Da sinistra Francesca Palma, Paolo Parisella, Jacopo Allegri Cinzia Maroni e Marco Cecconi (foto di Sonia Petrocelli)
di Marco Ribechi
Dalla Norma alla normativa in compagnia della lirica e della giurisprudenza. Il quarto Aperitivo Culturale agli Antichi Forni di Macerata, dal titolo “Figli di un dio minore”, ha analizzato il crimine del figlicidio, uno degli aspetti attorno a cui ruota il capolavoro di Vincenzo Bellini. Nella Norma infatti la protagonista medita sulla possibilità di uccidere i propri figli per punire il suo amante Polione. Ad unirsi a Cinzia Maroni per l’appuntamento valevole come formazione forense Giulia Boccassi, della Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane e Maria Masi, già presidente del Consiglio Nazionale Forense. Le due ospiti hanno analizzato le implicazioni giuridiche che ruotano attorno a questa tipologia di crimini, purtroppo non troppo rari.
Giulia Boccassi
Ad aprire l’appuntamento però i saluti istituzionali di Francesca Palma, membro Cnf per le Marche, Paolo Parisella, presidente dell’Ordine degli Avvocati, Japoco Allegri, presidente camera penale e di Marco Cecconi, presidente comitato pari opportunità che uniti hanno lodato l’iniziativa che ha attratto agli Antichi Forni numerosi avvocati maceratesi. «La risposta sociale più comune quando una madre uccide un figlio – spiega Boccassi – è la condizione patologica psichiatrica. Una risposta confortante per la società che però non soddisfa tutte le possibilità. Spesso infatti questa tipologia di crimini non sono ricollegabili esclusivamente al singolo ma a tutto l’ambiente familiare».
Maria Masi
Ha poco senso quindi parlare di istinto materno poiché è qualcosa che nasce con la società e non è una qualità insita nelle madri. Di più, fino al 384 d.C. non era considerato deplorevole uccidere i neonati che spesso subivano questa sorte a causa dei pianti incessanti. «Quando si parla di neonaticidio ci si riferisce alle prime 24 ore dopo la nascita – continua Boccassi – fino ad un anno si tratta di infanticidio e poi si rientra negli omicidi. Le cause possono essere molteplici come quella di evitare sofferenze al neonato, quella di una gravidanza non voluta, quella accidentale per negligenza e quella di vendetta verso il coniuge che viene identificata come sindrome di Medea».
Cinzia Maroni
Esiste poi una categoria di persone invisibili e traumatizzate chiamate “orfani speciali”, ovvero quelle persone che hanno perso uno dei due genitori a causa di una violenza dell’altro. «Infelicemente in Italia gli strumenti a disposizione per aiutare le vittime di queste situazioni sono assolutamente inadeguati – dice Maria Masi dopo un breve filmato che raccoglie proprio alcune storie di orfani speciali – la storia di Pasquale Guadagno, autore del libro “Ovunque tu sia” è emblematica. Ci sono pochissimi fondi per le vittime che invece dovrebbero essere accompagnate in un reinserimento sociale e anche attraverso una psicoterapia. L’Italia ha bisogno di una grande azione sinergica poiché gli orfani speciali sono quasi sempre abbandonati a loro stessi, a meno che non intervenga qualche associazione». L’aperitivo ha scosso le coscienze dei presenti su una tematica che sicuramente andrebbe approfondita e sviluppata maggiormente, anche nella società civile. Ad alleggerire la mattinata il brindisi con un buon verdicchio, accompagnato dall’aperitivo offerto da Marco Cecchetti del Caffé Basquiat.
Domani ospiti Valerio Galli e Giovanni Gavazzeni, cugino del direttore artistico, che affronteranno il tema “Puccini: stile conversativo”.
Marco Cecchetti del Basquiat
Marco Cecconi con Cinzia Maroni (foto di Sonia Petrocelli)
Gabriela Lampa
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