Foto di gruppo dello staff Pelagalli all’ingresso delle sale parto
di Luca Patrassi
Mauro Pelagalli è il direttore del dipartimento Materno Infantile della Ast Macerata. Camerte di origine e di formazione, Pelagalli è approdato a Roma, lato Cattolica Policlinico Gemelli per la laurea in Medicina e relativa specialistica. «Si è posto il problema se fare la carriera al Gemelli o rientrare nelle Marche e tentare di creare una realtà che potesse essere soddisfacente sia per gli operatori, sia per me e fosse costruttiva e desse salute alle pazienti. Quando sono rientrato nelle Marche nel 1995 la situazione non era quella di oggi» dice il direttore Pelagalli e comunque, al di là delle radici camerti, una delle frasi celebri di Mark Twain (“tra vent’anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto, ma dalle cose che non avete fatto, lasciate dunque l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate, sognate, scoprite”) che campeggia nel reparto dell’ospedale di Macerata aiuta a capire il perché di una rotta sconosciuta.
Il direttore Mauro Pelagalli, alle sue spalle la citazione di Mark Twain
«Ho fatto esperienze in giro per l’Europa e sono rientrato nelle Marche in un periodo in cui c’erano tantissimi medici, tanto è vero che l’ultimo concorso prima del mio era stato fatto dieci anni prima. La scelta è stata quella di andare a frequentare in un ospedale vicino a dove abitavo che era San Severino dove allora lavorava il dottor Mantovani che comunque era un primario illuminato. San Severino, pur essendo una realtà piccola, per la chirurgia laparoscopica era una realtà antesignana, all’avanguardia regionale. Oggi è una metodica che applichiamo in tutti i distretti, oggi abbiamo il 3D, il 4K, tutta la tecnologia possibile e immaginabile, a quell’epoca c’erano due pinzette, una forbice e un insufflatore di Co2. Sono stato a San Severino per otto anni, poi a Macerata nel dicembre 2011».
Mauro Pelagalli
Cosa ha trovato?
«La chirurgia non era all’avanguardia, ci siamo messi al lavoro con due priorità: creare un’equipe che guardasse al futuro, rispettando le forze in campo ma creando un vivaio di medici e questo siamo riusciti a farlo. L’età media dei medici è di 40 anni. Io sono sempre rimasto legato al Gemelli che oggi è convenzionato con noi, realtà importante per la formazione permanente dei colleghi e per la condivisione dei casi più difficili. Confrontarsi con se stessi è sempre pericoloso, bisogna confrontarsi con chi ne sa più di te o come te e che comunque abbia questa molla di andare sempre avanti. Abbiamo iniziato allora la ginecologia oncologica, la Regione ci ha attribuito la qualifica di centro regionale, per il tumore dell’ovaio ci ha riconosciuto il Pdta, il percorso diagnostico terapeutico assistenziale, dall’inizio alla fine e che ho voluto fosse gratuito. In questo centro una paziente che ha un problema oncologico viene assistita gratuitamente per cinque anni».
Il fronte dell’ostetricia?
«Quando sono arrivato qui facevano 810 parti, nel 2013 siano arrivati a 1.300, l’anno del Covid abbiamo fatto 1.600 parti, adesso ci attestiamo sui 1.300 e, dopo il Salesi, siamo il primo punto nascite nelle Marche. Ci sono due branche principali di cui sono orgoglioso: il Bro, basso rischio ostetrico, la gravidanza a basso rischio e poco medicalizzata con un gruppo di ostetriche dedicate e la patologia ostetrica. Significa che sui 1300 parti in un anno seguiamo circa 400 pazienti che hanno un altro rischio in gravidanza, che può essere un rischio di abortività, di ipertensione, di diabete o per malattie tumorali: siamo stati i primi a seguire questo tipo di casi – gravidanze dopo il tumore al seno – che ora stanno diventando molti».
L’organizzazione dei servizi…
«A queste attività si associano tutti i servizi iniziando dalla diagnostica ecografica la cui responsabile è la dottoressa Cristina Martino che è una eccellenza italiana nel settore e a lei fanno riferimento le colleghe in formazione. Altro caposaldo che ho il piacere di avere in squadra è la dottoressa Valentina Paris (anche lei arriva dal Gemelli) che si occupa della diagnostica tumorale di secondo livello».
Un gruppo di ostetriche con a fianco la vasca per il parto in acqua maternità macerata
La ginecologia…
«Abbiamo fatto uno sforzo importante portandolo a un livello molto elevato. Da circa due anni abbiamo un ambulatorio dedicato per l’endometriosi, poi ci sono tutti i percorsi per la parte oncologica. Degli ottocento interventi annui che facciamo circa 400 sono oncologici, sono numeri molto importanti. Per dare un riferimento in un anno nelle Marche si registrano circa 60 tumori dell’ovaio e 120 dell’endometrio, a Macerata facciamo 50 interventi dell’ovaio e 70 dell’endometrio. Tutti i percorsi sono accreditati. Per l’endometriosi abbiamo una lunghissima casistica di cui siamo molto orgogliosi. Due anni fa siamo stati i secondi in Italia a eseguire una resezione colica, del colon, senza il taglio e senza sacchetto, tutto in laparoscopia».
Un osteopata con un neonato
Il ritorno all’ostetricia…
«Ottimo rapporto con il territorio per il pre e per il post partum oltre all’allattamento, al tempo stesso in reparto il parto ha tante opzioni, dal parto in acqua, all’epidurale, allo sgabello olandese e alle altre modalità richieste e questo grazie a un gruppo di ostetriche giovani, motivate e preparate. Questo spiega perché siamo un centro di formazione per le ostetriche, per le infermiere, per gli specializzandi, abbiamo un certo numero di prestazioni e un determinato grado di complessità di vari interventi, abbiamo sette sedute settimanali di chirurgia e sono tantissime. Operiamo anche in day surgery a San Severino dove abbiamo anche un centro sulla fertilità e un ambulatorio per l’attività ordinaria. Nonostante siamo soltanto dodici ginecologi (la pianta organica ne prevede 14) abbiamo un parterre molto ampio».
Numeri importanti in entrata e in uscita, flussi tutti da organizzare e ad occuparsene è la coordinatrice Fabia Pioli che osserva: «In ostetricia abbiamo 39 posti letto e altri 8 posti letto in ginecologia. Il gruppo di lavoro è formato da 31 ostetriche, sette infermiere e cinque operatori che fanno pure parte dello staff di supporto. In ginecologia abbiamo una media di 3300 ricoveri annui, tra ordinari, day hospital e day surgery». Giusto per capire le proporzioni, l’intero ospedale di Camerino registra duemila ricoveri annui, la Chirurgia di Macerata ne fa 450. Ancora la dottoressa Pioli: «Le pazienti ostetriche in media dalla 36esima settimana vengono prese in carico dagli ambulatori della gravidanza a termine, è quello il momento nel quale le ostetriche fanno la cartella clinica».
Ancora il direttore Pelagalli…
«Sul fronte dell’allattamento abbiamo attivato un ambulatorio che si chiama Lattarium, ogni giovedì le pazienti possono andare liberamente e chiedere consigli a un’ostetrica che ha fatto corsi specifici di formazione, una consulente professionale dell’allattamento. Tutta l’attività del nostro reparto è associata alla Pediatria che è altrettanto performante, un’intesa indispensabile».
La dottoressa Francesca Orici
Il risvolto oncologico…
«Siamo stati in questi anni grandemente sostenuti dalla direzione aziendale, le sale operatorie hanno tutta la tecnologia disponibile per fare interventi di alta complessità, ci sono le torri 3D che consentono di fare interventi in spazi ridotti con una visione molto ampia. Da quando sono il direttore del Dipartimento tutti i lunedì si riunisce un board oncologico che è formato da un radioterapista, un oncologo, un ginecologo. Tutte le pazienti che escono dalla sala operatoria vengono tutte esaminate, a distanza di tre settimane quando arriva il referto istologico definitivo, un questo board. La mole di lavoro è enorme, era necessario avere una struttura che potesse coordinare l’attività di ginecologia oncologica e che è diretta da Francesca Orici. Siamo arrivati a operare il tumore avanzato dell’ovaio, che è molto aggressivo, perchè qui c’è una grande professionalità che, quando serve, si avvale anche della Chirurgia diretta dal dottor Siquini e dalla Urologia diretta dalla dottoressa Servi».
Professionalità, gioco di squadra, ma un grande aiuto arriva anche dalla ricerca…
«La genetica oncologica ha fatto grandi progressi, abbiamo scoperto che c’è una stretta relazione tra il tumore della mammella e il tumore dell’ovaio. Abbiamo un bravo senologo, che è il dottor Decembrini, che opera tantissime pazienti. Abbiamo pensato e realizzato un ambulatorio – diretto dalla dottoressa Piermartiri – per la tutela della salute e del benessere delle pazienti e che serve a prendere in carico la paziente che viene da un intervento e la segue negli anni per tutte quelle condizioni di salute corollario all’intervento fatto, dall’alimentazione al sesso passando per il lavoro e le certificazioni burocratiche».
Il reparto che dirige è un’eccellenza, fa grandi numeri. C’è un obiettivo che si pone?
«Gli obiettivi sono ambiziosi. Per l’ostetricia è quello di una buona nascita, quindi ogni volta che vediamo delle novità le applichiamo subito. Altra ambizione è quella, nonostante la denatalità, di reggere sempre con il numero ottimo di 1.300 parti. Le pazienti vengono dal nostro territorio, dal Fermano, dall’Anconetano ma anche da altre regioni e sono quelle che hanno avuto interventi chirurgici qui e gradiscono partorire qui».
Mauro Pelagalli sperimenta il robot chirurgico
L’introduzione del robot chirurgico è un obiettivo?
«Una grandissima possibilità per il nostro futuro: è una tecnica estremamente precisa, se consideriamo il numero di interventi fatti in questo ospedale siamo all’interno di una buona risoluzione dei picchi di spesa che questo macchinario può avere».
La prevenzione?
«Ci lavoriamo in maniera importante. Abbiamo una prevenzione primaria che è rappresentata dai vaccini, in particolare per il papilloma. Facciamo anche una prevenzione alimentare. Sono tutti percorsi gratuiti per le nostre pazienti che devono avere un servizio».
Le liste di attesa?
«Sono legate al fatto che c’è tanta utenza, tante persone che si fidano di noi, ma queste liste le abbattiamo in maniera efficace con il lavoro, con le aperture degli ambulatori. L’altra cosa cui bisogna fare attenzione è l’appropriatezza della prestazione, il segreto ultimo è l’appropriatezza: partendo dal territorio agli specialisti quello che va evitato è la richiesta di una prestazione non specifica che ingolfa un servizio che invece scorrerebbe via liscio».
Le maggiori soddisfazioni in questi anni?
«L’apprezzamento da parte dell’utenza di tutto il mio gruppo, la non polarizzazione su una figura, l’aver creato un gruppo omogeneo e integrato in cui ogni figura ha una superspecializzazione e una specializzazione generale, sanno stare nella normalità ma anche essere eccellenti. Noi siamo gli ultimi di una lunga catena che comincia con il paziente, abbiamo ambulatori con accesso diretto perchè ritengo che la persona che – per etnia, per cultura, per difficoltà logistiche – necessita di una prestazione ha diritto ad averla senza passare da meccanismi burocratici che poi rendono impossibile l’accesso alla stessa prestazione. Quando sono arrivato qui ho detto “questo reparto deve essere ad alta complessità e a flusso continuo” e questo è. C’è un flusso continuo di persone, per questo c’è voluta la grande collaborazione della Radiodiagnostica e del dottor Costarelli. Se un centro come questo accetta giornalmente 3-4 pazienti neoplastiche c’è bisogno di un supporto diagnostico elastico».
Quando è entrato lei in ospedale l’ultimo concorso c’era stato dieci anni prima, ora ne fanno a getto continuo…
«Non ci sono i medici. Il problema è importantissimo, il numero chiuso richiedeva una programmazione che non deve essere stata corretta e questo ha creato scompiglio. Vedendo i numeri delle Scuole di specialità dal 2026 dovremo iniziare la lenta discesa e rientrare nei numeri sufficienti a coprire i vuoti. I medici non vanno all’estero perchè non amano l’Italia o per la retribuzione, vanno all’estero perchè desiderosi di mettersi in gioco e allora noi direttori dobbiamo essere attrattivi per questi medici. Se un medico va in Inghilterra per un certo tipo di ricerca, lo può fare anche in Italia perchè le risorse ci sono a patto che chi gestisce queste strutture sia attraente per un giovane medico, dare ai giovani medici la motivazione ad alzarsi la mattina e venire motivati al lavoro. Ho sempre capito che la motivazione economica arriva da sè quando un medico si qualifica, le scelte che può fare sono molteplici. I primi anni dopo la specializzazione il giovane li deve spendere per qualificarsi, per diventare una figura professionale capace di dare salute, cosa che richiede conoscenza, buon senso, senso dell’orientamento, capacità di relazionarsi».
L’applicazione della 194…
«A Macerata, contrariamente alle polemiche, il servizio funziona con determinate regole che non possono essere le non regole, regole che sono applicate e che sono quelle della legge. Abbiamo medici obiettori e non obiettori ma il servizio è garantito a Macerata e a Civitanova dove c’è un collega che fa anche lui questo tipo di procedure. Per quella che è la nostra utenza, la risposta è completa, abbiamo dei dati che ci confortano».
L’ultima annotazione di servizio del direttore Mauro Pelagalli: «Abbiamo anche un ambulatorio dell’adolescenza che prende in carico le pazienti da sei anni fino a 17 anni, alcuni vengono in consulenza dalla Pediatria ed altri attraverso il Cup per le problematiche dell’adolescenza». Non solo attività ospedaliera, c’è anche il versante dello studio: «Nell’ambito dell’attività abbiamo anche un gruppo di lavoro con il quale produciamo articoli scientifici pubblicati anche su riviste internazionali e con il quale collaboriamo con il Gemelli e con la Politecnica delle Marche. In questi anni abbiamo realizzato congressi di assoluto rilievo».
Ed ecco infine la squadra di medici specialisti che opera quotidianamente al fianco del direttore Mauro Pelagalli: il vicedirettore è Francesco Magliacano, poi Cristina Martino responsabile del servizio di ecografia e diagnostica ostetrica, Maria Giovanna Piermartiri responsabile dell’ambulatorio per la tutela del benessere e della salute della paziente,Francesca Orici è la responsabile della unità operativa dipartimentale di ginecologia oncologica, Edoardo Cola incaricato di chirurgia endoscopica miniinvasiva, Valentina Paris responsabile del servizio di ecografia ginecologia oncologica di secondo livello, Francesca Panfoli e Gloria Pierucci che sono le new entry, Marta Tassetti che sta facendo un master in medicina olistica, Maurizio Loiacono che si occupa di menopausa, Paola Vitali, si occupa di patologia ostetrica, Rossana Martorana che gestisce il centro di terapia della fertilità».
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Sulla base della mia esperienza personale e di quella di mia madre posso solo dire che il Dott. Pelagalli è meraviglioso e tutto lo staff garantisce un servizio eccellente
Grande il Primario Pelagallie tutta la sua equipe
Dottoressa Di Martino top
I migliori
Il 25 luglio io e mio marito siamo diventati nonni della nostra 1 nipotina .... Dottoressa Francesca Orici Ostetriche e infermiere meravigliose ed eccellenti nel loro lavoro!!!! Grazie di tutto!!!!
Doc Pelagalli il top!
I migliori
Grazie grandissimo Pelagalli con la sua equipe
Il Dottor Pelagalli per la mia esperienza è stato il top e con lui tutto il suo staff! Grande professionalità e molto empatico,mi ha salvata!! Grande Doc!!!
Il dottor pelagalli top!! Il mio idolo e il mio doctor preferito per sempre!!! La migliore equipe e il miglior dottore!!!
Grazie Dott.Pelagalli !!!
Fantastico Dottore !Eccellente equipe!
Mitico Mauro!
Super Doc
Grande il Primario Pelagalli e tutta la sua equipe
Abbiamo i top ma abbiamo anche la maglia nera della sanità marchigiana
Grandissimo dottore!!! Complimenti a tutta la sua equipe!
L' eccellenza ! dottor Pelagalli, competenza ,umanità e gentilezza infinita !
Dott. Pelagalli il miglior in assoluto n°1 Macerata staff eccezionali
Un Dottore bravissimo, complimenti a tutto il suo gruppo!
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Non sarebbe male sapere come viene percepita e gestita la natalità di questi ultimi anni.
L’unica “regola” rimane quella che stabilisce chi è al potere, slegata da tutte le gerarchie logiche.