L’incontro promosso dal China Center
Il China Center di Macerata ha celebrato il Capodanno Cinese con un incontro-dibattito sul tema della “Competizione globale sui semiconduttori: tecnologia, economia, politica”, nella splendida sede di Villa Lauri.
Come ogni anno, in collaborazione e sinergia con l’Istituto Confucio, è stato organizzato un evento di taglio scientifico, complesso e interdisciplinare, con un forte interesse anche per le imprese.
L’industria dei semiconduttori e le sue dinamiche stanno, infatti, guidando la “guerra” tecnologica tra Cina e Stati Uniti, con implicazioni ampie sul piano delle relazioni internazionali oltre che ripercussioni sui tanti settori che si nutrono di chip (dalle auto elettriche, ai prodotti e sistemi digitali e dell’intelligenza artificiale, alle apparecchiature per la salute).
Ospite dell’iniziativa è stato Alessandro Aresu, autore di diversi libri su sicurezza economica, tecnologia e geopolitica, consigliere scientifico di Limes e curatore della serie “Capitalismi politici in guerra” per Le Grand Continent.
L’incontro, aperto con un saluto dal rettore John Mc Court, è stato introdotto e moderato da Gianluca Sampaolo, assegnista di ricerca del China Center che sta focalizzando il suo percorso di studio, proprio sulle dinamiche dell’industria dei semiconduttori.
«Aresu – si legge in una not a- ha illustrato i connotati di questa industria, la sua rilevanza per l’implementazione delle transizioni verde e digitali, le radici della competizione Usa-Cina, il ruolo dell’Europa, i protagonisti lungo la catena del valore.
Dopo la presentazione, le riflessioni sulle dinamiche del settore sono state analizzate in una prospettiva filosofica, culturale, storica da tre docenti dell’Università di Macerata: Filippo Mignini, Uoldelul Chelati Dirar, Giorgio Trentin. Un dibattito di grande spessore e interesse.
Mignini, professore emerito di Storia della Filosofia, ha sottolineato come la competizione sui semiconduttori sia in realtà sintomatica di una competizione più ampia. Si tratta della lotta esplicita per il predominio di uno dei due modelli politici dominanti: democratici, da un lato, autocratici e autoritari, dall’altro. Le dinamiche geopolitiche in atto rischiano di mettere in gioco ciò che l’illuminismo europeo ha pensato, progettato e visto come sviluppo possibile per l’umanità.
Chelati, docente di Storia delle relazioni internazionali, ha commentato il ruolo dell’Africa anche in funzione di quanto è previsto nella Agenda 2063 che traccia la strategia di sviluppo del continente. L’Agenda mira a garantire all’Africa indipendenza anche sul fronte dello sviluppo e della produzione di tecnologie, con la Nigeria proiettata a diventare un hub per la produzione di chip.
Trentin, docente di lingua e letteratura della Cina, ha ricordato come il confronto Usa-Cina per la supremazia tecnologica riporti indietro il modo ad un contesto ottocentesco, in parte coloniale, con la corsa ai materiali rari e alla supremazia su un bene chiave per lo sviluppo economico, in un contesto in cui le guerre fisiche si intrecciano alla competizione commerciale».
Una prospettiva tutta umanistica per commentare, analizzare, spiegare le radici del confronto Usa-Cina sul fronte tecnologico.
«Senza la prospettiva umanistica – sottolinea Francesca Spigarelli, direttrice del China Center – è impossibile comprendere quanto sta avvenendo. L’attuale momento storico si caratterizza per un marcato ritorno dei temi geopolitici anche in ambito industriale ed economico. Gli obiettivi di sicurezza nazionale spingono i governi ad adottare politiche protezionistiche o di contrasto dell’avanzata tecnologica cinese. Queste dinamiche hanno radici profonde, correttamente interpretabili grazie alle discipline delle scienze umane e sociali».
Il China Center ha dato dunque il benvenuto all’Anno del Drago, preannunciando tante iniziative ed attività per i prossimi mesi, sia in Cina, sia in Europa e in Italia. Il tutto all’insegna della ricerca e della formazione, nello spirito di Matteo Ricci, del dialogo e del confronto.
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