Dopo lo Sferisterio, gli altri:
23 teatri maceratesi diventano
monumenti nazionali

APPROVATO alla Camera il testo unico della “Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani”, che aggiunge altri 60 gioielli marchigiani all'Arena e al Ventidio Basso di Ascoli. Dal Lauro Rossi al Vaccaj fino all'Annibal Caro tanti i gioielli premiati in provincia. La deputata Giorgia Latini, firmataria dell'emendamento: «Le Marche hanno una densità di eccellenze senza pari»

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Il teatro Lauro Rossi di Macerata

Approvato alla Camera il testo unico della “Dichiarazione di monumento nazionale di teatri italiani” che comprende l’emendamento della maggioranza, a prima firma del vicepresidente della commissione Cultura della Camera e segretario regionale della Lega Giorgia Latini, per ampliare il novero dei teatri scelti per la loro rilevanza storica e in quanto simboli di riferimento per la comunità nazionale. Dopo Sferisterio e Ventidio Basso, dunque, altri 60 gioielli del patrimonio architettonico teatrale delle Marche potranno avvalersi del prestigioso riconoscimento andando a rafforzare la candidatura Unesco dei “Teatri storici delle Marche”, avviata proprio dalla Latini quando era assessore regionale.

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La deputata Giorgia Latini, segretaria regionale della Lega

Requisiti per la dichiarazione: edificazione risalente ad almeno 100 anni, almeno uno tra indubbia qualità storico-architettonica e programmazione rivolta esclusivamente ad attività di spettacolo dal vivo con il concorso finanziario dello Stato. Complessivamente sono interessati dalla normativa 13 teatri della provincia di Pesaro-Urbino, 14 della provincia di Ancona, 23 nella provincia di Macerata (quella a più alta densità teatrale) 9 nel Fermano e 4 in provincia di Ascoli Piceno. «Riconosciamo i teatri, simbolo delle nostre comunità, punto di riferimento e di aggregazione sociale, parte di un vero e proprio circuito virtuoso – spiega Latini – i teatri monumentali marchigiani rappresentano circa il 15% dell’intero elenco dei monumenti nazionali italiani, che sono 408. È evidente il prestigio delle Marche, che hanno una “densità” di teatri rispetto alla popolazione e al numero di Comuni e un unicum come lo Sferisterio che non ha uguali in Italia. La gran parte di questi antichi luoghi di cultura sono aperti al pubblico, visitabili come altri monumenti, anche al di fuori del cartellone di rappresentazioni teatrali. Sostenere nuove forme di gestione degli spazi teatrali con una crescente partecipazione delle compagnie locali e associazioni culturali per creare dei veri e propri teatri di comunità è la direzione ora da seguire».

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Irene Manzi, deputata del Pd

Plaude all’iniziativa in generale, meno alla sua realizzazione la deputata dem Irene Manzi: «Noi abbiamo condiviso l’idea di trasformare i teatri storici in monumenti nazionali, tuttavia riteniamo questo provvedimento parziale e confuso – dice Manzi – una buona idea a cui mancano le gambe per camminare. Un’occasione sprecata. Abbiamo lavorato intensamente come gruppo Pd durante l’esame parlamentare e siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento di teatri storici marchigiani candidati a patrimonio Unesco come monumento nazionale. Un ottimo risultato che rivendichiamo visto il punto da cui eravamo partiti. Ritengo indispensabile essere riuscita ad ottenere l’inserimento nella lista di teatri che rappresentano l’intero territorio regionale. Adesso ci aspettiamo che il Governo trovi fondi economici adeguati a sostegno di tutto il comparto. Purtroppo, il grave limite di questa legge è non aver aperto un confronto ampio per individuare i teatri storici: nonostante la soddisfazione per il riconoscimento di numerosi teatri marchigiani, l’elenco dei teatri approvato è inevitabilmente parziale e limitato ed in questo rappresenta davvero un’occasione persa. Noi crediamo, invece, che il settore della cultura abbia bisogno di programmazione, competenze e stanziamenti ad hoc e criteri chiari. Alla politica degli elenchi si deve sostituire quella del merito e della trasparenza»

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Il teatro Verdi di Pollenza, uno dei 23 compresi nell’elenco

Ad approvazione del testo da parte del Senato, si potrà procedere con l’attribuzione della qualifica di monumento nazionale per i singoli teatri. Nel Maceratese, il provvedimento riguarda: Apiro (teatro Mestica), Caldarola (teatro Comunale), Camerino (teatro Marchetti), Castelraimondo (teatro delle Armonie), Civitanova Marche (teatro Annibal Caro), Corridonia (teatro Velluti), Macerata (teatro Lauro Rossi, Sferisterio già dichiarato), Matelica (teatro Piermarini), Mogliano (teatro Apollo), Montecosaro (teatro delle Logge), Montefano (teatro La Rondinella), Montelupone (teatro Nicola degli Angeli), Penna San Giovanni (teatro Comunale), Pollenza (teatro Verdi), Potenza Picena (teatro Mugellini), Recanati (teatro Persiani), San Severino Marche (teatro Feronia), Sant’Angelo in Pontano (teatro Angeletti), San Ginesio (teatro Leopardi), Sarnano (teatro della Vittoria), Tolentino (teatro Vaccaj), Treia (teatro Comunale).

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Il teatro Velluti di Corridonia

Nella provincia di Pesaro-Urbino i comuni coinvolti sono: Cagli, Cartoceto, Fano, Macerata Feltria, Mondavio, Pergola, Pesaro (Rossini e auditorium Pedrotti), San Costanzo, San Lorenzo in Campo, Sassocorvaro-Auditore, Urbania, Urbino.

Nella provincia di Ancona: Ancona, Arcevia Chiaravalle, Corinaldo, Fabriano, Jesi, Montecarotto, Montemarciano, Monteroberto, Monte San Vito, Osimo, Ostra, San Marcello, Sirolo.

Nella provincia di Fermo: Amandola, Campofilone, Fermo, Grottazzolina, Montegiorgio, Monterubbiano, Petritoli, Porto San Giorgio, Santa Vittoria in Matenano.

Nella provincia di Ascoli Piceno: Ascoli Piceno, (Filarmonici, Ventidio Basso già dichiarato), Offida, Ripatransone.

 

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