Il sindaco Sandro Parcaroli (al centro) con Flavio Cavalli (primo a sinistra) e Paolo Gavazzeni
di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)
Fuori la Fanciulla del West, dentro la Norma di Bellini, “prima gli italiani” è la linea di pensiero sul fronte dell’ingaggio degli artisti, dalle prime stelle alle masse passando per registi e direttori di orchestra. Non lo si scrive, nessuno lo ha detto in conferenza stampa, ma è evidente dal materiale distribuito che i biglietti dei posti “platino” e “oro” hanno subìto un rincaro del 10%, venti euro.
Conferenza stampa questa mattina nell’auditorium della biblioteca comunale Mozzi Borgetti del cartellone 2024 allo Sferisterio, riveduto e corretto dal nuovo direttore artistico Paolo Gavazzeni. Tra i relatori il presidente dell’associazione Sferisterio Sandro Parcaroli, il sovrintendente Flavio Cavalli ed appunto il direttore artistico Paolo Gavazzeni.
In platea, tra gli altri Maurizio Vecchiola, ad di Finproject società del gruppo Eni, il rettore di Unimc John McCourt, la presidente della Croce Rossa Rosaria Del Balzo Ruiti, il presidente della Fondazione Carima Francesco Sabbatucci, le assessore comunali Katiuscia Cassetta e Oriana Piccioni.
Assente giustificato l’assessore comunale al turismo Riccardo Sacchi che avrà già saputo del diktat del direttore artistico Gavazzeni, anticipato in qualche modo dal sindaco Sandro Parcaroli nel corso del forum con Cronache Maceratesi, secondo il quale lo Sferisterio sarà “100% lirica” nel mese di festival, nessuna serata sarà concessa per concerti pop in quel periodo, dunque la rassegna Sferisterio Live si svolgerà da metà agosto in poi.
Altro concetto che Gavazzeni ha sottolineato è quello della contribuzione pubblica, insomma il festival si deve poggiare su (credibili) basi economiche.
Il sindaco Sandro Parcaroli è apparso entusiasta della linea Gavazzeni che ha detto e dimostrasto, di aver studiato le sessanta stagioni dello Sferisterio, con relativi titoli e abbinamenti temporali. Un tocco si direbbe di classe quello di Gavazzeni che ha annunciato che nel centenario della morte di Puccini, Turandot sarà eseguita incompiuta, così come lasciata dal compositore, cioè sino alla morte di Liù.
Italianità con grande attenzione al prodotto locale, inteso dal punto di vista degli artisti: oltre al coro lirico Bellini, all’orchestra Filarmonica, ai Pueri Cantores e alla banda Salvadei grande spazio ai cantanti e tra loro il soprano Marta Torbidoni che debutterà nel ruolo di Norma. Donne protagoniste del cartellone ha sottolineato Gavazzeni ricordando di essere stato colpito dalla luna vista allo Sferisterio, luna peraltro presente in tutte e tre le opere in cartellone.
Luna protagonista anche ai tempi della costruzione del monumento e già molto legata al territorio maceratese e ai suoi dintorni letterari, iniziando da Leopardi.
Ed ecco dunque i contenuti della sessantesima edizione del Macerata opera festival, dal 19 luglio all’11 agosto 2024: Turandot e La Bohème di Giacomo Puccini, Norma di Vincenzo Bellini, tre capolavori del repertorio. «Siamo orgogliosi di presentare una stagione, quella del 60esimo Macerata Opera Festival, che darà lustro alla città e allo Sferisterio grazie al lavoro del sovrintendente Cavalli e del nuovo direttore artistico Gavazzeni e alla funzionalità della struttura – ha commentato il presidente Sandro Parcaroli –. Un’attività presentata nei tempi che proporrà titoli importanti e di grande successo con nomi di rilievo nazionale e internazionale. Una stagione che, nel centenario della morte, sarà dedicata al compositore Giacomo Puccini, uno dei più significativi operisti di tutti i tempi. Oltre alla proposta artistica di elevata qualità, il Mof rappresenta per Macerata un traino anche dal punto di vista turistico ed economico».
«Rivolgiamo ai maceratesi gli auguri di fine anno per noi nel miglior modo possibile presentando la nuova stagione del Macerata Opera Festival – ha osservato il sovrintendente Flavio Cavalli. Il bilancio di questa manifestazione è composto per il 60% da contributi pubblici e da quelli privati: alla città di Macerata, alla Provincia e alla Regione ne viene restituita la maggior parte attraverso il lavoro di tutte le maestranze regionali e alle commissioni fatte a piccole e medie imprese del territorio. I finanziamenti generano inoltre un indotto con un effetto moltiplicatore che va da 6 a 7 per le attività commerciali di ogni genere. Questi dati diventano ancora più importanti alla luce della convocazione dell’Associazione Arena Sferisterio avvenuta quest’anno ad una audizione per la discussione di due disegni di legge, presentati dagli onorevoli Giorgia Latini e Irene Manzi e oggi in corso di approvazione, per l’erogazione di un contributo speciale a favore del nostro Ente e per riconoscere lo Sferisterio venga riconosciuto come monumento nazionale».
«Ogni teatro – ha detto il direttore artistico Paolo Gavazzeni – ha un proprio Dna che va studiato e compreso e le mie idee artistiche in questo mese si sono plasmate su questo luogo che ha una propria storia nella quale mi sono immerso. La meravigliosa acustica naturale dello Sferisterio permette di poter ideare grandi spettacoli musicali fatti per la gente e quest’anno ci sono due grandi anniversari che celebreremo: la sessantestima stagione e il centenario della morte di Giacomo Puccini. Questo festival proporrà una programmazione compatta in quattro settimane e ogni sera di ogni weekend dal 19 luglio all’11 agosto proporrà uno spettacolo. Insieme alle opere di Puccini, sarà proposta “Norma”, titolo che si sarebbe voluto mettere in scena per la prima stagione lirica allo Sferisterio, progetto che non si realizzò a causa della guerra: proporre l’opera di Bellini vuole essere un gesto di buon auspicio per il futuro dello Sferisterio. Sarà un festival molto italiano e ho voluto privilegiare, quando ho potuto, artisti italiani nella convinzione che un festival per acquisire l’internazionalità deve innanzitutto mostrare la propria identità artistica che è importante costruire con le forze che ci sono sul territorio».
Turandot (19 e 28 luglio, 3 e 10 agosto) di Giacomo Puccini sarà eseguita incompiuta, così come lasciata dal compositore (cioè sino alla morte di Liù, come sancito al Teatro alla Scala dal direttore d’orchestra Arturo Toscanini in occasione della prima postuma). Allo Sferisterio, la struggente e crudele storia d’amore e morte, ambientata “a Pechino al tempo delle favole”, sarà affidata al regista spagnolo Paco Azorín, che firma la nuova produzione dopo il successo di Otello del 2016, e alla bacchetta di Francesco Ivan Ciampa che aveva entusiasmato il pubblico nel Macbeth del 2019. Interpreti principali Olga Maslova (Turandot), Angelo Villari (Calaf), Ruth Iniesta (Liù), Antonio Di Matteo (Timur), Lodovico Filippo Ravizza (Ping), Paolo Antognetti (Pang) e Francesco Pittari (Pong). Norma (20 e 26 luglio, 4 e 9 agosto) di Vincenzo Bellini festeggia il traguardo delle 60 edizioni di festival operistico allo Sferisterio. Il nuovo allestimento sarà firmato dalla regista e documentarista milanese Maria Mauti, alla sua prima esperienza con il teatro d’opera; sul podio un veterano del belcanto come Fabrizio Maria Carminati. Protagonista Marta Torbidoni (Norma), giovane soprano marchigiano che si sta imponendo sui palcoscenici di tutto il mondo, affiancata da un’altra voce molto apprezzata come quella del soprano Roberta Mantegna (Adalgisa), mentre i principali ruoli maschili saranno sostenuti da Antonio Poli (Pollione) e Riccardo Fassi (Oroveso).
Con il terzo titolo, quello scelto tra i successi dei festival precedenti, si torna all’omaggio a Puccini: La Bohème (27 luglio, 2, 7 e 11 agosto) nella produzione del regista Leo Muscato. Sul podio un apprezzato interprete di Puccini come Valerio Galli e un cast di rilievo con Mariangela Sicilia (Mimì), Yusif Eyvazov (Rodolfo), Mario Cassi (Marcello) e Daniela Cappiello (Musetta). Un’opera che già Puccini immagina giovane, carica di tensioni emotive e sociali, e che Muscato ha ambientato nella Parigi tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, caratterizzata da un fermento altrettanto intenso rispetto a quello evocato dal compositore. Dalle locandine del Macerata Opera Festival 2024, composte in maggioranza da interpreti di rilievo e giovani emergenti soprattutto italiani, emerge la volontà di omaggiare il recente riconoscimento ottenuto dall’Unesco che ha inserito la pratica del canto lirico italiano nella lista dei beni patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Nella programmazione ci saranno i concerti e la danza, componendo così un cartellone diversificato che torna nell’apprezzata formula dei tre titoli operistici per ogni weekend. Domenica 21 luglio un concerto di gala “Notte di luna” completa il weekend del debutto delle due nuove produzioni operistiche, una occasione unica per completare i festeggiamenti per le 60 edizioni di festival allo Sferisterio. Sul podio Michelangelo Mazza, con alcuni degli interpreti vocali impegnati nelle produzioni e la partecipazione del violinista Giovanni Andrea Zanon. Giovedì 8 agosto appuntamento con i celebri Carmina burana di Carl Orff diretti da Andrea Battistoni e con Giuliana Gianfaldoni (soprano), Alasdair Kent (tenore) e Mario Cassi (baritono). Per la danza, debutta allo Sferisterio una nuova creazione dal titolo Notte Morricone (1 agosto) in collaborazione con la Fondazione Nazionale della Danza-Aterballetto, ideata e firmata dal premiato coreografo spagnolo Marcos Moraucon le musiche del celebre autore italiano di colonne sonore. Anche questi spettacoli rientrano nel motivo conduttore lunare, sotteso sia ai testi cantati dei Carmina burana, sia ad alcuni dettagli delle ambientazioni del gala (il 21 luglio ci sarà luna piena) nonché allo spettacolo di danza.
Come è ormai tradizione l’Orchestra impegnata nelle opere sarà la Form – Orchestra Filarmonica Marchigiana con il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani, insieme ai Pueri Cantores “D. Zamberletti” (maestro del coro Gian Luca Paolucci) e la Banda Salvadei, organici marchigiani che saranno protagonisti anche dei concerti in programma nel 2024, per un coinvolgimento sempre maggiore delle realtà artistiche regionali nelle attività dello Sferisterio.
Accanto alle proposte del ciclo “Lo Sferisterio a scuola”, che saranno rese note nelle prossime settimane e saranno destinate all’infanzia (3-5 anni), agli studenti delle classi elementari e medie (6-13 anni) e a quelli delle scuole superiori (14-18 anni), Gavazzeni ha ideato un nuovo percorso di avvicinamento dedicato agli spettatori di ogni età, dal titolo “Tutti all’opera” con una serie di incontri-spettacolo al teatro Lauro Rossi dedicati alle opere, la partecipazione alle prove d’assieme allo Sferisterio e la possibilità per chi seguirà l’intero percorso di acquistare biglietti per gli spettacoli ad un prezzo agevolato. La vendita dei biglietti sarà aperta martedì 19 dicembre dalle 11, sia alla biglietteria di Macerata (piazza Mazzini) che online su sferisterio.it o su vivaticket.it. I prezzi per i titoli operistici (Turandot, Norma, La Bohème) hanno un costo da euro 15 a euro 170; i biglietti del settore Platino per le prime rappresentazioni hanno un costo di 200 euro. I biglietti per il balletto Notte Morricone hanno un costo da 15 a 70 euro. I biglietti per i due concerti hanno un costo da 20 a 60 euro. Sono previste le consuete riduzioni under 30 e Over 65; per gli under 14 biglietto a 1 euro se acquistato insieme ad un biglietto a prezzo intero.
Posso capire io 10% in più sul palco.. ma in platea.
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Mah!
Insomma, caro Direttore Artistico, non mi pare che il suo arrivo porti le grandi e decantate novità allo Sferisterio.
“La Fanciulla del West” quella si sarebbe stata una grande scelta e una grande novità.
Caro Direttore Artistico, ma che cosa va dicendo: che “La Fanciulla” non riempie i teatri? Quelli che frequento io (Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Buenos Aires, Palermo, New York) sono strapieni con la “Fanciulla”.
E poi non voleva “condurre per mano” gli spettatori?
Che occasione migliore per fare conoscere capolavori mai eseguiti allo Sferisterio come quella di presentare “La Fanciulla del West” ( e non solo quella).
Dice di avere studiato i 60 anni di programmazione: ma ha visto davvero tutti i titoli? Non ha perso per strada, fra gli altri (ne cito solo alcuni), “La Gioconda”, “Mefistofele”, “Tannhauser”, “Manon Lescaut”, “Manon”, “I racconti di Hoffmann”, ecc. ecc. ecc. Io frequento lo Sferisterio dal 1969. E ho visto tutte le stagioni. Anche quelli con i titoli sopra citati.
Altri tempi in cui lo Sferisterio proponeva titoli popolari e non aveva paura del “horror vacui” della platea, perché il suo scopo era fare anche cultura!
Chi le ha messo paura?
La nuova stagione lirica è un coacervo dei soliti e molti “bla, bla, bla” di sempre!
E poi che grande novità è la Turandot nella versione incompiuta.
Pier Luigi Pizzi a suo tempo fece interrompere la rappresentazione per qualche istante alla morte di Liu e poi la fece proseguire. Questo aveva più senso.
E non la mera imitazione del gesto di Toscanini che volete fare voi.
E poi Toscanini lo fece solo alla prima assoluta alla Scala: quello aveva un senso (ma poi l’ha eseguita sempre completa).
La vera novità sarebbe stato eseguire il primo finale di Franco Alfano, quello originale, e non quello tagliuzzato e rimaneggiato da Toscanini.
Insomma lo Sferisterio non riesce ad uscire dalla solita programmazione.
La solita noia!
Cordiali (e annoiati) saluti.
Michele Eugenio Mandozzi
Dopo sta botta ne manca una per Parcaroli.
“La Bohème”, nella versione di Leo Muscato!
Quella!
E’ la terza volta che la fate!
E’ pure brutta!!!
A scena nuda sarebbe stata anche più bella!
Mah!!!!
Mah! che dire della Bohème, ambientata negli anni sessanta e settanta, perchè stravolgere una melodia come l’aveva concepita Puccini con un fermento intenso degli anni di “piombo”. Dopo cento anni lasciamo in pace il Compositore, non lo facciamo rivoltare nella tomba…..