«No dell’Ast al trasloco della farmacia,
trattati come se fossimo abusivi.
Rischiamo di sospendere il servizio»

MORROVALLE - L'attività di Trodica, dopo un contenzioso che l'ha condannata al trasferimento, ha reperito i nuovi locali ma per l'Azienda sanitaria la licenza è decaduta: «Non c'è nessuna determina al riguardo. Non ci paga più le ricette e abbiamo dovuto anticipare quasi 800mila euro. Possiamo reggere ancora un paio di mesi»

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di Laura Boccanera

Ricette non pagate per quasi 800mila euro, a rischio chiusura la farmacia di Trodica di Morrovalle. Il titolare Massimo Moresco chiede all’Ast un tavolo tecnico: «si risolva la situazione entro breve o chiederemo risarcimenti e danni». La minoranza consigliare del Comune pronta a mobilitarsi con un sit-in davanti alla sede di via Alighieri.

La vicenda che rischia di privare il territorio di un servizio la racconta Massimo Moresco, uno dei titolari della farmacia e inizia nel 2019 quando, per effetto dell’aumento della popolazione residente, Morrovalle può avere diritto ad una terza farmacia. Viene indetto un concorso e la società di Moresco assieme ai suoi soci lo vince. Viene individuata come sede quella di via Alighieri, ma il Comune si mette di traverso perché, secondo il piano delle farmacie cittadine, l’attività deve sorgere al confine con Montecosaro lungo la provinciale. Seguono ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato e infine in Cassazione che dà di fatto ragione al Comune. Ma ad agosto si liberano degli spazi proprio in quell’area e la farmacia chiede di trasferire l’attività. Il Comune è d’accordo, ma stavolta a mettersi di traverso è l’Ast che ritiene decaduta dopo le sentenze la determina con cui autorizzava la farmacia. «Praticamente per l’Ast siamo abusivi – dice Moresco – peccato però che non ci sia alcuna determina di decadenza e che in questi mesi abbiamo sempre tenuto aperto con i turni anche di notte. Da 15 mesi l’azienda sanitaria non ci paga più le ricette e abbiamo dovuto anticipare noi per quasi 800mila euro. Siamo un unicum nazionale».

L’inghippo burocratico secondo il farmacista sta nel fatto che le sentenze del tribunale amministrativo nei suoi tre gradi di giudizio non annullano l’autorizzazione all’apertura, ma si riferirebbero solo all’ubicazione. «Secondo l’Ast non abbiamo più la titolarità per aprire la farmacia – continua – abbiamo richiesto un tavolo tecnico urgente, ma l’Ast non ci ha ancora risposto. Da parte nostra chiediamo che venga fatta decadere la vecchia determina, prodotta una nuova determina con lo spostamento di sede e un accordo sul pagamento delle ricette. Possiamo andare avanti ancora per un paio di mesi, poi dovremmo sospendere il servizio e chiedere i danni. Noi in 20 giorni potremmo trasferirci senza problemi. Diversamente viene fatto un danno a tutta la comunità».



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