confronto eppoi si rende palese che se non c’è una parte di questa coalizione non c’è maggioranza, quindi “Pensiero e Azione” non è marginale, è essenziale. Senza i nostri due consiglieri oggi la maggioranza “ristretta” avrebbe una seria difficoltà ad andare avanti. Tra persone ragionevoli si va a discutere di questa realtà».

Manca un anno alle elezioni, l’unico momento rispetto al quale avreste voce in capitolo è il voto sul bilancio: «Le cose importanti non sono tantissime, il bilancio è importante.  Interlocuzione aperta nel gruppo ma siamo molto uniti».

Avete dato un ultimatum al sindaco? «Sandro è stato un personaggio che mi ha colpito, ha delle qualità che non vengono ben evidenziate dalla politica, va al nocciolo della questione con grande facilità, poi la soluzione al problema è un altro paio di maniche, tende a decidere da solo, forse ha traslato il modello di imprenditore».

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Gli assessori civici Silvano Iommi e Katiuscia Cassetta

Se dovesse indicare settore che secondo voi avrebbero più bisogno del vostro sostegno? Cultura? Urbanistica? Lavori pubblici? Micucci Cecchi sorride e osserva: «E’ una domanda maliziosa. Non ho difficoltà ad apprezzare il lavoro degli assessori dove è stato fatto, in ognuno di questi forse avremmo potuto aggiungere un pezzettino noi suggerendo delle cose. Non facciamo parte di nulla, non riusciamo a parlare dell’Ircr, dello Sferisterio. I nostri due rappresentanti in giunta (Katiuscia Cassetta e Silvano Iommi, ndr) sono usciti dal gruppo con motivazioni personali rispettabili, un percorso che hanno voluto fare loro, su questo il sindaco si è posto in una posizione rigida anche se noi non abbiamo chiesto nulla. Però domando a me stesso: se un assessore della Lega oggi passasse a un altro gruppo politico, la Lega chiederebbe al sindaco di sostituirlo o sarebbe silente di fronte a questa scelta. Qualunque forza politica chiederebbe al sindaco di rimuoverlo dall’incarico, perché non noi?».

Il futuro? «La mano tesa del gruppo c’è sempre stata, abbiamo discusso anche con altri gruppi e, un po’ meno, con la maggioranza: non abbiamo preso alcun accordo. Dovremmo mantenere questa coalizione con restituzione dello status di interlocutore. Le persone che vanno a ricoprire un incarico sono la voce del gruppo di provenienza e di tutta la maggioranza».

Nel caso non sia possibile ristabilire il contatto? «Il piano B? Non c’è un piano B, c’è voglia di ristabilire serenità in maggioranza, se nel futuro non ci saranno gli spazi, ognuno prenderà la propria strada. Parlare di questo però significherebbe dire che vogliamo “buttare tutto a coppe” ma siamo intellettualmente onesti, pensiamo che si possa risolvere».

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