Roberto Paganelli, uno degli ex cantonieri
di Gianluca Ginella e Francesca Marsili (foto di Fabio Falcioni)
Il cerchio si stringe. Chissà se quello per risolvere il Giallo dei Sibillini o se per concludere l’ascolto dei testimoni in caserma. Di certo dopo i tre ex cantonieri sentiti oggi restano solo altre due persone che saranno ascoltate domani. La procura di Macerata ha riaperto il caso della morte di Gabriella Guerin e Jeanette May Bishop, l’ex baronessa de Rothschild, a distanza di 44 anni da quando sparirono nel nulla il 29 novembre 1980.
Vittorio Vallesi all’arrivo in caserma
La loro auto venne trovata a Fonte Trocca di Fiastra tre settimane dopo, sepolta nella neve (la notò un elicottero sorvolando la zona per le ricerche). I loro corpi furono scoperti molto più tardi, nel gennaio del 1982 a Podalla di Fiastra, a circa 5 chilometri dall’auto. I tre anziani ex cantonieri erano su di un furgone (in tutto cinque persone) e il 29 novembre stavano andando a fare un lavoro tra Bolognola e Sarnano quando qualcuno di loro vide un’auto scura.
E proprio su questa circostanza sono stati sentiti oggi, probabilmente per capire se si trattasse proprio della Peugeot 104 con cui Gabriella e Jeanette si muovevano durante il loro soggiorno a Sarnano. Oggi tutti e tre hanno raggiunto la caserma dei carabinieri di Tolentino e sono stati ascoltati dal pm Francesco Carusi.
Quello che hanno spiegato con i giornalisti è che loro lavoravano dalle 7,15 alle 13,15 e l’auto, una vettura scura, l’hanno vista in quel lasso di tempo (non è chiaro se nel punto dove poi venne ritrovata settimane dopo). E sarebbe avvenuto il 29 novembre, di certo prima della nevicata arrivata il giorno successivo. Ci sono comunque altri testimoni che dicono di aver visto le due donne in giro per Sarnano nel pomeriggio.
Giancarlo Frontoni
Vittorio Vallesi, ha 82 anni, è di Fiastra e all’epoca era uno dei cantonieri che si trovavano sul furgone (in tutto erano cinque) da cui videro un’auto. Prima di entrare in caserma ha spiegato: «Quel giorno dovevamo andare in montagna per smontare un piccolo garage, poi dovevo andare a caccia con un amico (un altro dei cantonieri sentiti oggi, Roberto Paganelli, ndr) e siamo andati a caccia. All’auto manco ci ho fatto caso. Ma una macchina dicono che c’era.
Eravamo 4 o 5 persone sul furgone. Due di loro sono morti. Dopo 44 anni cosa posso ricordare? – aggiunge – Ero già stato sentito all’epoca. Il punto in cui stava era sulla strada, sulla montagna vicino Sassotetto, manco mi ricordo. Quando sei in 4 o 5 persone in un furgone parli, chiacchieri e non ci fai caso. Ricordo che hanno detto che l’auto era scura. Io confermerò quello che dissi allora. Quando vedo una cosa dico quello che è».
Sul fatto che le donne da dove si trovava la loro auto potessero aver raggiunto Podalla (dove vennero trovati i corpi) a piedi, dice «non è possibile secondo me che lo abbiano raggiunto a piedi». Questo all’ingresso in caserma. Mentre all’uscita l’82enne non ha detto niente, «devo andare ad un funerale».
«Leggessero quello che ho detto allora e sono a posto – ha detto Roberto Paganelli, 89 anni -. Io non ho visto niente, dormivo. Gli altri che erano sul furgone hanno detto che c’era un’auto, io l’ho vista da lontano.
Era prima di mezzogiorno, perché dopo staccavamo, dovevo andare a caccia con Vallesi a Fiordimonte. Quella mattina eravamo andati a portare via un garage in una tenuta di Bolognola, un piccolo garage della provincia. Ci hanno sentito allora un paio di volte, sono passati 44 anni».
E all’uscita ha commentato: «Una rottura di c… e basta. Io non c’entro niente, mi hanno chiesto le solite cose. Volevano sapere delle macchine. Io non mi ricordo di niente. Ho confermato quello che ho messo a verbale la prima volta.
“Dove sei passato”, “dove non sei passato” mi chiedevano, ma che ne so io di 44 anni fa. L’auto quando è stata vista? Era prima della nevicata, dopo la mezzanotte ha nevicato io sono partito con lo spartineve, aveva iniziato a nevicare dopo le due, le tre di notte, e sono rimasto arenato 10 giorni».
Ha poi ripetuto «io stavo dormendo sul furgone, ho sentito i compagni dire “c’è una macchina” e l’ho vista da lontano». Dov’era? «era verso le piste da fondo, da Bolognola a venire giù, vicino a Santa Maria Maddalena, c’è una baita che fa noleggio da sci. Da quelle parti lì».
Un punto che dista, secondo chi conosce le zone, circa un chilometro da Fonte Trocca. Su dove si trovasse, se in movimento o in sosta ha detto «stava ferma, stava da una parte».
L’ultimo degli ex cantonieri, Giancarlo Frontoni, all’uscita dalla caserma, verso le 16, ha detto poco: «Com’è andata? Lasciatemi perdere che mi sento stanco. Non mi hanno contestato niente, nessuna incongruenza, lasciatemi perdere. Quando abbiamo visto l’auto? Era prima della tempesta di neve. L’auto era per la strada, a lato».
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Finora siete i migliori nel rappresentare questa storia. Chi c'era in montagna e cosa ci faceva? Non mollate!
Ma dopo 44 anni che vi dovrebbero dire di decisivo sti poretti?
Fabio Domizi Ci fosse scritto da qualche parte il perché dell'orologio meccanico con il calendario fermo qualche settimana dopo la scomparsa.
Massimiliano Cingolani l'orologio pare fosse fermo al 12 dicembre, se è un buon orologio e lo carichi regolarmente ci può mettere anche diversi giorni a scaricarsi e non credo che la ex moglie del Barone avesse un orologio scrauso...
Roberta Blanchi Il volume di un orologio femminile non penso possa consentire una durata della carica superiore ad un paio di giorni. Cerchiamo di essere realisti.
Massimiliano Cingolani a maggior ragione, se fossero sopravvissute 13 giorni, non si spiega dove siano state visto che dal 1 dicembre le cercava mezzo mondo su quella montagna... Se fossero state davvero colte dalla neve avrebbero avuto tutto il tempo per tornare a Sarnano
dopo 44 anni !!! beati loro che memoria di ferro , io non mi ricordo nemmeno cosa ho fatto ieri !!
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… certo che i giornalisti… un po’ lagnosetti, eh!
Più misterioso del delitto è il mistero di questa riapertura del caso, senza che sia emerso qualche nuovo indizio, essendo molto probabile che i colpevoli nel frattempo siano cortesemente morti.