Il primario Domenico Sicolo
di Luca Patrassi
Il dottor Domenico “Mimmo” Sicolo è il primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Camerino. Originario di Canosa, vive a Civitanova quasi da sempre: studi classici al seminario di Fermo, laurea a Chieti e specializzazione in gastroenterologia in Ancona. Sicolo ha lavorato nei pronto soccorso di Torrette e dell’Umberto primo di Ancona, poi a Civitanova prima di approdare a Camerino. Molto prima del piano Mattei, Sicolo, con altri medici civitanovesi, è andato in Africa la prestare la sua opera professionale da volontario.
Lei guida il Pronto Soccorso dell’ospedale di Camerino, ci presenta strutture e organici?
«Sono il direttore facente funzioni del dipartimento di Emergenza Urgenza che comprende i Pronto Soccorsi, le Cardiologie, le Rianimazioni, il 118 e la terapia del dolore delle strutture della Ast Macerata e sono il primario del Pronto soccorso di Camerino del punto di primo intervento di San Severino e della postazione di emergenza sanitaria di Matelica. Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Camerino è presidiato da un medico di Pronto Soccorso per turno e da un medico del 118 che, quando non effettua uscite sul territorio, gestisce l’ambulatorio dei codici minori. Il punto di primo intervento dell’ospedale di San Severino è presidiato da un medico di Pronto Soccorso mentre la postazione di 118 anche questa h24 è di stanza nell’ospedale di Matelica. Come personale siamo al completo. Un punto comunque ci tengo a sottolinearlo ed è la grande disponibilità e la professionalità di tutto il personale sanitario che devo ringraziare, c’è un gioco di squadra che sta dando ottimi risultati. Parlando come direttore di dipartimento la situazione è molto critica per il personale di Pronto Soccorso a Macerata e soprattutto a Civitanova per cui siamo costretti a ricorrere ai medici delle cooperative».
Qual è l’attività?
«Camerino e San Severino insieme effettuano circa ventimila prestazioni annue».
Qual è la tipologia degli accessi nel suo reparto. C’è o no il filtro del territorio, della medicina di base?
«I Pronto Soccorso in Italia stanno diventando fondamentalmente Pronto Soccorso geriatrici che rappresentano la maggiore criticità sia nella gestione (pazienti fragili, spesso non autosufficienti, con pluripatologie) che nella loro collocazione. Camerino è una delle zone con più anziani nelle Marche».
Se le fosse accordata la possibilità di prendere una decisione di politica sanitaria, quale mossa metterebbe in atto nel suo settore?
«Risorse maggiori a chi lavora in Pronto Soccorso per renderlo più attrattivo, non ci viene riconosciuto ancora il titolo di lavoro usurante, poi revisione della rete Emergenza Urgenza, ad esempio ambulanze infermieristiche a presidiare il territorio con automediche a supporto, infine ridistribuire gli specializzandi con orario tra università e ospedali periferici».
Mancano i medici, è solo un problema di programmazione o ci sono problemi ulteriori per alcune specialistiche reputate non attrattive dal punto di vista economico?
«Sicuramente la carenza è dovuta ad una mancata programmazione. Ad esempio nella polemica sull’accesso alle Università di Medicina, tra numero aperto e numero chiuso la parola giusta era numero programmato. Se fra dieci anni mi servono ventimila medici devo fare in modo che le Università mi forniscano questo numero di medici aprendo al numero chiuso per quello che serve».
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