La Bottega della cuccagna, chiusa recentemente, si trovava sul vialetto nord di piazza XX Settembre
Troppi negozi etnici in centro, le nuove aperture vanno regolamentate. In estrema sintesi, è la proposta che arriva da Manola Gironacci, storica commerciante di Civitanova ed ex assessora al Turismo, cacciata dalla giunta dal sindaco Fabrizio Ciarapica. Gironacci ha scritto un lungo post su Facebook proponendo all’amministrazione di adottare un nuovo regolamento che disciplini le aperture in centro e nel borgo marinaro, così da tutelare la filiera locale.
Manola Gironacci
«Civitanova con i suoi 40 negozi chiusi e ne seguiranno, purtroppo altri, ha bisogno di un coraggioso regolamento che riguarda il decoro urbano da parte di chi ci amministra – l’analisi dell’ex assessora – Purtroppo alle numerose chiusure delle attività locali seguono poche aperture e quasi sempre rivolte al fast food in particolare kebab come quello che aprirà a breve difronte alla pasticceria Romana. Occorre un regolamento che individui una serie di attività appartenenti al settore del commercio, della somministrazione di alimenti e bevande, incompatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio storico-ambientale e di qualificazione della zona più centrale della nostra città. Non saremmo i primi ad avere questo regolamento, prima di noi: Lucca, Pesaro dal 26 gennaio 2022, Vicenza, Padova, Venezia, Verona, Genova. Un regolamento limitato quindi al solo centro storico, al borgo Mariano».
Uno dei kebab aperti in centro
«Si deve porre un freno alle nuove aperture all’interno di queste mura dando libertà di aperture in tutte le altre zone del Comune di fast food – aggiunge Gironacci – Non mi si venga a parlare di razzismo gastronomico, (le farmacie hanno licenze limitate a spazi e abitanti) magari potremmo usare parole diverse per spiegare perché si arrivi a questa decisione da prendere congiuntamente a Confesercenti, Confcommercio, Cna, Confartigianato a tutela del decoro e rispetto di un borgo marinaro ristrutturato? Il provvedimento non deve prende di mira i bazar e le gastronomie etniche, in quanto tali: quelle esistenti resteranno aperte mentre le concessione di nuove licenze saranno destinate in altre zone fuori dal Borgo incentivando la vivacità di tutta Civitanova».
Il cocktail bar Cheers, sempre su Corso Umberto, chiuso a fine giugno
«Il provvedimento dovrebbe limitare, solo le nuove aperture – specifica Gironacci – Abbiamo bisogno di questa limitazione per conservare e promuovere le nostre tradizioni marinare: sono la nostra diversità, attrattiva per il visitatore, in una città che vorrebbe diventare destinazione turistica. C’è una legge nazionale che ci consente nei centri storici, di limitare i settori merceologici quindi penso sia giusto farlo perché è sacro tutelare l’identità locale privilegiando i negozi di vicinato della filiera corta, la vendita di prodotti tipici marchigiani e attività artigianali e tradizionali. Molte città hanno le loro Chinatown come Milano: una via caratterizzata da attività esotiche ma Civitanova non è Milano. Non abbiamo la capacità per assorbire vie etniche e dobbiamo evitare, per il futuro, che nascano una zona cinese o pachistana o algerina. Nessun razzismo se ci si adopera affinché queste attività non si concentrino in una stessa via ma siamo sparse nel territorio. Con questo regolamento – conclude – l’Amministrazione cerchi di gestire lo sviluppo futuro in modo legittimo e sostenibile».
(Redazione Cm)
Un boulevard di vetrine vuote «Corso Umberto, tristezza infinita» Affitti fino a 6mila euro al mese
La catena di abbigliamento Cafe del Mar chiusa su corso Umberto
Anche Liu Jo ha chiuso in corso Umberto
Mercatini in centro durante uno dei Mercoledì dello shopping organizzato dai commercianti
Altra chiusura sul corso di Civitanova: “Cafedelmar” abbassa la saracinesca
Vetrine vuote in centro, chiudono Liu Jo e Bottega della cuccagna
Il problema sono gli affitti, il potere d'acquisto generalmente diminuito è i centri commerciali
La domanda è: come è che i nostri commercianti si trovano costretti a chiudere perché non reggono gli alti costi mentre loro aprono e li reggono? Mah . Faccio tanta fatica a capire come fanno a pagare affitti esorbitanti e tutto ciò che ne consegue
Finché un piatto di pasta costa più di 12 euro come minimo ben vengano gli etnici che hanno prezzi accessibile
Non hanno capito che sono finiti i soldi visto che loro hanno aumentato tutto fatevi un esame di coscienza invece di dire cazzate ,che la corda se spezza prima o poi.....
Cognato Lollo docet! Viva il "made in Italy", come se dice a Citanò!
Certo sono loro il problema non 800 centri commerciali che fanno depopolare il corso e dirottato la gente in altri luoghi dove spendono, no no il problema è Mohamed il kebabbaro certo.
Ma sta cosa come va intesa? Quale è il limite ( ogni tipo di limite ) oltre il quale una certa attività non possa dirsi coerente con il contesto bla bla bla...un negozio che venda taralli e solo prodotti pugliesi o magari solo formaggi e prodotti francesi in pieno centro a Citano' sarà da ritenersi coerente con il contesto bla bla bla ...
Carissima Gironaccci, ha mai sentito termini come gentrification, turismo di massa, ecc? Basta secondo lei forzare il mercato con norme che individuano le attività compatibili?
Quindi lungo il corso tutte pizzerie e porchettari.
L'unico degrado che vedo qua è questa argomentazione assurda, chiamiamola così.
Oh finché non la siluravano da assessore non sè mai fatta viva e ha fatto piu danni che il terremoto. Adesso che sta fuori,discorre. Ma mi faccia il piacere
Chiudono tutti i nostri negozi e aprono negozi ristoranti multietnici .con prodotti di dubbia provenienza e servizi scadenti
Se li aprono vuol dire che la gente ci va e se la gente ci va vuol dire che va bene così..
Laura Turoni ...e se la gente ci va' , molte volte perché conveniente economicamente!! Alcuni ristoranti italiani diciamo, o semplici pizzerie, iniziano ad avere dei prezzi assurdi!!
Simone Foglia esatto! Questi non vogliono capire che la gente non ha più soldi da spendere in divertimento ben venga il kebabbaro! La povertà esiste
Laura Turoni gli unici provvedimenti che dovrebbero prendere sono quelli contro tutti questi rincari!!
Simone Foglia non gliene frega niente
È la domanda che crea offerta, la "coerenza" di un'attività commerciale la stabilisce il mercato stesso con le sue "richieste".
Francesco Tittini infatti il liberismo
Francesco Tittini infatti sul corso a Civitanova sono quasi tutti chiusi ahha
Francesco Tittini mi sa che sei fermo alla pagina 10 del manuale di economia politica.
mi chiedo se i NAS facciano i controlli nelle cucine dei bar/ristoranti etnici con la stessa frequenza con cui li fanno nei bar/ristoranti italiani.... norme igieniche a posto? contratti di lavoro in regola? Siamo proprio sicuri???
Il politico e il turismo non é cosa per tutti purtroppo
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Ma per come va’l’andamento demografico tra 15 anni ci saranno il 90% di kebabbari. Per non parlare dei mcdonalds .
Un discorso che avrebbe senso se il kebabbaro di prossima apertura,avesse usurato il posto ad un negoziante di prodotti tipici civitanovesi. Se così non è, se non ci sono imprenditori indigeni interessati ad inserirsi al posto di quelli che hanno chiuso, se coloro che purtroppo hanno chiuso non lo hanno fatto a causa dei kebab, tutto il concetto della signora Gironacci non ha fondamento perché manca la relazione causa effetto.
Buongiorno…..
Poverina…e poveri civitanovesi, non è bello avere amministratori così limitati.
presto ci chiameremo Afritaliani, non è disprezzo ma verità assoluta.