Emanuele Messi
di Laura Boccanera
Sono cosmopoliti, attenti all’ambiente e ai diritti civili, parlano due o più lingue e credono che votare sia un diritto, ma soprattutto un’opportunità per cambiare ciò che non piace. Sono i 18enni di oggi, classe 2006, un “esercito” di 188 nuovi elettori solo per Civitanova che l’8 e il 9 giugno si recheranno a votare per il rinnovo dei membri del Parlamento europeo. E se molti adulti sono sfiduciati rispetto al voto, nei nuovi elettori l’entusiasmo è tangibile. Abbiamo raccolto le idee e le testimonianze di due di loro che frequentano il liceo Da Vinci per capire come vede un 18enne di oggi l’Unione Europea e cosa significa “Europa” per questa generazione.
Emanuele Messi ha compiuto 18 anni a marzo, ha frequentato il 4B del liceo scientifico. Nel suo futuro ipotizza tre strade, tutte molto ambiziose e che potrebbero avere a che fare con genetica, economia o medicina militare e ha già svolto anche un anno all’estero negli Stati Uniti . Per lui l’Europa è un’opportunità: «In realtà non sapevo che quest’anno c’erano le elezioni europee. Me lo ha detto mia madre mentre ero negli Stati Uniti per il mio anno di scuola all’estero inviandomi una foto della tessera elettorale che era arrivata a casa – commenta entusiasta – molti dicono che il voto non conti nulla o conti poco, però se tutti la pensassimo così si svuota la democrazia».
Come si è informato su coalizioni e programmi? «Mi sono documentato con mio padre, abbiamo letto i programmi dei vari partiti e scelto quello più vicino al nostro pensiero e ai nostri valori. Mi sono documentato soprattutto attraverso i siti degli organi di informazione».
Che cos’è per lei l’Unione europea? «Io penso che più Europa non significhi meno Italia, anzi. In tanti paragonano gli Stati Uniti agli Stati uniti d’Europa, ma è profondamente diverso. L’Europa mantiene le specificità di ciascun Paese membro. Io la vedo come un modo per risolvere tutti insieme i problemi, è una protezione per gli stati che ne fanno parte. Ed è un vantaggio per gli europei. Un esempio che mi viene in mente è all’aeroporto: al controllo passaporti ci sono due file, una per tutti i paesi del mondo, l’altra per chi ha un passaporto europeo. Sembra una cosa di poco conto, ma è un riconoscimento importante».
Quali sono gli argomenti che sente più vicini e che le hanno fatto scegliere per chi votare? «Sicuramente l’ambiente. Nella mia esperienza in America ho visto una realtà che agli occhi di un europeo è assurda: auto che consumano tantissimo, raccolta rifiuti senza alcun tipo di differenziata. Dal punto di vista ambientale ci siamo evoluti, serve un approccio più sostenibile. Il mondo sta cadendo a pezzi, ma non per le politiche economiche, ma per la mancanza di attenzione all’ambiente. Io credo che è ancora possibile invertire la rotta, ma occorre farlo».
Alessandra Benigni
Alessandra Benigni invece ha frequentato il quarto anno del liceo linguistico, 18 anni da qualche settimana è bilingue naturale dal momento che la mamma è romena e parla diverse lingue. E proprio in questo settore vede il suo futuro, probabilmente all’università di Lingue e letterature straniere a Macerata. L’incontro con le elezioni europee è avvenuto su Tik Tok e grazie ad un progetto di orientamento scolastico: «Non sapevo che quest’anno si votava per il parlamento europeo – racconta – l’ho scoperto per caso alla fine di una lezione di orientamento con una docente dell’Università di Macerata che dopo averci parlato della Costituzione ci ha salutati ricordandoci l’appuntamento col voto. Al che mi sono trovata impreparata, non ne sapevo nulla e così ho fatto delle ricerche su internet, ma molti programmi dei partiti li ho trovati su Tik tok e anche su Instagram. Però dai social mi mancava un po’ la visione di insieme, sui social si trovano davvero tante cose, ma non avevo ben capito cosa fossero davvero queste elezioni. Noi giovani ne parliamo poco e vedo che in giro se ne sa poco. E dovrebbero puntare di più sui giovani».
Come impattano le decisioni che si prendono in Europa sulla sua vita di tutti i giorni? «Non ci ho pensato ancora molto in verità, però ho visto con mano su alcune questioni l’impatto dell’appartenenza o meno all’Europa. Sono stata in Spagna qualche anno fa e non è stato necessario fare il passaporto perché è uno stato membro, mentre quando a marzo sono stata in Inghilterra per uno stage ho dovuto fare il rinnovo perché con la Brexit il Regno Unito è uscito dall’Ue. E non pensavo che questo avesse un impatto così forte sull’economia. In Inghilterra il prezzo dei beni era aumentato tantissimo».
Quali argomenti le stanno a cuore e le hanno fatto propendere per una o un’altra coalizione? «Sono molto interessata alle questioni dei diritti civili e sociali, alla posizione dei Paesi rispetto ai conflitti in Ucraina e in Palestina. Su questi temi i partiti hanno posizioni anche molto distanti fra loro. E mi sono sorpresa nello scoprire quanti partiti ad esempio non sostengono la questione di genere».
Andrà a votare, perché? «Perché è un diritto, ma anche perché credo sia utile. Ti faccio un esempio: la madre di una mia amica ha detto che non andrà a votare perché tanto non cambia niente e lei si è arrabbiata, le contesta questa cosa. Anche se se ne parla poco fra amici o a scuola credo che la mia generazione veda il voto come un atto utile, si spera almeno di poter avere un impatto».
Per le Europee e le Comunali si voterà domani dalle 15 alle 23 e domenica dalle 7 alle 23. Si potrà esprimere il proprio voto esibendo al presidente del seggio la tessera elettorale e un documento di riconoscimento. Lo scrutinio delle Europee inizierà domenica dopo le 23, quello delle Comunali lunedì alle 14.
Europee, a Macerata crescono gli elettori. A Civitanova ci sono più 18enni
Sono le nuove generazioni che sono state maggiormente fregate dall europa qualsiasi forma essa abbia
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