Da sinistra: Mauro Sclavi, Francesco Baldelli, Francesco Acquaroli, Guido Castelli e Filippo Saltamartini
di Francesca Marsili
«Abbiamo ridisegnato questo presidio sanitario adeguandolo non solo ai più moderni standard di sicurezza ma anche a quella che si chiama “architettura della salute”. Sarà una struttura che non solo potrà resistere al terremoto, ma permetterà di continuare ad operare anche durante una scossa di forte intensità». Con queste parole Francesco Baldelli, assessore regionale ai Lavori pubblici e alle Infrastrutture, ha ufficializzato la consegna dei lavori per la ricostruzione dell’ospedale di Tolentino lesionato dalle scosse del sisma del 2016.
«Una giornata storica», così tutte le tutte le figure istituzionali presenti alla conferenza stampa di questo pomeriggio al teatro Politeama hanno definito l’avvio del cantiere di un’opera fondamentale che attendeva da anni di essere ricostruita. «Sarà una struttura all’avanguardia – ha aggiunto Baldelli – abbiamo voluto che fosse un presidio identico a quelli al di fuori del cratere. Siamo determinati a realizzare un grande piano per restituire il diritto alla salute in maniera omogenea sul territorio».
Due anni la durata dei lavori. «Tra 657 giorni per la precisione, se tutto va per il verso giusto, potremmo raccontare un’altra pagina concreta e reale una pagina di storia dove il cambio di passo della ricostruzione è sotto agli occhi di tutti – ha evidenziato il Commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli -. Siamo passati da 6 a 29 milioni di euro: questo la comunità di Tolentino e non solo hanno diritto di avere. Lo scopo della ricostruzione non è mettere le pecette, come dicono a Roma – ha sottolineato rivendicando di aver triplicato l’importo del finanziamento grazie al Governo guidato dalla collega di partito Giorgia Meloni – ma ricostruire immobili nuovi, funzionali e corrispondenti alle esigenze». A realizzare le opere sarà la ditta Edil.Co srl di Matera.
Il sindaco Mauro Sclavi e il Commissario Guido Castelli
Il sindaco di Tolentino Mauro Sclavi ha ringraziato i presenti «per aver dato a Tolentino la possibilità di festeggiare un giorno così importante, la consegna di un’opera che aspettiamo da tempo. Gli uomini che hanno fatto la storia sono qui oggi» ha aggiunto il sindaco». E indirizzandosi all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini ha precisato: «Ci aspettiamo il completamento della struttura sanitaria che non è solo fatta di mattoni ma anche di personale sanitario».
Per lo stesso Saltamartini quella di oggi è «una bella pagina dell’amministrare. Raggiungiamo l’obiettivo di ridare a Tolentino un ospedale che era stato completamente privato della sua vitalità. Il percorso per la sua rivitalizzatone ci vede impegnati da tempo, il passaggio significativo su cui in Regione ci siamo voluti soffermare è la visione di una sanità di prossimità, sarà un ospedale che servirà un bacino». Rispondendo ai timori del sindaco Sclavi ha poi sottolineato: «Siamo certi che dal 2026 l’Italia produrrà i medici necessari per il servizio sanitario nazionale e regionale. La Regione ha finanziato un aumento delle Borse di specializzazione passando da 5 a 150. Tra tre anni avremo 500 medici in più che mettiamo sul piatto delle professioni sanitarie».
A chiudere l’incontro il presidente della Regione Francesco Acquaroli: «E’ stata lunga ma ce l’abbiamo fatta. In tre anni e mezzo abbiamo quasi triplicato le risorse – ha evidenziato con orgoglio -. Non capita molto spesso nelle nostre comunità di vivere la data del cantieramento di un’opera come quella di un ospedale. Per una realtà come quella di Tolentino e del suo comprensorio 29 milioni rappresentano un’infrastruttura non solo necessaria, ma fondamentale per il rilancio della comunità e per il mantenimento di servizi fondamentali e indispensabili. Non possiamo pensare di tornare ad essere attrattivi e competitivi se non mettiamo il cratere sismico nelle condizioni di tornare a svolgere le proprie funzioni a pieno. Voglio cogliere l’occasione che ribadire che dobbiamo perseguire l’obiettivo di una sanità che cerca di costruire quella rete che evita al potenziale paziente di andare in una struttura per acuti invertendo con la prevenzione e il controllo questa tendenza». A breve quindi dovrebbe partire la demolizione dell’ospedale S. Salvatore.
Come da bando di gara i reparti di Punto primo intervento, 118, Ferite difficili, Medicina legale e gli altri presenti ad eccezione di Cardiologia e Diagnostica «saranno dislocati in tre moduli da 500 metri quadrati – ha spiegato a margine il direttore dell’Ast Macerata Marco Ricci -. Sono strutture temporanee accreditate per lo svolgimento delle attività sanitarie che temporaneamente, quindi nell’attesa dello svolgimento dei lavori verranno utilizzate per erogare le prestazioni».
Il nuovo ospedale sarà Nzeb (Near zero emission building) cioè un edificio ad emissioni praticamente nulle essendo dotato di tutte quelle tecnologie che lo renderanno energeticamente autosufficiente. Al piano seminterrato sarà realizzato il servizio mortuario; saranno presenti i locali tecnici e un’autorimessa per il personale e per i mezzi di servizio. Al piano terra saranno realizzati 16 postazioni tecniche di dialisi di cui quattro suddivise in due stanze per il trattamento dialitico in isolamento, dotato di servizio igienico con impianto a pressione controllata e accesso direttamente dall’esterno. Saranno presenti il punto prelievi e la diagnostica per immagini con i locali per la Radiologia, Mammografia, Tac ed Ecografia. Con accesso dedicato, inoltre, al piano terra è previsto un punto di primo intervento. mentre al piano primo la struttura ospiterà il poliambulatorio, con la riabilitazione e un ambulatorio chirurgico a bassa complessità e 40 posti letto di cure intermedie suddivisi due ali distinte ma collegate funzionalmente. La struttura avrà anche il consultorio.
Era ora anche e soprattutto per decongestionare un po' il PS di Macerata
Piano piano con calma
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L’ospedale di comunità che prima o poi si costruirà
Ma di preciso, questo ospedale sarà anche in grado di intervenire in caso di appendicectomia urgente o di togliere le tonsille? Sì, sarà un poliambulatorio con i soliti problemi per le liste di attesa, avrà posti utilissimi per dializzati, letti per cure intermedie ma non mi sembra che nonostante costi 29.000.000 di euro quello che verrà fuori sarà un ospedale. Un ospedale come tanti di quelli chiusi da Ceriscioli e che avevate promesso di aprire. La verità è che chi vi ha preceduto non era peggio di voi, tagliava e via, voi invece raccontate di una sanità che si prevede peggiorerà sempre più per chi non paga le visite. Quell’ecografo di cui si vantano a Civitanova di ultima generazione, come dice in un commento la Iezzi: ” Proviamo a telefonare al Cup per un appuntamento?”, non vi fa sentire quello che siete?. Che cosa? Ah, decidetelo voi, ci mancherebbe che un giudizio venga da chi vi osserva ed altro non potrebbe certo dire.