L’arte torna in centro,
ecco la mostra coi tesori di Camerino
«Un atto di ripartenza»

TAGLIO DEL NASTRO per l'esposizione al rettorato Unicam in piazza Umberto I con i quadri più iconici della Pinacoteca civica. Diciassette le opere esposte: dai volti della famiglia Varano fino al busto di Papa Urbano VIII del Bernini. Sarà visitabile fino al 3 novembre. Il sindaco Lucarelli: «Una giornata emozionante»

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Il taglio del nastro

di Monia Orazi

Tornano in centro a Camerino i quadri più iconici della Pinacoteca civica, fino al 3 novembre, al piano terra del rettorato Unicam in piazza Umberto I, per l’esposizione temporanea “L’arte torna in centro”, finanziata con 85.000 euro da un bando regionale. L’evento è stato inaugurato ieri pomeriggio. Sono diciassette le opere esposte ed inoltre fa bella mostra di sé anche l’abito della signora di Camerino utilizzato nella recente Corsa alla Spada.

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L’esposizione si apre con un quadro definito identitario per Camerino da Pierluigi Moriconi, funzionario camerte della Soprintendenza ai Beni culturali delle Marche, cioè la pala di Giovanni Angelo D’Antonio, Annunciazione e Cristo in Pietà. Non mancano i volti della famiglia Varano, come Giovanni Maria Varano e Caterina Cybo, lo sguardo austero del busto popolare di Giulio Cesare da Varano, ma anche il prezioso busto di Papa Urbano VIII, che faceva bella mostra di sé nel palazzo comunale, opera di Gian Lorenzo Bernini. E’ esposto anche il ritratto dell’ultima duchessa, Giulia da Varano bambina, opera di Dosso Dossi, quadro ritrovato miracolosamente pochi anni fa dopo essere stato trafugato 40 anni prima. Non manca nemmeno la carta geografica dello stato di Camerino e un quadro di Mirando Haz, raffigurante l’antica Camerino, un dipinto ottocentesco di Napoleone Parisani, un paesaggio con Rocca Varano. La mostra è stata curata da Pierluigi Moriconi ed ha il patrocinio della Regione.

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«Una giornata emozionante – l’ha definita il sindaco Roberto Lucarelli – riportiamo una parte delle opere della pinacoteca nel primo luogo del centro storico riaperto dall’università. Un grazie a chi ha permesso di far restare le opere d’arte dentro le mura di Camerino. Ora questo è l’unico locale, dal primo settembre chiuderà il deposito Venanzina Pennesi perché il vescovo ha bisogno di quei locali, ma l’esposizione definitiva sarà poi al polo museale San Domenico. Sono importanti le azioni messe in campo dall’amministrazione comunale per il centro storico, torniamo a goderci le nostre bellezze».

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Ha aggiunto il rettore Unicam Graziano Leoni: «Oggi accade quello che abbiamo sognato riportando il rettorato in centro, che ha un significato profondo per i cittadini. Questi spazi per la mostra è bellissimo che sia il comune il primo ad usufruirne. Si avvera quindi il sogno Unicam che intende contribuire alla ripresa di questa comunità. L’arte è al centro di questa comunità, è un’emozione avere davanti questi beni culturali». «Una gioia infinita essere oggi qui – ha detto Pierluigi Moriconi in rappresentanza della Soprintendenza – in tutti gli Appennini con il Nucleo tutela, patrimonio culturale del carabinieri abbiamo recuperato 14.000 beni culturali, un lavoro immane. Camerino vanta un patrimonio di valore inestimabile. La sua pinacoteca ha valore oltre le Marche. Come dice Dante “quindi uscimmo a rivedere le stelle”, questa mostra è un atto di ripartenza, un simbolo identitario. Questa piccola riapertura ci segnala che altre opere sono pronte per essere esposte».

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Hanno portato i propri saluti anche Donatella Pazzelli, presidente della Corsa alla Spada, Gianluca Pasqui, vicepresidente del Consiglio regionale e Andrea Spaterna, presidente del Parco dei monti Sibillini. «Una mostra voluta fortemente dall’amministrazione comunale – ha detto Pasqui – se non ci fosse stato il buon senso e la responsabilità oggi le opere non sarebbero rimaste all’interno delle mura. Grazie alla tenacia di Moriconi e mia le opere sono a Camerino e ora iniziamo a tirarle fuori. Questa non è solo la mostra di Camerino ma è anche a valenza internazionale». Ha aggiunto Andrea Spaterna: «Un momento importante per Camerino che si riappropria di quei cimeli artistici e della cultura della sua preorogativa. Quest’epoca è come il Rinascimento».

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