La riunione dei rappresentanti dei cinque Comuni
Si è svolta questa mattina una riunione convocata d’urgenza tra gli amministratori dei cinque Comuni su cui opera l’Istituto comprensivo Simone De Magistris che, secondo una proposta della giunta regionale, in base alle indicazioni dell’Ufficio scolastico delle Marche, sarà accorpato all’Omnicompnrensivo Frau-Leopardi di Sarnano. Una scelta che non piace affatto ai sindaci di Caldarola, Belforte del Chienti, Camporotondo, Cessapalombo e Serrapetrona, tanto che hanno immediatamente avviato una fase di concertazione per opporsi alla nuova riorganizzazione proposta.
Erano presenti all’incontro il sindaco di Caldarola Giuseppe Fabbroni con l’assessore Paola Scaficchia e il consigliere Sergio Grasselli; il sindaco di Belforte del Chienti Alessio Vita con il vicesindaco Mariella Migliorelli, l’assessore Claudio Cipollari e i consiglieri Elio Carfagna e Antonella Sciamanna e i sindaci di Camporotondo, Massimiliano Micucci, di Cessapalombo, Giuseppina Feliciotti, e Serrapetrona, Silvia Pinzi. Unanime la contrarietà all’accorpamento che porterebbe un’unica dirigenza scolastica e un’unica graduatoria per il personale e il corpo docenti. I dubbi dei sindaci riguardano in primis i tempi e i modi in cui si è agito: «Chiediamo alla giunta regionale – dicono gli amministratori dei cinque Comuni in una nota congiunta – di rinviare la decisione definitiva, che dovrà avvenire dopo il parere della Prima commissione consiliare e del Comitato autonomie locali, dopo un necessario confronto con le amministrazioni comunali interessate dal riassetto».
L’ingresso del De Magistris a Caldarola
I sindaci entrano nel merito delle obiezioni. «Accorpare il nostro istituto comprensivo a un’altra realtà – spiegano – comporta un ulteriore impoverimento di un territorio già svantaggiato a seguito dei danni del terremoto e dello spopolamento che era iniziato prima del 2016 e si è accentuato successivamente. Una mossa che cozza con la volontà, più volte manifestata anche dagli enti sovracomunali, di voler ripopolare i borghi dell’entroterra su cui, proprio negli ultimi anni, sono state investite ingenti risorse europee e statali. Siamo tutti consapevoli che per essere appetibili nei confronti delle giovani coppie dobbiamo aumentare i servizi e non diminuirli o impoverirli». Poi la questione geografica e formativa: «L’accorpamento proposto coinvolge un territorio di nove Comuni, con un’area geografica vastissima e oltre mille studenti che andrebbero dai 3 ai 19 anni. Ci resta difficile immaginare l’impegno per un solo dirigente che si troverebbe a gestire piani scolastici totalmente differenti, personale da dislocare nelle diverse sedi e problematiche legate alle diverse fasce d’età con le criticità che vanno dall’infanzia all’adolescenza».
A proposito del personale, i sindaci evidenziano come «docenti e collaboratori, facendo capo a un unico istituto, potrebbero essere disposti in tutto il territorio in cui opera il mega-istituto. Ipoteticamente, da uno dei cinque comuni, un docente potrebbe essere assegnato anche a Monte San Martino o Penna San Giovanni, paese tra quelli inclusi nell’Omnicomprensivo Frau-Leopardi, con tempi di spostamento che vanno oltre un’ora». Stesso problema per gli alunni: «Guardando al futuro, dopo la deroga per le classi del cratere, è possibile che il De Magistris non abbia i numeri per formare una classe completa che quindi verrebbe accorpata a quella di un altro paese compreso nel territorio dell’Omnicomprensivo. Come si può pensare di portare gli studenti dei nostri Comuni a più di un’ora di strada da casa? È una proposta che non assicurerebbe stabilità né al nostro territorio né a quello di Sarnano. Se si devono ottimizzare le risorse, questo tipo di accorpamento potrebbe essere proposto in altri territori come quelli verso la costa, dove le distanze sono minori e gli spostamenti più facilitati». Preoccupazione anche riguardo l’offerta formativa: «Gli istituti vengono spesso interessati da bandi, fondi, progetti già avviati che richiedono tempo e impegnano personale dedicato. Distribuire l’organizzazione su un raggio così vasto significa disperdere le risorse e renderle inefficaci per tutti gli indirizzi».
Dunque arriva la proposta degli amministratori: «Vorremmo un confronto serio e costruttivo – concludono – è necessario che la decisione venga presa dopo aver ascoltato le criticità legate ai territori e non ai numeri. La nostra richiesta è che l’organizzazione del De Magistris resti come quella attuale e che eventuali proposte di modifica vengano concertate con tutti gli amministratori interessati e in tempi e modi ragionevoli».
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