Mario Vichi
«La Regione aumenti il contributo per gli ospiti delle residenze protette per anziani e persone fragili: servono almeno dieci euro in più». A dirlo è Mario Vichi, presidente del Comitato enti gestori delle Marche. Che fa un raffronto tra la nostra regione che stanzia 37 euro al giorno e altre come la Toscana che ne mette quasi il doppio: 60, o il Veneto, 52 e l’Emilia Romagna 58 euro al giorno.
Il Comitato sottolinea che serve un «intervento della Regione per fronteggiare i continui aumenti dei costi di gestione e soprattutto l’impatto dei nuovi contratti di lavoro delle cooperative. Il tema coinvolge tutte le residenze per anziani della regione e proprio per questo abbiamo scritto al governatore Francesco Acquaroli e ai dirigenti della sanità regionale non escludendo una presa di posizione forte per far capire all’opinione pubblica che il modello della residenzialità rischia di implodere con la conseguenza che a pagare il conto (non solo economico) saranno le famiglie».
Secondo Vichi «I costi sostenuti dalle strutture per adeguarsi agli obblighi della Legge 21 e i rinnovi contrattuali del personale che lavora nell’ambito sociosanitario pesano enormemente sui bilanci delle residenze. Gli enti pubblici vedono coperti i costi dallo Stato, gli enti convenzionati, come noi, si devono accollare tutto l’onere e si è costretti ad aumentare le rette fino a oltre 10 euro al giorno».
Secondo Vichi, a fronte dei 37 euro che vengono stanziati «il costo di un ospite sta intorno a 100 euro al giorno. Chi paga il resto? Le famiglie o la struttura va in fallimento. A fronte di quanto corrisposto dalla sanità regionale, va detto che oggi nelle strutture per anziani vengono inseriti ospiti sempre più gravi con patologie sempre più complesse.
Questo aspetto grava sugli enti gestori, a tutto vantaggio delle strutture ospedaliere e quindi della Regione che vede così ridotti di molto rilevanti costi economici ed organizzativi dei presidi ospedalieri, che vengono scaricati sul nostro sistema di residenzialità. Per assistere i pazienti delle strutture residenziali serve personale qualificato. Mentre quanto stabilito dalla Regione e poi rimborsato agli enti gestori è veramente poco rispetto ai fabbisogni di assistenza. Ci si basa su standard di oltre 20 anni fa. Le nostre strutture oggi erogano ore di assistenza per il 40% in più rispetto a quanto previsto dalla Regione e stimato nelle tariffe. Siamo la regione che non ha il convenzionamento delle residenze protette anziani al 100 percento. È forse l’unica in Italia». Da qui l’appello di oltre dieci associazioni del settore sociosanitario che chiedono «un intervento della Regione di non meno di 10 euro al giorno per compensare i maggiori costi delle strutture».
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Signor Vichi, anche se dicono che chi ha il pallino in mano pare non parli molto di problemi legati all’età avanzata, Lei cerchi di intrufolarsi in una delle sue commedie orrende che fa in giro nei consigli comunali che si chiamano ” aperti ” ma che in realtà sono chiusi anche per loro. Questo è dovuto al fatto che se mettiamo assieme un Acquaroli, un Saltamartini, un qualsiasi sindaco che presta loro il luogo dove perdere tempo tutti assieme, il risultato è sempre lo stesso. Collaudato e protocollato come presa per i fondelli per il povero cittadino sempre più in balia di cose che capisce ma non sa spiegarsi da una parte, mentre dall’altra parte ci sono loro e non è che fanno confusione , affogano semplicemente nella loro incapacità magari pensando che molti sono cretini perché lì hanno votati. Certo ce n’è di gente che dopo quattro li spedirebbe su una zattera nel Mediterraneo dove una Ong potrebbe sempre ripescarli e portarli in Albania. Tanto lì finiranno se non oggi, basta dare tempo al tempo. Ecco subentri nell’accozzaglia messa su e si ricordi di farlo davanti ad una telecamera e parli di questo problema che ben conoscono i suoi ospiti e parenti che si aiutano con le loro pensioni ecc. Ricordi pure al damerino che nelle Marche saremo indietro in tutto ma per la miseria nella sanità non abbiamo da invidiare niente a nessuno. Pensi abbiamo macchinari modernissimi che basta ficcarcisi dentro e ti dicono tutto. Purtroppo mancano gli operatori a tirarti fuori. Non solo per le Tac ma non va bene neanche per le operazioni chirurgiche che vanno programmate durante un orario prestabilito poi bisogna alzarsi, cucirsi, fasciarsi e andare direttamente a casa perché il letto è già stato occupato. Naturalmente sto scherzando, Lei ha il problema e tra poco bisognerà portare i panini da casa per i suoi ospiti e negli ospedali se ti porti il letto perché non vuoi essere gettato su una lettiga in un girone infernale , non appoggiarlo per terra che non lo vedi più. Sig. Vighi, nella nuova sanità così come nel prendersi cura di anziani, fragili ecc. bisogna dividersi, o meglio cominciare a vedere la cosa con nuovi occhi, quelli dei diciotto milioni, dicono, di italiani che sono andati in vacanza per il Natale e quelli che il Natale non l’hanno potuto fare né con i loro e né in una casa inesistente. Magari in un tendone dove più la pappagorgia era evidente e più ci si fotografava con sotto un po’ di musica, magari Mina che cantava ” Ma che bontà ma che bontà ma che cos’è questa robina qua. “