Da sinistra: John McCourt, rettore di Unimc, Katiuscia Cassetta, presidente del consorzio Marche Spettacolo, Andrea Cancellato, presidente di Federculture, Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata, Mara Cerquetti, docente Unimc, e Lucia Chiatti, direttore del consorzio Marche Spettacolo
di Marco Pagliariccio (foto Fabio Falcioni)
Cultura e turismo recuperano terreno, ma la pandemia ha segnato una cesura netta e i livelli di cinque anni fa sembrano ancora troppo lontani. Federculture ha scelto Macerata, nello specifico l’aula magna del Polo Bertelli, quest’anno per presentare il suo report annuale “Impresa cultura”, giunto alla 19° edizione. Un volume di 340 pagine con dati, elaborazioni e commenti per fotografare lo stato dell’arte al 2023.
A introdurre i lavori il sindaco Sandro Parcaroli, che ha rimarcato i numeri di un 2023 tutto col segno più per la città. «Abbiamo registrato un +10,7% negli arrivi e un +7,3% nelle presenze – ha evidenziato il primo cittadino davanti a una platea composta in gran parte da studenti di Unimc – una conferma che la direzione che abbiamo intrapreso da tempo è quella giusta. Veniamo da un 2023 nel quale la nostra rete museale ha raccolto oltre 50mila presenze, l’Opera Festival oltre 40mila e i concerti di Sferisterio Live circa 20mila, senza dimenticare la crescita del 55% degli abbonati al Lauro Rossi. Macerata, lo dico sempre, è l’Atene delle Marche e gli studenti ne sono il cuore pulsante. La sfida ora è quella di mantenere questo trend e incrementare ulteriormente la partecipazione ai vari eventi che vengono organizzati lasciando un reale valore al territorio. La formazione di personale preparato che sappia intercettare i nuovi flussi turistici, le nuove tendenze artistiche e la gestione delle imprese culturali rappresentano una ulteriore ricchezza per un territorio che ha un grande valore da mantenere e promuovere: ogni euro investito in cultura e turismo, ne genera due o tre a livello di Pil».
Il 19° rapporto annuale di Federculture approfondisce il tema della formazione nell’ambito culturale, analizzandone sia gli aspetti relativi all’offerta formativa (istruzione superiore, ricerca, formazione professionale) sia i collegamenti tra sistema formativo e lavoro. L’intento è di individuare un continuum tra formazione, fruizione del patrimonio e produzione culturale, dove la specifica funzione del sistema scolastico si identifica nella preparazione di profili professionali destinati al settore culturale, nell’implementazione della ricerca e nel collegamento con il mercato del lavoro. Per questo motivo si è scelto di portare la presentazione all’interno di un contesto formativo come l’Università di Macerata. «Un luogo ideale, poiché il Dipartimento di scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo si occupa ampiamente di cultura, formazione e turismo e del collegamento tra queste entità – ha dichiarato il rettore John McCourt – la nostra università è centrale al sostegno e alla crescita della cultura diffusa nei territori. Nelle Marche abbiamo molti luoghi di cultura da dover valorizzare, da tradurre, da rendere interessanti per le nuove generazioni, per creare rete, un sistema che possa far vivere i tanti borghi che ci contraddistinguono e che, attraverso la cultura, possono trovare nuovi modi di fiorire».
McCourt, Cassetta e Cancellato
La conferenza ha coinvolto anche Katiuscia Cassetta, presente nella doppia veste di assessore comunale alla cultura e presidente del consorzio Marche Spettacolo, Lucia Chiatti, direttore del consorzio stesso, e Mara Cerquetti, docente associata di economia e gestione delle imprese del Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo, che ha moderato la mattinata di lavoro. Mattinata entrata nel vivo con l’illustrazione dei dati a cura del presidente di Federculture Andrea Cancellato.
Punto primo, i soldi stanziati dalle pubbliche amministrazioni per la cultura. Dal 2019 ad oggi il Ministero della Cultura ha aumentato i fondi del 45% (da 2,685 miliardi a 3,905 annui), i Comuni del 2,8% e le Regioni dello 0,4%, mentre le Province sono crollate del 33% (per effetto del passaggio delle funzioni da questo agli altri enti). Sul fronte privato, l’Art Bonus resta uno strumento molto importante: finora grazie a questo sistema i privati hanno erogato 808,7 milioni di euro di contributi in ambito culturale, con un picco di 120,7 milioni nel 2022. Della cifra complessiva, un quarto circa (247 milioni) arriva da donazioni di fondazioni bancarie. Il problema sono le enormi disparità tra il Nord e il Sud Italia. Se, infatti, nel 2022 in Lombardia l’Art Bonus ha raggiunto i 37,15 milioni (più di un quarto del totale nazionale), in Basilica siamo a quota 0. E le Marche in questo scenario tendendo verso il basso con appena 1,01 milioni.
La pandemia ha stravolto la fruizione di arte e performances varie e il rimbalzo post-covid non è bastato a recuperare il terreno perduto. Nel 2019 il 27,4% degli italiani visitava almeno una volta all’anno siti archeologici e monumenti, nel 2022 erano il 20,7%; il 20,3% andava almeno una volta l’anno a teatro, tre anni dopo il 12,1%; nel cinema la quota è passata dal 48,5% al 30,6%, le mostre dal 31,8% al 22,6%, i concerti di musica classica dal 9,9% al 6,5%. Solo la musica “leggera” ha recuperato tutto il terreno perso, salendo dal 20,2% al 20,7%. Nelle Marche i dati sono analoghi: nel 2022 il 21% dei marchigiani ha visitato almeno una mostra o un museo (contro il 22,6% nazionale), l’8% almeno un concerto e il 14,5% almeno uno spettacolo teatrale (in queste due categorie la regione si piazza al terzo posto nazionale), il 30,5% almeno un film al cinema. Nelle Marche i musei hanno raccolto 1,4 milioni di visitatori nel 2022, +54% sul 2021, una crescita molto meno forte rispetto a quella nazionale (107,8 milioni, + 122%), frutto del fatto che la regione non può contare su siti celebri a livello internazionale come possono essere il Colosseo (che resta il bene più visitato del mondo, cresciuto del 480% nel 2022) o i Musei Vaticani (+215%).
Le Marche restano anche una regione in cui i cittadini spendono poco per la cultura, ricreazione e sport: la media nazionale è di 91,9 euro al mese (+15,9% rispetto al 2021), quella del centro Italia di 102,4 euro (+22,9%), quella marchigiana di appena 63,4 euro, 15° tra le 20 regioni italiane, ed era di 87,09 euro solo nel 2019. Un vero tracollo, se si pensa che il calo a livello nazionale dal 2019 è stato del 10,9%.
«Siamo particolarmente lieti di aver presentato il nostro rapporto in questo contesto a Macerata – ha detto Cancellato – poiché ci ha permesso di collegare temi fondamentali come la formazione dei giovani e il loro avvicinamento alla cultura e la crescita delle imprese culturali. Su questi fronti siamo particolarmente impegnati, non solo con approfondimenti e analisi di scenario, ma anche con proposte concrete e puntuali che mirano proprio a implementare da una parte l’offerta culturale attraverso il sostegno alla produzione. Ad esempio estendendo l’applicabilità di Art bonus a tutti i soggetti anche privati che operano nel campo delle attività culturali, dall’altra la domanda, sostenendo i consumi di giovani e famiglie attraverso la detrazione delle spese in cultura, al pari di quanto avviene per quelle farmaceutiche. La cultura è davvero una grande risorsa per l’Italia, le possibilità di intervento sono molte, spesso a “costo zero” per le finanze pubbliche. È possibile dare al settore risposte concrete».
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Chissà se ci hanno contato anche i cinghiali …
La Regione ha un sito celebre, la Basilica di Loreto (pr. Ancona), la quale non è, almeno non ancora, un’enclave della Città del Vaticano. Non è poco.