Combattere le dipendenze,
luci della ribalta
sul ruolo di assistente sociale

MACERATA - Si è svolto ieri il convegno regionale per discutere l'importanza della figura nel contrasto a vecchie e nuove dipendenze

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L’intervento del rettore John McCourt

Non solo assistenti sociali, bensì diversi profili professionali della salute e della promozione sociale provenienti da tutta la Regione per “Luci della ribalta – evoluzioni e prospettive del ruolo di assistente sociale nelle dipendenze patologiche”, giornata di convegno andata in scena ieri nell’Aula Ex-Banca Marche a Macerata. Dalla mattina fino alla chiusura nel pomeriggio si sono articolate relazioni e sessioni di occasioni di confronto di fronte a circa 140 partecipanti.

Il convegno è stato fortemente voluto da una cordata istituzionale formata dai Dipartimenti dipendenze delle aziende sanitari e di Macerata ed Ancona, Unimc, Ordine degli assistenti sociali delle Marche. Insieme a questi figurano tra i promotori diversi soggetti del cosiddetto Privato sociale: le cooperative Pars, Coos Marche, Berta 80 e l’ass. Glatad Onlus, con il patrocinio di Sipad Marche e progetto E-Care. Luci della ribalta nasce dalla necessità condivisa di rivolgere finalmente attenzione ad un ruolo, quello dell’assistente sociale, relativamente poco indagato se pensiamo alla sua costante presenza nel cuore di servizi e reparti, sia sanitari che sociali. Dunque ha fornito la grande occasione di confrontarsi e puntare i riflettori sulle caratteristiche di una professione indispensabile per affrontare una realtà complessa come quella delle dipendenze patologiche.

lucidellaribalta-sala3-1-325x244La sessione mattutina del convegno si è aperta con i saluti di John McCourt, rettore dell’Università degli studi di Macerata, che ha sottolineato la significativa presenza al convegno degli studenti impegnati nel corso di Servizio Sociale di Unimc. A seguire Giuseppe Rivetti, presidente del corso di Teorie, strategie e tecniche del Servizio Sociale Unimc, ha coordinato e commentato gli interventi dei relatori: Mirella Zambello, presidentessa Ordine assistenti sociali del Veneto, ha sottolineato l’aspetto della reciprocità nella relazione con tra assistente sociale e persona dipendente; Maria Luisa Ranieri, docente Unicatt, ha parlato dell’innovazione che può portare il lavoro sociale anti-oppressivo sia nella relazione con l’utenza, sia nel collaborare con le altre figure che si occupano di accoglienza e cura; Francesca Fuselli, assistente sociale della coop. Pars, ha rilevato quanto l’assistente sociale si configuri come fulcro del lavoro dell’equipe terapeutica, dal primo contatto fino al reinserimento sociale.

Anche nel pomeriggio si sono avvicendati relatori che hanno offerto un mosaico di contributi assai diversificati passando dalla moderazione di Gianni Giuli, direttore Ddp Ast Macerata. Adriano Baldoni, direttore Ddp Ast Ancona, ha mostrato l’ingente impatto della “mentalizzazione” nel creare un patto terapeutico in cui la persona in difficoltà si senta autenticamente accolta e compresa; Manuela Modesti, presidentessa Ordine assistenti sociali delle Marche, ha evidenziato come nel settore delle dipendenze patologiche la nostra regione soffra una notevole carenza di assistenti sociali; Monica Raiteri, docente Unimc, ha offerto spunti riguardo i grandi cambiamenti sociali che impongono oggi di ampliare gli orizzonti di studio nella formazione degli assistenti sociali.

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Il dottor Gianni Giuli e il professor Giuseppe Righetti

Nella tavola rotonda finale è stato presentato un progetto che nella pratica risponde alla complessità sociale che nel convegno è stata delineata: si tratta di E-care, progetto che vede in campo un’alleanza pubblico-privata, cioè formata sia dai Servizi Dipendenze sia dal privato sociale. Tania Colotti, psicologa del Ddp Ast Macerata, e Irene Costantini, psicologa della coop. Pars, hanno illustrato il funzionamento del progetto, che porta una relazione educativa direttamente a casa di minori e adulti che vivono una situazione di difficoltà legata alle dipendenze o al ritiro sociale; Maria Francesca Orciani, ass. soc. Ddp Ast Macerata, ha raccontato nello specifico il ruolo dell’assistente sociale nel Progetto; Maria Francesca Falleroni, assistente sociale Ddp Ast Macerata, e Federica Paciaroni, psicologa della comunità residenziale Berta 80, hanno descritto come l’educativa si integra coi percorsi comunitari; Chiara Maria De Leone, psicologa Cooss Marche, ha affrontato la criticità dell’agire nel territorio montano; Maurizio Principi, psicologo e presidente dell’associazione Glatad, ha delineato la possibilità/impossibilità di educare e personalizzare l’offerta di cura; Stefano Panaro, educatore professionale del Glatad, ha testimoniato le difficoltà nell’instaurare e portare avanti la relazione con l’utente e la sua famiglia.

lucidellaribalta-sala1-325x244Nelle conclusioni i direttori scientifici del convegno Gianni Giuli e Giuseppe Rivetti si sono detti molto colpiti dalle riflessioni e dai differenti punti di vista emersi in Luci della ribalta, e hanno annunciato che la collaborazione tra Unimc, Dipartimenti Dipendenze dell’Ast e soggetti del Privato sociale porterà a nuovi eventi formativi condivisi.



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