di Alessandra Pierini (video Gabriele Censi, foto Fabio Falcioni)
L’Università degli studi di Macerata si proietta in Europa e l’Europa entra a Macerata. E’ così che per la prima volta all’inaugurazione di un anno accademico, il 735°, ci sono interventi esclusivamente in lingua inglese.
Una cerimonia fuori stagione, di solito la celebrazione avviene tra febbraio e marzo, anticipata per un ottimo motivo: far coincidere uno dei momenti più importanti dell’anno per l’ateneo con la visita dell’European Reform University Alliance (Erua), la rete d’alleanza che collega Unimc con le università di altri sette Paesi (Francia, Germania, Polonia, Spagna, Grecia, Bulgaria e Lituania).
E’ l’Europa un contesto in cui il rettore John McCourt è evidentemente e naturalmente a suo agio, come dimostra il suo discorso di saluto fatto di citazioni eccellenti tra cui quella del presidente Sergio Mattarella, del poeta Seamus Heaney e di obiettivi di altissimo livello. «“move minds and make new meanings flare” – muovere menti e accendere nuovi significati. Questa è la vocazione della nostra alleanza».
Alleanza che comprende otto università in tre fusi orari: l’Université Paris 8, l’Università dell’Egeo, la New Bulgarian University, l’University of Social Sciences and Humanities – Swps (Varsavia), l’Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, l’European University Viadrina, il Mykolo Romerio Universitetas (Vilnius) per far parte dell’European Reform University Alliance (Erua), l’unica alleanza europea che si concentra principalmente sulle discipline umanistiche e le scienze sociali.
Tra gli obiettivi descritti dal rettore visione comune della ricerca e della didattica: «È il tempo di ripensare e rilanciare, come faremo con la rete Erua, un nuovo modello di educazione universitaria capace di sostenere la crescita personale e professionale delle nuove generazioni. In sintesi, è necessario ricreare le condizioni – il tempo e lo spazio – per lo sviluppo della persona all’interno di una comunità di apprendimento solidale e inclusiva, forte della consapevolezza che l’apprendimento debba essere radicato socialmente e che la conoscenza si costruisce attraverso l’interazione con gli altri e non davanti ad uno schermo o ad un telefonino».
Se l’Europa è habitat ideale, i problemi arrivano tornando in Italia dove McCourt non nasconde «preoccupazioni per l’annunciata riduzione del Fondo di finanziamento ordinario 2024 che indebolirà un sistema già strutturalmente sotto finanziato.
Le utilissime risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a breve saranno esaurite. Le università italiane hanno investito proficuamente questi finanziamenti – ma aspettiamo con ansia il momento in cui queste fonti verranno meno, consapevoli che nulla potrà tornare com’era in precedenza. Come università, e qui parlo al plurale, dobbiamo trovare il modo, sollecitando il ruolo importante della Crui, di sviluppare e tracciare insieme una strategia non di sopravvivenza ma di consolidamento, e magari di crescita, nella piena consapevolezza che il paese ha bisogna di noi, delle nostre laureate e dei nostri laureati».
E poi a Macerata: «In questo territorio da sette secoli, abbiamo la fortuna di essere una città universitaria. Questa è una grande eredità ma anche una grande responsabilità che richiede uno sforzo collettivo, una decisa condivisione di intenti, non solo al nostro interno, ma tra i diversi attori del territorio.
Continuiamo ad avere difficoltà logistiche – una mancanza di posti letto nonostante il nostro continuo impegno e quello dell’Erdis, un sistema di trasporti non ancora adeguato, nonostante i miglioramenti in corso. Queste due difficoltà limitano la nostra possibilità di crescita ma continueremo a lavorare fianco a fianco con gli enti, le istituzioni locali e regionali, le imprese, il mondo della cultura e dello sport, le forze dell’ordine, e le associazioni per migliorare sempre l’esperienza di studiare a Macerata».
Ha giocato d’anticipo il sindaco Sandro Parcaroli che nei saluti iniziali aveva detto: «Questo ateneo è un punto formativo da secoli. Lavoreremo insieme per avere una città campus in cui gli studenti si sentano accolti, una piccola città in cui è un privilegio crescere e formarsi».
«La sfida più importante di tutte è quella che riguarda il capitale umano – ha sottolineato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – L’Università di Macerata è un’istituzione con 735 anni di storia che ha dato un contributo inestimabile allo sviluppo della nostra civiltà, cultura, società ed economia, e del nostro territorio. Dobbiamo dare ai nostri giovani la possibilità di formarsi e di tramandare l’eredità di cui siamo fieri ed orgogliosi».
Poi la parola agli ospiti europei switchando dall’italiano in inglese. Hilligje van ‘t Land, segretaria generale dell’International Association of Universities, ha ampliato la prospettiva a livello globale.
«L’erosione della fiducia pubblica nelle istituzioni, comprese le università, è fonte di preoccupazione crescente. In Europa e Nord America, vediamo un crescente scetticismo riguardo al ruolo delle università, alimentato da populismo, dall’instabilità economica e dalla crescente disuguaglianza. In America Latina, Africa e Asia, le università affrontano ulteriori sfide legate al sottofinanziamento, alle interferenze politiche e ai disordini sociali. Il declino della democrazia in alcune regioni, compresa una parte dell’Europa, minaccia le fondamenta stesse della libertà accademica e dell’autonomia, rendendo più difficile per le università adempiere alla loro missione».
«Come segretaria generale di Erua – ha ribadito Bruna Vives – sono convinta che le università debbano aprire la strada nel plasmare il futuro dell’Europa e nel creare un impatto sociale significativo.
Ciò implica non solo formare i futuri leader, ma anche promuovere il pensiero critico, l’inclusività e la responsabilità civica. L’alleanza Erua mira a raggiungere questo obiettivo attraverso progetti di ricerca collaborativa, mobilità studentesca transfrontaliera e programmi accademici congiunti, aspirando a un’Europa dove l’istruzione sia più accessibile, inclusiva e trasformativa».
Ad aprire l’evento è stato l’ormai tradizionale corteo che si è snodato nel centro storico per fare ingresso in un teatro Lauro Rossi gremito da docenti, studenti, personale tecnico amministrativo insieme alle autorità civili, militari e religiose.
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La conoscenza ovviamente NON è interazione (con gli altri) ma si sviluppa meglio quando c’è interazione con gli altri. Inoltre il telefonino ha una sua utilità e quindi va usato bene.