In Panda nel Sahara per 4mila chilometri:
«Convincere la mia compagna
la parte più complicata»

MONTEFANO - Marco Capodacqua è partito in direzione Almeria con altri due equipaggi per partecipare al Panda Trophy, la gara dedicata alla regina delle utilitarie made in Italy. Dalla Spagna per la registrazione poi si sposteranno in Marocco per la competizione

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I tre equipaggi in partenza dalle Marche

di Marco Ribechi

Dalle colline maceratesi alle dune del deserto del Sahara su una Fiat Panda d’epoca. Circa 5mila chilometri per partecipare al Panda Trophy, ovvero un percorso su cui si sfideranno oltre 120 equipaggi da tutta Europa, tutti alla guida della storica e inarrestabile utilitaria italiana.

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Marco Capodacqua e la compagna Celina Mobili

A partire da Montefano sono Marco Capodacqua, già noto per la sua tentata impresa di scalare l’Aconcagua di qualche anno fa (leggi l’articolo) e la sua compagna Celina Mobili, coinvolta nell’avventura con non poche difficoltà. «È stato molto più facile preparare l’auto piuttosto che convincere la mia metà – scherza Capodacqua – ma questo era un mio sogno e sono proprio felice di andare con lei».

L’auto in questione è una Fiat Panda acquistata per circa mille euro ma ricostruita per sfrecciare in condizioni estreme. «La Panda, si sa, è da sempre considerata un’auto invincibile – prosegue Capodacqua – l’anello di congiunzione tra la bicicletta e il fuoristrada.

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La partenza da Montefano

Tra le piccole è senza dubbio la più efficiente. Per poterla utilizzare nel deserto però è stato necessario fare varie modifiche, alzare le sospensioni, mettere le prese d’aria al sicuro dalla sabbia, rinforzare il radiatore e la carrozzeria. Sono tutti lavori che ho svolto in autonomia, proprio in previsione di questa gara annuale su cui mi sto concentrando da vari mesi».

Insieme all’equipaggio Capodacqua-Mobili partiranno dalle Marche altre due vetture: una da Recanati guidata da Massimo Ottaviani e una da Castelfidardo di proprietà di Luigi Mazzone. «Sto preparando questo viaggio da aprile – spiega Capodacqua – ora siamo partiti. Abbiamo guidato fino a Civitavecchia e poi preso il traghetto per Barcellona. Da qui abbiamo raggiunto Almeria dove avverrà l’iscrizione e poi la partenza per il Marocco il 17 febbraio. Il Trophy, che ci piace considerare una piccola Parigi-Dakar, si concluderà il 25 dopo circa 4mila chilometri».

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Il percorso del Panda Trophy

Il Panda Trophy prevede due differenti classifiche, una per le vetture ordinarie e una per le 4×4. Durante i giorni di gara i partecipanti avranno a disposizione dei bivacchi e dovranno dormire in tenda. «Fondamentale è avere a disposizione dell’acqua per il motore date le alte temperature – proseguono i protagonisti – della benzina, un compressore e delle gomme di scorta. Non è una gara pericolosa ma potrebbe succedere di perdere la rotta oppure di restare insabbiati. Sono fiducioso e molto curioso di vedere come si comporterà il mio pandino».

Marco Capodacqua, molto conosciuto a Montefano grazie al ristorante “Il casale dell’Acquabona” che gestisce, ha alle spalle tutto il supporto dei suoi cittadini. «Per mesi mi hanno preso per matto – scherza l’uomo – mi dicevano che proprio non riuscivo a starmene buono, a casa. Quando però hanno capito che facevo sul serio hanno iniziato ad appoggiarmi, anche attraverso delle sponsorizzazioni. Porterò alto il nome di Montefano nel deserto anche per loro».

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