Torna dalla Spagna per aiutare chi soffre:
«La malattia di mia madre
mi ha fatto scoprire lo yoga oncologico»

PORTO RECANATI - Francesca Scarlato è una delle due insegnanti italiane della Rete Internazionale Yoga Oncologico, l'unica al mondo pensata per chi è affetto da cancro. Assicura grandi benefici con la disciplina: «Si tratta di una risorsa immensa, in Catalogna è negli ospedali da alcuni anni»

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Francesca Scarlato

di Marco Ribechi

Torna dalla Spagna per aiutare i malati oncologici con lo yoga. Si chiama Francesca Scarlato, è originaria di Loreto ma vive a Porto Recanati ed è una delle due insegnanti presenti su tutto il territorio italiano ad essere abilitata dalla Rete internazionale yoga oncologico.

Fondata dalla spagnola Adriana Jarrín, si tratta dell’unica rete esistente al mondo pensata specificatamente per dare sostegno ai malati di cancro attraverso la pratica dello yoga. «Dal 2004 l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto lo yoga come una valida terapia per affrontare il cancro – spiega Scarlato – infatti la Rete di cui faccio parte opera già da alcuni anni negli ospedali della Catalogna, dove mi sono formata. In Italia al momento siamo solo in due poiché è necessario completare uno specifico corso di formazione per padroneggiare la disciplina».

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Una lezione di yoga Hatha Raja

Scarlato insegna yoga Hatha Raja da oltre sei anni ma il suo avvicinamento alla pratica risale ad oltre 20 anni fa. «La prima esperienza l’ho fatta a circa 18 anni – spiega l’insegnante – all’inizio ero un po’ altalenante ma poi è diventata piano piano una costante nella mia vita fino a quando, nel 2017, ho preso l’abilitazione per insegnare. Più che un punto di arrivo si è trattato di un punto di partenza poiché negli anni ho seguito una formazione continua».

Fino alla decisione di unire la pratica dello yoga al trattamento dei pazienti oncologici, purtroppo a causa di una dolorosa esperienza. «A diciotto anni ho avuto il cancro – prosegue Scarlato – poi nel 2012 si è ammalata anche mia madre che è venuta a mancare nel 2016. Proprio a causa della sua malattia sono riuscita a rendermi conto dei grandi benefici che lo yoga può dare a chi attraversa un’esperienza così dolorosa e provante.

Mia madre riusciva a rilassarsi, a dormire tranquilla, a riattivare il proprio corpo per affrontare al meglio le cure. Insieme abbiamo praticato a Civitanova poi, quando la situazione per lei si è aggravata, un’insegnante veniva a domicilio per permetterle di continuare la pratica. All’epoca si trattava di yoga classico ma i risultati erano talmente evidenti che è maturato in me il desiderio di apprendere le tecniche specifiche per le situazioni oncologiche».

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Lo yoga oncologico può essere praticato anche da seduti

Infatti, lo yoga oncologico presenta alcune differenze rispetto allo yoga classico. «È una pratica che tiene maggiormente conto delle limitazioni fisiche che derivano dai trattamenti, dalle chirurgie e dagli effetti post operatori – prosegue Scarlato – inoltre è pensata per essere eseguita in qualsiasi ambiente senza la necessità di strumenti. Può essere praticata anche da seduti o da distesi e questo è molto importante perché chi affronta questo percorso è costretto a passare tante ore in attesa di esami e trattamenti. Diciamo che è molto versatile e può essere svolto davvero da chiunque a seconda delle proprie possibilità fisiche, senza frustrazioni. Si utilizza anche un linguaggio specifico che non interferisce con i delicati stati d’animo dei malati».

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Francesca Scarlato durante una pratica in spiaggia a Porto Recanati

Lo yoga oncologico può portare benefici da differenti punti di vista: «I più evidenti sono fisici – spiega l’insegnante – permette al corpo di sostenere sia le cure che gli effetti collaterali come stanchezza, nausea, aiutando anche la guarigione dei tessuti dopo eventuali chirurgie. Aumenta la flessibilità, rilassa i muscoli, allevia il dolore, rinforza il sistema cardiovascolare e osseo articolare». Importanti però sono anche i vantaggi psicologici ed emotivi: «I pazienti oncologici attraversano una serie di difficoltà psicologiche che vanno dallo stress, alla depressione, dalla perdita di fiducia in se stessi fino all’ansia e alla paura per il futuro. Attraverso esercizi di respirazione e pratiche fisiche si riporta il malato nel tempo presente, liberandolo da pensieri ossessivi e negativi. Inoltre dona la percezione che la malattia non è l’unico stato che domina il corpo, c’è anche tutta una parte che non è malata e con cui si può fare davvero molto. Si promuove così anche un senso di autostima e si recupera il controllo del proprio corpo che, in casi di ospedalizzazione, viene totalmente affidato agli specialisti».

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La pratica in un ospedale spagnolo

Infine, un altro aspetto determinante, è la creazione di una rete sociale di persone che condividono esperienze e stati d’animo simili. «È comune nei malati il senso di solitudine – dice Scarlato – spesso è difficile parlare di certe cose con i parenti e amici perché si teme di pesare su di loro; il malato così tende a chiudersi proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di supporto. Nelle sessioni di pratica invece c’è la possibilità di aprire il proprio vissuto e, confrontandosi con gli altri, si può trovare quel sostegno necessario ad affrontare delle situazioni così impegnative».

yoga-oncologico-francesca-scarlato-4-650x449Il desiderio di Francesca Scarlato è quello di poter offrire il suo supporto all’interno di strutture mediche come ospedali, case di cura, ma anche per situazioni ancora più dolorose come chi deve affrontare il fine vita. «Sono rientrata da poco in Italia dopo circa dieci anni trascorsi tra Inghilterra e Spagna – conclude l’insegnante – Ritengo lo yoga oncologico qualcosa di straordinario e ho deciso di investire tutta me stessa in questa strada. Può essere di sostegno al paziente in tutte le fasi del percorso, prima, durante e dopo le cure. Tutti possono trarre giovamento da questa disciplina che affianca le terapie attraverso la riscoperta e il risveglio del proprio corpo, un aspetto decisivo affinché le cure siano efficaci e meno debilitanti possibile. In un tempo in cui così tante persone sono afflitte da questo male, lo yoga oncologico può davvero essere uno strumento determinante per aiutare l’animo e il corpo di chi soffre».


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