Patrimonio Unesco, sfuma il sogno
per 48 teatri storici marchigiani:
i candidati restano solo 14

CULTURA - L'impresa incaricata di vagliare le candidature ha effettuato una prima robusta scrematura: nella tentative list restano il Lauro Rossi di Macerata, il Feronia di San Severino, il Persiani di Recanati, il Vaccaj di Tolentino e il Mugellini di Potenza Picena.. Tra chi resta fuori c’è Pollenza, il sindaco Mauro Romoli: «Continuo a pensare che questa sia stata una buona idea da parte della Regione per provare a dare lustro e valorizzare il territorio»

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La lista dei teatri che avrebbero passato la prima scrematura

di Marco Pagliariccio

Da 62 a 14 e non è detto che qualcun altro non si perda ulteriormente per strada. Per provare ad arrivare al sogno dell’inserimento all’interno del patrimonio Unesco, il numero dei teatri marchigiani inseriti nella lunga lista stilata, ormai due anni fa, dalla Regione dovrà essere corposamente scremata.

È quanto ha rilevato nelle scorse settimane la società incaricata di vagliare nei dettagli la candidatura da presentare all’organizzazione delle Nazioni Unite (e che aveva già seguito con successo quella dei portici di Bologna), che ha passato al setaccio i 62 teatri della regione (tra cui 22 del Maceratese) che erano stati inseriti nella “tentative list” iniziale. Capienza del teatro, anno di costruzione, ma anche tanti altri criteri per arrivare a una lista ristretta che abbia maggiori possibilità di essere accolta. Nel gruppo sono rimasti di fatto i “big” della regione: Pesaro, Fano e Urbania per la provincia di Pesaro-Urbino, Fabriano e Jesi per quella di Ancona, Fermo e Porto San Giorgio per quella di Fermo, Ascoli e Offida per quella di Ascoli. E poi c’è il Maceratese, che sarebbe la provincia che mantiene il numero più alto di teatri nel gruppo con cinque: il Lauro Rossi di Macerata (non c’è lo Sferisterio e la questione sollevò un polverone già negli anni scorsi), il Feronia di San Severino, il Persiani di Recanati, il Vaccaj di Tolentino e il Mugellini di Potenza Picena.

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Il sindaco di Pollenza Mauro Romoli

A svelare la scrematura è stato Mauro Romoli, sindaco di Pollenza, uno dei comuni che ha visto la propria struttura esclusa dalla lista, attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook. Post affatto polemico, anzi.

«Per Pollenza come per la maggior parte dei Comuni inizialmente coinvolti si è concluso quello che era un sogno, cioè la candidatura del teatro Giuseppe Verdi a patrimonio dell’Unesco insieme agli altri teatri storici delle Marche – ha scritto Romoli – la commissione ha valutato che solo i 14 teatri marchigiani riportati possono avere qualche speranza di raggiungere l’obiettivo e forse alcuni verranno esclusi in una fase successiva di valutazione. Continuo a pensare che questa sia stata una buona idea da parte della Regione per provare a dare lustro e valorizzare il territorio e quando in un’assemblea ad aprile scorso ci venne chiesto di esprimerci circa l’intenzione di proseguire nella procedura, pur consapevoli che molti di noi saremmo stati “scartati”, oppure di interrompere questa candidatura per tutti, sostenni convintamente insieme alla quasi totalità dei colleghi sindaci coinvolti che questo obiettivo andasse comunque perseguito a prescindere da quale teatro fosse presente o assente nella cosiddetta “tentative list”. Il nostro (quello maceratese, ma direi anche marchigiano) è un territorio piccolo ed ha bisogno di ragionare in un’ottica di insieme senza gelosie e particolarismi, più saremo in grado di farlo in tutti i settori più ne raccoglieremo i benefici anche in termini di indotto».

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Il teatro Lauro Rossi, uno dei cinque maceratesi ancora in corsa

Non si ferma quindi l’iter che porta verso la candidatura dei teatri storici marchigiani al patrimonio Unesco, iter che si era rafforzato un mese fa quando la Commissione cultura della Camera aveva approvato una risoluzione che impegnava il Governo «a riconoscere ai teatri siti nella regione la qualifica di “teatri storici delle Marche”, mediante un decreto del Ministro della Cultura, sentito il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici, nonché ad adottare le iniziative di competenza per includere i teatri storici delle Marche fra i siti del patrimonio mondiale Unesco».

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