L’incontro alla Fratelli Simonetti
di Luca Patrassi
Conferenza stampa questa mattina, in azienda a Civitanova, della Simonetti per ribadire la linea sulla vicenda del centro commerciale che ha chiesto di poter realizzare nella frazione maceratese di Piediripa. Per conto dell’azienda c’erano Alberto Simonetti, poi professionisti e tecnici, nel particolare gli avvocati Maria Lalla e Giuseppe Domenella, l’ingegnere Corrado Perugini, l’architetto David Raponi e per la parte commerciale Mauro Profili.
Il progetto
In buona sostanza gli intervenuti hanno (ri)spiegato la situazione, fatto la cronistoria della vicenda e sottolineato come il passaggio ‘obbligato’ in Consiglio comunale derivi da variante ritenuta sostanziale dall’Ufficio tecnico perché sottoposta a una Vas (valutazione di impatto strategico) derivante da una modifica unilaterale e che sarebbe ora inutile alla luci della intervalliva Via Mattei-La Pieve e al raddoppio del ponte sul fiume Chienti. In premessa Simonetti e gli avvocati Domenella e Lalla hanno smentito alcune delle argomentazioni usate e fatte circolare da quanti sono contrari alla realizzazione del centro commerciale: alcuni hanno parlato di “malaffare”, altri di speculazione edilizia, altri ancora hanno sostenuto come si tratterebbe di una operazione che potrebbe mettere in crisi le vicine strutture commerciali. Argomenti smentiti su tutta la linea, anche con un interessante excursus storico sugli atti amministrativi “commerciali” approvati dal Consiglio comunale. «La Fratelli Simonetti spa – ha ricordato l’avvocata Lalla -, costituita nel 1985, opera sul territorio con 15 unità locali e dà lavoro a 150 addetti. Ha superato tutte le difficoltà (tra le citazioni la crisi dell’edilizia e il fallimento della ex Banca delle Marche, ndr) grazie al suo radicamento sul territorio e alla fiducia, conquistata con decenni di duro lavoro, dei suoi partner commerciali e dei suoi dipendenti».
La storia dell’area di Piediripa: «La storia del Prg della città individua quell’area come naturalmente destinata ad attività distributive e commerciali. La variante al Prg Cristini, Offidani e Oresti (delibere 1989/1991) lo certifica, la destinazione ad attività terziarie e direzionali fu una parentesi (variante Canzian 1997) e coincise con il mutato cambio di destinazione, da industriale in commerciale, dell’area, a ridosso della Orim, ove ha poi trovato il suo insediamento il centro commerciale Cityper. La variante Meschini (l’ex sindaco di Macerata, ndr) ha pertanto restituito a quell’area la destinazione naturale che aveva ben prima che la Simonetti ne divenisse proprietaria e lo ha fatto riducendo la volumetria». Un altro passaggio per gli appassionati dell’urbanistica cittadina e dei suoi riflessi: «Gran parte dei supermercati realizzati negli ultimi anni, se non tutti, sono stati realizzati in forza di varianti ad hoc (Oasi, Coop, Eurospin) su aree che non ci sembra avessero quella destinazione».
Alberto Simonetti
Dalla rinfrescatina di idee sulla storia, si passa alla cronaca di questi giorni nell’analisi dei legali della Simonetti: «La variante di cui si discute oggi è la conseguenza dell’abbandono da parte della Provincia di Macerata, della soluzione viaria rappresentata dalla realizzazione dello svincolo di San Claudio, soluzione alla quale erano destinati i versamenti fatti a titolo di anticipazione del contributo di costruzione. L’abbandono di quella soluzione viaria, avvenuto sulla testa della Simonetti a sua insaputa e senza il suo coinvolgimento, ha riaperto il tema della viabilità e di qui il confronto con il Comune e la Provincia». Confronto che ha portato «la realizzazione del nuovo progetto, con la necessaria revisione delle originarie Nta che erano state calibrate sul presupposto che la viabilità sarebbe defluita anche da e verso lo svincoli di San Claudio, la sottoposizione a Vas del nuovo progetto». La replica a chi bolla il tutto come una speculazione edilizia: «Il piano urbanistico prevede una riduzione della superficie utile realizzabile, aumenta le aree a standard». Cosa cambia rispetto al progetto originario: «La variante non stravolge il progetto iniziale, lo razionalizza e lo qualifica. L’area interessata è circondata da strade, edifici in gran parte fatiscenti e un’area destinata al commercio di rottami. Riteniamo pertanto che, con onestà intellettuale, non si possa sostenere che l’intervento previsto la snaturerebbe e la deturperebbe».
La vicenda si protrae da parecchi anni: «Non si è partiti subito perché la malaugurata scelta di abbandonare la realizzazione dello svincolo di San Claudio non lo ha consentito e quella scelta ha imposto nuovi confronti con il Comunale e la Provincia. Nel frattempo la Simonetti ha dovuto affrontare, e lo ha fatto con successo, la crisi edilizia impegnandosi anche nel sostegno dell’intero comparto per fronteggiare le conseguenze negative causate dal fallimento della ex Banca delle Marche. Il progetto urbanistico in variante oggi in questione è l’approdo di un complesso e lunghissimo iter pianificatorio, al quale si è giunti solo all’esito delle numerose interlocuzioni positive avute sia con gli uffici tecnici del Comune, che con gli organi politici». Simonetti ricorda anche, con piacere, come il progetto sia stato sostenuto dalle amministrazioni Meschini e Carancini ed ora anche dal sindaco Sandro Parcaroli che «dopo averlo conosciuto nei dettagli si è convinto della sua bontà». Come dire che le opposizioni che oggi manifestano contrarietà allora erano in maggioranza e hanno sostenuto l’idea imprenditoriale.
Maria Lalla
Altro tema toccato il fatto che altre attività commerciali possano entrare in crisi: «E’ un tema di concorrenza, non possono esserci rendite di posizione, la destinazione commerciale di quell’area precede tutte le altre e non può essere sacrificata per tutelare interessi sorti in forza di varianti approvate successivamente». Di passaggio è stato detto anche che la Simonetti ha già donato la chiesa di San Rocco e versato anticipi al Comune oltre ad aver sostenuto varie altre spese, in sostanza riappare la volontà di chiedere i danni nel caso di una bocciatura ma Alberto Simonetti comunque ci crede e pensa positivo: «Abbiamo presentato un bel progetto, di rilievo anche architettonico e pronto ad offrire spazi di socialità alla comunità e di promozione dei beni del capoluogo. Abbiamo già dimostrato di saper realizzare centri commerciali e di farlo bene come dimostrano quelli di Falconara e di Osimo che è il più bello delle Marche».
Mauro Profili
Domani si riunisce la maggioranza comunale per discutere la questione, a fine mese la delibera va in Consiglio comunale. La speranza è che si decida seguendo gli interessi della città in un’ottica di sviluppo, non seguendo il cronoprogramma delle elezioni e dei relativi interessi di bottega».
Corrado Perugini
Giuseppe Domenella
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Poi si parla di e piscina semmai, chissà
Sistemare prima i vecchi edifici abbandonati, anni prima , vicino alla Dea Market,alla Ex Fiat,e quelli vicino alla Motorizzazione Civile, prima di aprire un altro supermercato oppure magari ripristinare quello vicino al edicola, vicino all' isola ️ ecologica o i campi dae calcetto e tennis
Megastore a Piediripa...nel 2018 tre consiglieri di destra erano contrari. Purtroppo se la maggioranza di oggi approverà la variante dobbiamo rileggere gli accorati appelli dei rappresentanti di centrodestra dell'epoca che furono contrari al centro commerciale...soprattutto la ex consigliera comunale Menghi (ora Regionale)...mai una volta che la politica sia coerente... sicuramente era meglio una cittadella dello sport
In tanti ci siamo "stufati" di essere portati in giro dai politici. La sinistra ci ha portato al tracollo, distruggendo economicamente e socialmente il Paese, non ci rimaneva che sperare nel centro destra, ma a grandi passi sta raggiungendo la sua amica-nemica. Ora che motivo c'era e c'è di aprire un nuovo centro commerciale, ci sono negozi sfitti a Macerata, a Corridonia ed in ogni città e paese italiano
Maria Gabriella Giorgi parole sante, semplici e di tutta evidenza. Tutte qualità ignote alla politica com'é evidente
Paolo Gironella parole sante. Prima che altro cemento e consumo di suolo, si recuperino i manufatti in degrado disponibili nell'intorno, che sono una infinitá come hai ben evidenziato. Anche con delle premialità in termini di oneri e costi di costruzione. Così la Simonetti farà sicuramente una grande "figura" in termini di immagine aziendale, non con altro cemento.
Ma quessi che comanna non è quelli che "prima il centro storico"?
Francesco Marconi esatto. In campagna elettorale parlavano dei commercianti, dei centri commerciali naturali...adesso parlano di speculazioni e cementificazioni. Un classico
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Qualora si faccia il nuovo centro commerciale ci vedrei bene un LIDL.
La costruzione del nuovo Centro commerciale Simonetti non è soltanto un progetto fondamentale per il territorio, ma rappresenta una risposta dovuta alla situazione di degrado che ha caratterizzato l’area per oltre trent’anni. Macerata non può più permettersi di mantenere una tale condizione e l’operatore Simonetti ha maturato il diritto a darvi corso anche solo per il rigore dimostrato. L’azienda ha tutti i titoli necessari per realizzare il progetto ed ha già fornito un contributo concreto al tessuto sociale ed infrastrutturale locale.
L’area è destinata a Centro commerciale e le risorse per realizzarlo sono dell’imprenditore.
Quanto alla viabilità, è fondamentale sottolineare che prima dell’apertura del Centro commerciale saranno ultimati interventi infrastrutturali chiave, tra cui il raddoppio del Ponte sul Chienti e la realizzazione della terza uscita Mattei-Pieve, che è già stata appaltata alla Toto Costruzioni. Questo nuovo asse viario che, come dai rilievi posti a base di gara, raccoglierà circa il 50% del traffico in ingresso a Macerata dalla due attuali uscite di Piediripa e Sforzacosta, con l’effetto che l’utenza che graviterà nel nuovo Centro non potrà comportare alcun sovraccarico rispetto al sistema viario attuale che pur sarà significativamente migliorato.
E’ importante riconoscere che la concorrenza tra centri commerciali è un fenomeno positivo per la città. Le nuove strutture non devono essere viste come una minaccia, bensì come un’opportunità per offrire nuovi marchi, soluzioni architettoniche innovative e servizi originali. Il nuovo Centro, unitamente a quelli che già operano, potrà intercettare un’utenza che, altrimenti troverebbe risposte solo dalla offerta delle strutture costiere, rafforzando così l’economia locale e, di riflesso, anche le altre strutture commerciali del capoluogo.
Il progetto del Centro Commerciale Simonetti deve essere sostenuto senza ulteriori indugi. Macerata non può più permettersi di ritardare un’iniziativa che, grazie anche alle infrastrutture viarie previste, migliorerà il territorio sotto il profilo economico, urbanistico e sociale.
ma fate una bella discoteca per questi giovani locali ed universitari che non sanno dove divertirsi senza andare lontano
Rio bo,
Tre casettine dai tetti aguzzi,
Un verde praticello,
Un esiguo ruscello:Rio Bo
Un vigile cipresso.
Microscopico paese, è vero
Paese da nulla, ma però….
C’è sempre di sopra una stella ,
Una grande, magnifica stella,
Che a un dipresso…..
Occhieggia con la punta del cipresso di Rio Bo.
Una stella innamorata!
Chi sa
Se nemmeno c’è l’ha
Una grande città.
Volevo chiedere al signor Boccanera che cosa intende quando scrive che il nuovo centro commerciale offrirà nuovi marchi,soluzioni architettoniche innovative e servizi originali?
Piediripa è diventata un lercio dormitorio, con zone senza marciapiedi, senza segnaletica stradale (strisce pedonali e di mezzeria), senza cura del verde lungo i marciapiedi esistenti, senza una via d’uscita per i lavori della fibra (sono mesi che ci sono buchi recintati con rete rossa lungo le strade); piena di capannoni non utilizzati e, molti di questi lasciati n rovina. Questa è la Piediripa che le amministrazioni comunali ci ha lasciato. Ancora parliamo di costruire nuovi stabili????? Usiamo gli esistenti, usiamo le costruzioni già in essere e lasciamo i terreni rimasti liberi, liberi di essere liberi da costruzioni, da cemento. Ma. Questo di certo non avverrà, il dio denaro regna su tutto, i poteri forti comandano ed il popolo deve rimanere muto e subire tutto quello questo potrei ci obbligano. La società civile non esiste più, il popolo si lamenta nei bar, ma poi non fa nulla per pretendere almeno i servizi essenziali. Ancora non si riesce ad imparare dai paesi più evoluti (socialmente) di noi.
In dicherei per quell’area quell’area una area di “tolleranza”,m la Legge Merlin, quella che chiuse le case “di tolleranza” lo permettesse.
Il commento di Massimiliano Montecchiari è totalmente condivisibile
sulla frase: “la concorrenza tra centri commerciali è un fenomeno positivo per la città” credo si possa girare un film, forse anche una serie. In un periodo nel quale è essenziale fermare il consumo di suolo, in un periodo nel quale il potere di acquisto scende e gli stipendi restano fermi da 30 anni, in un periodo nel quale abbiamo decine di luoghi abbandonati dalla politica dei mattonari…se non fosse scritto nero su bianco non ci crederei.