I fedeli lodano il “parroco sfollato”
e lanciano un messaggio al vescovo:
«Sarebbe stato meglio un cambio graduale»

I PARROCCHIANI di Visso, Castelsantangelo e Ussita hanno scritto una lettera dopo il trasferimento di don Gilberto Spurio a monsignor Francesco Massara: «Avremmo preferito un po' più di preavviso, date le ferite ancora aperte dovute al sisma»

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L’ultima messa di don Gilberto Spurio ieri a Visso

di Monia Orazi

Una lettera scritta dai parrocchiani di Visso, Castelsantangelo ed Ussita al parroco don Gilberto Spurio per ringraziarlo e per manifestare il rammarico al vescovo di Camerino-San Severino Francesco Massara, di un ennesimo cambiamento che piove sulle loro teste, nei complicati anni post terremoto. Un cambio di parroco, che non tutti avrebbero voluto, lo si capisce chiaramente leggendo la lettera che è arrivata anche sulla scrivania del vescovo, senza avere per il momento, nessuna risposta.

«I cambiamenti quasi sempre portano con sé difficoltà, necessità di adattarsi e di trovare nuovi equilibri, e ciò è tanto più vero, quanto più repentinamente questo avviene. Le comunità parrocchiali di Visso, Ussita e Castelsantangelo  sanno benissimo cosa si intenda, anche senza elencare nessuno dei cambiamenti che singolarmente e come comunità parrocchiali intere abbiamo affrontato negli ultimi sette anni. Beh sì, sette anni che sono più della metà di quelli in cui le stesse comunità hanno avuto come guida spirituale e ancora di più come parroco instancabile don Gilberto – scrivono i parrocchiani – Crediamo umilmente che questo ulteriore cambiamento, pur consci del fatto che i parroci possano e debbano essere destinati in luoghi diversi a seconda delle necessità diocesane (spirituali e materiali), sarebbe potuto essere più graduale, forse con un po’ più di preavviso, date le ferite ancora aperte dovute ai cambiamenti a cui abbiamo già alluso».

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L’arcivescovo Francesco Massara

I parrocchiani si rivolgono direttamente a monsignor Massara: «Pur non più avvezzi a recitare le bellissime preghiere quali l’atto di fede, di speranza e di carità, vogliamo trasmettere a sua eccellenza il vescovo che, seppur non capiamo i modi e i tempi di questo cambiamento, lo accettiamo come atto di fede, quale strada imposta da un disegno superiore. Don Gilberto è stato per queste comunità un punto di riferimento sempre presente nei cambiamenti subiti negli ultimi anni, portando con sé, e offrendo, grande discrezione e umiltà. Con la stessa discrezione e umiltà ci ha portato a conoscenza della decisione di sua eccellenza il vescovo che aveva stabilito per lui, e per noi, ancora un cambiamento. Fra le righe ricche di umiltà con cui lo ha comunicato a tutti noi, abbiamo inteso essere un cambiamento diverso da come lui stesso lo aveva immaginato — seppur stesse vivendo il peso di numerosissimi e complicati impegni — me allo stesso tempo ha dimostrato la più docile obbedienza, trasmettendoci la certezza di un bene superiore».

I fedeli descrivono con parole intense la scelta del sacerdote di non lasciare Visso e le sue parrocchie nemmeno nei difficili giorni dopo le scosse di terremoto: «Don Gilberto, quanto e come ci sei stato vicino fin dalle prime ore dopo il terremoto e nei giorni e nei mesi e seguire. Hai mangiato, hai dormito, hai vissuto con noi, pur avendo avuto la possibilità di sistemazioni e di letti confortevoli, non hai mai voluto abbandonare nemmeno per un minuto nessuno dei tuoi parrocchiani, delle anime che nostro Signore ha messo sulla tua strada di parroco. Hai sofferto come noi le lungaggini delle ricostruzione, adoperandoti tenacemente per dare alla comunità un luogo dove poter celebrare il più degnamente possibile le sante messe, consapevole che riportare visibilmente al cenno il Signore, rendendogli le degne lodi, potesse essere fonte di innumerevoli grazie. Una tua sofferenza, manifestata spesso, è stata quella di vedere queste tue chiese con pochi giovani e bambini ai quali, per gli innumerevoli impegni, ritieni di non essere riuscito a dedicare quel tempo che avresti pensato necessario. Spesso hai detto e cercato di farci capire tutto ciò, ma forse non abbiamo risposto come avremmo dovuto e potuto. Di fronte a questo, hai voluto bene a noi tuoi parrocchiani fino al punto di chiedere aiuto a sua eccellenza il vescovo, nella consapevolezza che tale richiesta avrebbe potuto portare, come poi è successo, a un cambiamento non voluto e con conseguenze e incognite forse ancora più faticose per te».

Concludono i parrocchiani, salutando affettuosamente il sacerdote: «Ecco, dobbiamo riconoscere che questi esempi di vera carità cristiana, se da una pane devono rendere orgogliose e onorate le nostre comunità parrocchiali per aver avuto il dono di un  buon parroco e di un parroco buono, dall’altra ci impone un esame di coscienza: quanto, come comunità parrocchiali e come singoli, non abbiamo fatto per aiutare il nostro parroco e quanto avremmo potuto fare per rendergli meno pesanti i molti e gravosi impegni? Don Gilberto di questo ci scusiamo. Dio innalza gli umili e per questo oggi i tuoi parrocchiani ti chiedono di pregare per la loro crescita si spirituale, ma soprattutto di comunità, certi che le tue preghiere saranno accolte. Grazie, Don Gilberto. Che Dio ti benedica e la Madonna ti protegga».

Don Gilberto lascia Visso, se ne va il “parroco sfollato”



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