Da sinistra: Andrea Gentili, sindaco di Monte San Giusto; Stefano Violoni, presidente dell’Ance Marche; Franco Capponi, sindaco di Treia
«Se il testo definitivo del decreto legge discusso in consiglio dei ministri martedì sera, che prevede una nuova stretta al Superbonus, dovesse realmente coinvolgere anche i cantieri dell’area cratere, il governo si assumerà la responsabilità di dare un colpo definitivo e mortale alla ricostruzione post sisma». Così il presidente di Ance Marche, Stefano Violoni, il cui forte dissenso si unisce a quello espresso dai sindaci dell’area del cratere e ai rappresentanti della politica.
Stefano Violoni, presidente Ance marche
«Voglio leggere con i mei occhi il testo – aggiunge – perché rischia di stravolgere quel provvedimento di proroga che era stata concessa fino al 2025». Ance Marche è “in stretto contatto con l’associazione nazionale e con la presidente Brancaccio «con l’obiettivo di fare corpo comune anche con le altre associazioni di rappresentanza, datoriali e dei lavoratori, per arrivare a un ripensamento da parte del governo. Leggo di reazioni bipartisan da parte della politica – osserva Violoni – ma vorrei che si traducessero velocemente in azioni concrete. Come Ance Marche, abbiamo scritto a tutti i parlamentari della nostra regione perché, senza esitazioni e senza farne una battaglia elettorale, si mobilitino a tutela del cratere sismico, perché significherebbe tutelare i cittadini, i lavoratori e le imprese».
Il sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili
Sulla stessa linea Andrea Gentili, sindaco di Monte San Giusto, nelle vesti di presidente di Ali Marche. «Una scelta assolutamente inopportuna che minerebbe la necessaria ricostruzione in quei territori e che arriva per di più dopo lo sblocco di tanti cantieri, sia pubblici che privati, che si fermerebbero immediatamente – dice Gentili – sarebbe un macigno che cadrebbe sulla ricostruzione abbandonando i cittadini e un paese intero. Il Governo torni sui suoi passi e ascolti i territori, ripristini nel decreto le agevolazioni per i territori colpiti dal sisma o trovi una soluzione giusta per tutelare tanti borghi, case, famiglie e territori che attendono da tempo. I presidenti delle Regione coinvolti facciano il loro dovere difendendo i propri cittadini. Ali nazionale e Ali Marche sono disponibili a dare il loro contributo per una positiva ricomposizione della questione, nell’auspicio che arrivi da parte del Governo un chiaro e giusto ripensamento».
Franco Capponi, sindaco di Treia
Franco Capponi, sindaco di Treia e componente della Cabina di coordinamento sisma 2016 in rappresentanza di Anci Marche, lancia un accorato appello ai parlamentari marchigiani tutti di attivarsi per scongiurarlo. «Noi sindaci siamo pronti a mobilitarci contro la decisione improvvisa del Governo, assunta ancora una volta senza confrontarsi con le realtà locali, di intervenire sul superbonus eliminando tutti i benefici, questo anche per le aree del cratere, e che rischia di avere effetti pesantissimi sulla ricostruzione – afferma Treia – l’utilizzo dei benefici fiscali per il ripristino degli immobili danneggiati dai terremoti del 2009 e del Centro Italia 2016, infatti, non è un privilegio per pochi, come accaduto in molti casi con il 110% sulla riqualificazione sismica ed energetica o con il bonus facciate, con conseguente esplosione dei conti pubblici, ma una necessità senza la quale non potremmo continuare ad aprire cantieri. Il ricorso a tali agevolazioni è previsto per la quota in accollo ai proprietari di unità immobiliari inagibili e la loro eliminazione comporterebbe un grave pregiudizio per il processo di ricostruzione, giunta finalmente a un favorevole punto di progresso, e imporrebbe, comunque, un intervento ampliativo della contribuzione parametrica convenzionale oggi prevista, con analoga spesa a carico dello Stato. Il trend attuale delle concessioni emesse porta a ritenere che per il 2024 tale ipotesi di erogazione complessiva di risorse possa attestarsi su cifre che, nella migliore delle ipotesi, non potranno superare, tra i due crateri, l’importo di 500 milioni di euro. Quando si prendono provvedimenti che vanno ad incidere così pesantemente sulla ricostruzione non si può evitare il confronto con le realtà locali, con le parti sociali, con quelle comunità con le quali sono stati assunti impegni importanti. La fiducia dei cittadini verso le istituzioni deve trovare dei riscontri concreti. Con questo decreto legge quella fiducia non può che venir meno e come sindaci, per le nostre comunità, non possiamo permetterlo».
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Comunque sono giuste le preoccupazioni , comunque servono controlli molto ma molto più severi da parte di persone competenti e oneste.
Tranquilli.... la ritirano la legge.... fino al 10 giugno!!
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I soldi per gli italiani non ci sono,ma per le armi all’ Ucraina si trovano sempre.