Da sinistra Stefano Pagnanelli, Francesca Borroni, Ariana Fusari, Lauretta Schiavoni, Francesca D’Alessandro, Emanuele Medici e Anna Menghi
Uno sportello Parkinson a Macerata dove condividere esperienze, terapie, divertimento e anche lo stare insieme. L’inaugurazione sabato mattina nella sala consiliare del Comune di Macerata è stata l’occasione per comprendere la malattia a 360 gradi e offrire opportunità per affrontarla da diversi punti di vista.
E’ stata Ariana Fusari, promotrice dell’iniziativa e consigliera dell’associazione Parkinson Marche di Ancona, a raccontare cosa vuol dire convivere con la malattia: «Ho avuto la prima diagnosi 14 anni fa, all’inizio ho riempito la mia vita in modo quasi compulsivo di cose da fare.
L’intervento di Ariana Fusari durante il convegno in sala consiliare a Macerata
Poi ho imparato ad accettarla. Ho fatto fatica a trovare altri malati perché molti preferiscono non fare il coming out. Purtroppo lo sguardo degli altri ci ricorda chi siamo. La diversità fa ancora più paura se si tratta di una malattia. Senti che la vita ti sfugge a allora devi ritrovarti e in questo le associazioni per me sono state importanti».
A Macerata uno sportello Parkinson mancava e se ne sentiva evidentemente un gran bisogno considerata la platea del convegno di sabato mattina che per oltre due ore ha ascoltato attenta e partecipante testimonianze, proposto ed iniziative dei relatori presenti.
L’intervento di Francesca D’Alessandro
A portare i saluti del Comune di Macerata è stata la vice sindaca Francesca D’Alessandro: «Le istituzioni oggi sono presenti – ha detto- perché devono essere vicine al senso dell’imano e ai loro cittadini nei bisogni più profondi. Quando si è nelle difficoltà fare attività insieme, può fare la differenza». In sala anche la consigliera comunale Romina Leombruni. Anna Menghi, consigliera regionale e componente della Commissione sanità e politiche sociali, ha sposato l’iniziativa: «Non dobbiamo lasciarci limitare da un limite. E’ quello che stiamo facendo in Regione. Affrontare le difficoltà con la forza dell’unione. I problemi da affrontare sono tanti e possiamo farlo solo con un patto di alleanza tra cittadini e istituzioni».
Presenti per l’associazione Parkinson Marche il presidente Gualtiero Radoni e la segretaria Lauretta Schiavoni: «La diagnosi di Parkinson – ha detto – può essere come un macigno. Noi tutti lavoriamo per migliorare la qualità di vita di chi si trova a doverla affrontare». Schiavoni ha anche proposto Macerata come tappa di una mostra che sta facendo il giro d’Italia per sensibilizzare sulla malattia, accogliendo la disponibilità dell’assessora D’Alessandro.
Lo sportello non ha ancora una sede fisica ma nell’attesa sarà ospitato dall’Anmic in via Silone, grazie alla sinergia tra le associazioni: «E’ importante – ha detto il presidente Anmic Fabio Mariani – che tra noi si collabori così ci siamo subito messi a disposizione».
L’intervento di Anna Menghi
Poi la parte tecnica a partire con Emanuele Medici, primario del reparto di Neurologia dell’ospedale di Macerata che ha passato in rassegna i sintomi, i fattori di rischio e le terapie: «Il Parkinson in Italia è la seconda malattia più diffusa dopo l’Alzheimer. Da anni abbiamo smesso di chiamarlo morbo perché non è un morbo, è una malattia. La terapia è sartoriale, va costruita sul paziente perché non ci sono rimedi che vanno bene per tutti».
Sulla malattia incide notevolmente l’alimentazione come ha suggerito Francesca Borroni, nutrizionista dell’ospedale cittadino che ha dato indicazioni su cosa mangiare e quando. Stefano Pagnanelli, fisioterapista e titolare della scuola di yoga Surya Om Candra, ha presentato il progetto Vitart: «Si tratta di yoga adattato alle persone portatrici della sindrome parKhinsoniana, integrato e complementare agli interventi di ordine sanitario e riabilitativi specifici.
Il dottor Emanuele Medici
Una modalità dello yoga, incentrata sullo yoga terapeutico, la cui validità è stata riconosciuta nell’evidenza, dalla comunità scientifica di tutto il mondo. Il presupposto è fare della vita “un’arte del saper vivere”, nonostante ogni difficoltà e limite che ognuno di noi possa incontrare e favorire le possibilità e le potenzialità residue». Ha parlato dei benefici dell’attività fisica anche la fisioterapista Lucia Traversa: «Tutto ciò rientra nell’accrescere la qualità della vita».
Per finire la psicologa Cristina Pelagalli ha raccontato come il suo intervento consista «nel ricucire lo strappo del corpo invisibile quando viene diagnosticata la malattia per fare in modo che da qualcosa di doloroso venga fuori invece qualcosa di buono».
(redazione Cm)
In bocca al lupo Ariana!
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