«Amianto al capannone Nervi,
come mai ci si accorse dell’emergenza
solo alla vigilia delle elezioni 2014?»

PORTO RECANATI - L'ex sindaca interviene nel dibattito scatenato dalla rivelazione di Michelini: «Fui sorpresa anche io all'epoca quando l’allora responsabile mi informò della presenza di materiale pericoloso: se fosse confermato quanto dichiarato dal primo cittadino, saremmo davanti a fatti di indicibile gravità»

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Sabrina Montali

«Fui sorpresa anche io nel 2014 quando l’allora responsabile del rischio amianto mi informò della presenza di amianto nella struttura del capannone e della necessità di intervenire con urgenza a tutela della salute dei cittadini». Parole di Sabrina Montali, sindaco di Porto Recanati tra il 2014 e il 2015, nel ricostruire la vicenda del capannone Nervi sollevata dall’attuale primo cittadino Andrea Michelini.

Montali parla di “perplessità” circa le operazioni svolte dagli uffici comunali in quel periodo. «Mi lasciò perplessa la circostanza che l’Ufficio ed i responsabili preposti alle verifiche si fossero accorti di una emergenza ambientale di tale portata, che imponeva una gestione tanto tempestiva quanto onerosa, solo all’indomani delle elezioni di 2014, verifiche che erano state omesse in precedenza nonostante l’obbligo di legge – ricorda Montali – a proposito della vicenda capannone Nervi ricordo che nel 2014 vi erano stati numerosi esposti che segnalavano i possibili rischi per la salute della struttura che alcuni anni prima era stata “donata” al Comune a scomputo di oneri di urbanizzazione dalla Immobiliare Zeus

capannone-nervi-porto-recanati-FDM-2-325x217. Quanto successo, pur nella sua gravità, offre una luce importante per la comprensione dei contesti che hanno caratterizzato l’agire politico ammnistrativo nel corso degli anni e di consapevolezza su prassi e dinamiche interne agli uffici non sempre coerenti con la necessaria correttezza e trasparenza dell’azione ammnistrativa con danno per l’ente, come in questo caso, e per chi in rappresentanza dello stesso ha intrapreso iniziative o ha assunto atti sulla base di dati erronei quando non ingannevoli. Se quanto dichiarato dal sindaco fosse confermato, ci troveremmo di fronte a fatti di indicibile gravità che impongono per le conseguenze derivate a chi, sulla base di tali dati non veri, ha assunto iniziative o speso il proprio nome immediate iniziative giudiziarie a tutela della propria immagine e onorabilità».

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