Il tavolo dei relatori alla conferenza organizzata da Confindustria
di Luca Patrassi
«34esima modifica del Superbonus, a rischio la ricostruzione» è il tema scelto da Confindustria per la conferenza che questa mattina, nella sala riunioni dell’associazione di categoria, ha visto protagonisti il presidente della sezione Ance di Macerata Enrico Crucianelli, Loredana Camacci Menichelli (Ordine architetti), Paola Passeri (collegio Geometri Macerata), Matteo Petracci (Cna settore edilizia) e Giovanni Salvucci (Anaepa Confartigianato).
Enrico Crucianelli
Ad aprire la serie degli interventi è stato Enrico Crucianelli: «Bisogna modificare la bozza di decreto, ringraziamo il commissario Castelli per quanto fatto finora, l’attenzione per il territorio è sicuramente maggiore ma il provvedimento sconta una scarsa chiarezza sulle nuove pratiche e su quelle già presentate, se concorrono o meno nel plafond di 400 milioni dedicato al 2024. Il problema principale del decreto è nel tempo, non c’è nessun riferimento al 2025 e questo determina una totale incertezza che si va a ripercuotere sulle aziende che devono prendere decisioni per interventi che superano l’anno in corso. Ci sarà un blocco delle progettazioni, chi deve progettare non sa se deve far conto sugli incentivi fiscali: riteniamo che questo intervento sia negativo e immotivato per la ricostruzione. Se la volontà del legislatore è quella di mettere in sicurezza i conti pubblici, va rilevato che i superbonus residuali non possono incidere un maniera importante sui conti dello Stato. Ora ci aspettiamo modifiche al decreto in sede di conversione: la prima richiesta è che venga stralciato l’articolo 1 con deroga per le aree del cratere, in subordine chiediamo che venga fatta chiarezza fin da oggi e venga definito il plafond per il 2025. Per quanto riguarda la prospettiva della Ricostruzione va considerato un aumento del contributo parametrico, gli aumenti sono insufficienti per coprire l’incremento dei costi, tante pratiche sono partite con l’agevolazione fiscale».
Il microfono passa a Paola Passeri: «Questo stop è stato un fulmine a cielo sereno, non sono nella condizione di consigliare la mia committente su quali scelte poter fare: è stato fatto tantissimo nell’ultimo periodo dal commissario ma ci ritroviamo per l’ennesima volta in un momento di pausa, non sappiamo se riusciamo ad applicare i bonus. Non è soltanto una questione legata ai lavori avviati: ci sono progettazioni ultimate ma non ancora caricate. Dietro c’è un lavoro enorme, fatto di condivisione con la committente e con l’impresa, appunto pratiche nella fase di caricamento che non sappiamo quale fine faranno, abbiamo bisogno di ulteriori proroghe. Dobbiamo avere certezze, ci viene chiesto di andare veloci, dopo 7 anni e mezzo dal sisma, dobbiamo riportare le persone nell’entroterra, ma per farlo ci vogliono mantenimento del superbonus e aumento del costo parametrico. La committente fa una scelta importante, deve sapere quale è la scelta di accollo, la precarietà creata dall’uscita di questo decreto è proprio questa».
Giovanni Salvucci per Confartigianato: «Le piccole imprese scontano ancora di più l’incertezza normativa e la difficoltà a trovare i cessionari per il credito d’imposta, è risaputo che il costo non è coperto per il 20%, 30%: la difficoltà è la cessione al sistema bancario, una lotta quotidiana per accaparrarsi qualche piccolo plafond da parte delle banche che manifestano non cattiva volontà ma problemi di natura fiscale, difficoltà di cessione al di fuori dal sistema bancario. La cessione dei crediti ha dei costi rilevanti che l’impresa deve ribaltare sui committenti, ci blocchiamo nella firma dei contratti e arriveremo a sospendere le lavorazioni anche per contratti firmati, cosa che potrebbe portare a contenziosi legali. Il limite dei 400 milioni, il commissario avrà valutato congrua la cifra ma potrebbe non essere soddisfacente e produrre una lotta intestina per arrivare prima, è un limite che crea ulteriori incertezze alle imprese. Finora funzionava tutto molto bene, il sistema si era adeguato, le pratiche vanno avanti velocemente, anche i pagamenti».
L’opinione di Loredana Camacci: «Serve adeguare il contributo della ricostruzione, è vero che nei progetti avviati è necessario mantenere il superbonus, è fondamentale avere un contributo unico, la gestione di due sistemi paralleli (ricostruzione e superbonus) crea un aggravio ingiustificato, si tratta di dare tranquillità ai colleghi e ai committenti oltre che alle imprese, serve continuità e costanza nel mantenimento delle norme». Il punto di vista di Matteo Petracci: «C’è preoccupazione rispetto a questo ultimo provvedimento. Una considerazione aggiuntiva visto che i problemi non arrivano mai da soli: la legge di bilancio 2024 ha portato all’11% la ritenuta d’acconto per le aziende sui corrispettivi in relazione ad interventi che hanno benefici fiscali, un altro tassello che va a penalizzare un settore che è stato demonizzato perdendo di vista gli obiettivi ambientali di risparmio energetico. La ricostruzione è un investimento di lungo periodo che ha bisogno di chiarezza e di certezza. Fino al 2024 o al 2025 rispetto a un intervento edilizio è come parlare di dopodomani, è una prospettiva corta. Sottolineo l’impegno profuso dal commissario Castelli per perfezionare il lavoro svolto dall’ex commissario Legnini dopo anni di nulla: ci sono persone che devono rientrare nelle case, i marchigiani sono una popolazione silenziosa e operosa ma le Regioni devono farsi sentire, ci si aspetta che la Regione prenda posizione, il silenzio attuale è incomprensibile».
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