Discarica, ricorso contro il Piano dell’Ata 3
«Inascoltate le osservazioni dei Comuni»

IL COMITATO Corridonia Green ha impugnato al Tar il documento approvato il 29 agosto scorso: «Non è conforme alla normativa nazionale e contempla ancora tutti gli 84 siti iniziali»

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Un momento dell’incontro pubblico organizzato lo scorso 20 ottobre dal comitato a Corridonia

Ogni promessa è un debito. Il comitato Corridonia Green No Discarica aveva annunciato nell’assemblea pubblica di un mese fa che avrebbe impugnato il Piano d’ambito approvato dall’Ata 3 in materia di rifiuti lo scorso 29 agosto finalizzato all’individuazione della nuova discarica e così ha fatto. A darne annuncio lo stesso comitato, presieduto da Andrea Germondari.

«Questo è il secondo motivo aggiunto che abbiamo depositato, dopo il primo motivo aggiunto contro la proposta di Piano d’ambito del 2021 ed il ricorso originario del 2020 – ricorda Germondari, che fa sapere che il ricorso è stato sottoscritto da una cinquantina di cittadini – tali azioni legali, oltre a quelle politiche, sono atti necessari a tutelare il nostro territorio. Ci teniamo a ringraziare, ancora una volta, tutti coloro che hanno contribuito all’ultima raccolta fondi».

Molti sono i nuovi profili di illegittimità del provvedimento secondo il comitato, sia nel merito e nel metodo. «Ne citiamo soltanto due – prosegue Germondari – come prima cosa, la conformità del Piano d’ambito, emanata dalla Regione Marche non poteva essere rilasciata in quanto, come afferma l’ente stesso, “non è possibile riconoscere la piena coerenza del Piano d’ambito di gestione di rifiuti dell’Ata 3 di Macerata con la normativa nazionale di recepimento delle direttive comunitarie del cosiddetto Pacchetto economia circolare”. Come seconda cosa, nel Piano d’ambito approvato risultano presenti tutti gli 84 siti iniziali. Ciò sta a significare che l’Ata 3 non ha né recepito le osservazioni dei Comuni né tanto meno quelle dei comitati. Contrariamente ai principi di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, si è scelto di far spendere denari pubblici e privati in relazioni di tecnici che nella gran parte dei casi porterà alla inidoneità delle macroaree. Tanto dovevamo, tanto abbiamo fatto e tanto siamo intenzionati a fare».



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