Flavia Giombetti
Ha denunciato di dover lasciare il container, che la casa che credeva le fosse stata assegnata non c’è e che la proposta del Comune sia stata quella di condividere un appartamento con un’altra persona. Così la 61enne Lina Fabiano, di Tolentino, che ha contattato Cronache Maceratesi per raccontare la sua vicenda.
A risponderle è l’assessore Flavia Giombetti che premette «Sono pienamente solidale con la difficile situazione personale in cui versa la signora e ovviamente dispiaciuta per lo stato d’animo che ha voluto esternare alla stampa. Non è, però, corretto, far passare il Comune e chi lo rappresenta come “matrigne cattive” che quasi si divertono a giocare sulla pelle di chi vive dei disagi e, nel caso di specie, dei terremotati. La mia storia personale e da amministratore ne sono la prova.
Siamo certamente tutti d’accordo sul fatto che sia doveroso un contesto abitativo adeguato e proprio in tal senso, fin dal giorno del mio insediamento, mi sono attivata per chiudere l’area container, sciagurata eredità di un passato che oramai tutti conoscono, per trovare soluzioni abitative più dignitose. Nel suo racconto, la signora Fabiano ha dimenticato alcuni passaggi fondamentali che avrebbero spiegato il perché si è arrivati alla situazione attuale».
Giombetti prosegue ricordando come negli anni si sono succeduti cambiamenti normativi «In base a questi, a seguito di una revisione dei requisiti, è emerso che la situazione di Fabiano non soddisfa più determinati criteri richiesti. Da oltre due anni sono state molteplici le esortazioni, tramite colloqui personali ed epistolari da parte del Comune, con i quali si comunicava la dismissione dell’area container. Vista la necessità di liberare l’area per motivi urgenti di pubblica utilità, abbiamo offerto delle soluzioni provvisore e temporanee capaci di offrire un tetto sopra la testa (sicuramente più dignitoso dei container con bagni condivisi), in attesa di una sistemazione stabile.
Fra queste soluzioni, abbiamo proposto anche a Fabiano una condivisione limitata e temporanea di un alloggio, nell’ottica di massimizzare le poche risorse disponibili e fornire una sistemazione, benché nessuno sia in possesso dei requisiti per l’assegnazione di un alloggio. Nello specifico, Fabiano non ha presentato la domanda per la conferma dei requisiti sisma entro il termine del 6 novembre 2023 previsto dall’Ordinanza del Commissario alla ricostruzione. Un conto, infatti, è la domanda per l’assegnazione delle abitazioni (che giustamente la signora non doveva rifare), mentre ben diversa è la mancata presentazione dei requisiti imposti dalla legge per la ricostruzione». Giombetti aggiunge che «in due anni sarebbe stato anche doveroso da parte di chi ben sapeva che l’area container sarebbe stata dismessa, ricercare autonomamente una sistemazione, così come hanno fatto migliaia di tolentinati dal 2016 in poi.
In quel caso, rispettando requisiti e scadenze, ci sarebbe stato il diritto al contributo di autonoma sistemazione e mi chiedo il motivo per il quale la signora, pur essendone a conoscenza, non si sia mai adoperata a ricercare una soluzione abitativa più dignitosa. La sensazione, invece, è quella che si voglia pretendere ad ogni costo un assistenzialismo sfrenato che porterebbe a disuguaglianze sociali delle quali il Comune non può e non vuole certamente farsi carico.
Da ultimo, ritengo piuttosto ingeneroso nei confronti di chi si è sempre reso disponibile al dialogo e al confronto, come la sottoscritta e tutta l’amministrazione comunale, sottolineare che ci siano state difficoltà nel contattarmi. Ad aprile, per motivi personali di salute, non ho potuto garantire la consueta presenza negli uffici. Tuttavia, anche durante quel periodo, i nostri uffici, compreso il sindaco Sclavi sono sempre stati disponibili e aperti al dialogo con tutti i cittadini. Ritengo corretto ed opportuno precisare che nessuno ha mai parlato di “ruspe”, avendo ben spiegato a Fabiano che per motivi di pubblico interesse è necessario provvedere a sgomberare urgentemente l’area nel rispetto del nostro ordinamento giuridico».
Come in Russia! La coabitazione coatta!
Laura Turoni scusi perché in quell accampamento di profughi come stavano? Bagni in comune doccia e anche x dormire e mangiavano tutti insieme ma di cosa si parla i container dovevano essere smantellati prima di prenderli. Quanto ci sono costati d'affitto x il piazzale e x quelle scatole ?
Mirta Romoli di quanto costano non me ne frega niente le persone hanno diritto ad una vita dignitosa. Fin'ora hanno solo ricostruito chiese, mo basta date le case alle persone delle chiese chi se ne frega
Mirta Romoli infatti. Parlare senza sapere.
Di chiese ricostruite non ne ho viste, è dignitoso vivere in un container, non vorrei che qualcuno si fosse adagiato in certe situazioni
In questo stato quello provvisorio diventa definitivo.. casa condivisa neanche da pensare, come si può proporre
Nel primo articolo sulla questione, siamo alle solite. Non si può essere cassa di risonanza per chi non riesce ad ingoiare il rospo della sconfitta.
8 anni.
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Un grazie per aver comunicato la sua versione Assessore Giombetti, chi ha diritto bene, chi perde i propri diritti, per giunta viene aiutata ugualmente, non ci sono parole.