Botte per un tatuaggio, minacce se avesse tolto il velo, divieti di uscire e frequentare gli amici. Queste le accuse che hanno portato al patteggiamento a un anno e quattro mesi di una coppia di genitori marocchini, che dovevano rispondere di minacce e maltrattamenti nei confronti della figlia fin da quando aveva 13-14 anni. La sentenza è stata emessa oggi al tribunale di Macerata. Per avere la pena sospesa la coppia dovrà partecipare a specifici percorsi di recupero in enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti maltrattanti.
I due genitori erano finiti a processo per gravi limitazioni della libertà personale della figlia, minacce e violenze fisiche. Per l’accusa la ragazzina, avrebbe avuto una costante paura a causa dei comportamenti dei genitori, e avrebbe perso il sonno e compiuto atti di autolesionismo e avrebbe mostrato intenzioni suicide (i genitori respingono con forza le contestazioni).
Secondo l’accusa, i genitori le avrebbero permesso di uscire da sola soltanto per andare a scuola o al vicino supermercato, vietandole di frequentare e uscire con amici o di usare i social. Inoltre, continua l’accusa il padre, sempre quando lei aveva 13-14 anni l’avrebbe colpita con pugni in faccia perché si era fatta un tatuaggio temporaneo sullo sterno.
Quando la ragazza era in terza media, continua l’accusa, avrebbe chiesto di poter togliere il velo, che l’anno precedente aveva accettato di mettere per avere, come premio, un telefono privo di sim con cui giocare. L’avrebbero minacciata, continua l’accusa, dicendo che se avesse tolto il velo non l’avrebbero più mandata a scuola. La ragazzina avrebbe fatto nuovamente la stessa richiesta dopo qualche tempo e i genitori le avrebbero detto che se avesse tolto il velo le avrebbero sputato in faccia e non sarebbe più stata la loro figlia e l’avrebbero minacciata di segregarla in casa. In un’altra occasione, dopo aver chiesto al padre di poter uscire di pomeriggio con le compagne di scuola, le avrebbe risposto: “ti seppellirei viva”. I fatti contestati sarebbero avvenuti dal 2017-2018 fino all’aprile del 2022 in un piccolo comune del Maceratese. Oggi la sentenza: i due genitori, difesi dall’avvocato Laura Mariani, hanno patteggiato un anno e quattro mesi.
*I nomi degli imputati vengono omessi a tutela dell’identità della vittima
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